Umbria, numero verde contro la ludopatia

Contrasto al gioco d’azzardo patologico, attivata una nuova misura: «Campagna di informazione da far partire entro l’autunno»

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Un numero verde per dare maggior impulso al contrasto al gioco d’azzardo patologico. È stato attivato dalla Regione in seguito all’approvazione della legge regionale per la prevenzione e la cura di questo disturbo del comportameto: la presentazione si è svolta sabato mattina a palazzo Donini, alla presenza dell’assessore Antonio Bartolini, del direttore regionale della sanità Walter Olandi e della dottoressa Sonia Biscontini, dirigente del dipartimento per le dipendenze dell’Usl Umbria2. Nell’occasione sono stati diffusi i dati del rapporto epidemiologico sul gioco d’azzardo in Umbria.

Strategie di risposta Bartolini ha commentato che «il gioco d’azzardo rappresenta un fenomeno multidimensionale e molto complesso a cui si connettono problemi dalle diverse sfaccettature e con ricadute su più livelli. Di conseguenza, è necessario che le strategie di risposta, per avere una qualche efficacia, siano dirette verso obiettivi specifici e diversificati, all’interno di un intervento complessivo, sistematico, coordinato su base regionale. La Regione ha messo in campo vari interventi di prevenzione, cura e riabilitazione dal gioco d’azzardo patologico rispettando in pieno le indicazioni del decreto Balduzzi (n. 158 del 2012) che ha incluso queste azioni nei livelli essenziali di assistenza».

ludopatia (1) gioco d'azzardo bartoliniAccoglienza e numero verde L’assessore regionali ha poi sottolineato come «in Umbria i servizi per le dipendenze delle Aziende Usl abbiano iniziato già da diversi anni a strutturare interventi specifici ed attualmente presso quasi tutti i territori distrettuali è presente un punto di accoglienza e di presa in carico per i giocatori patologici ed i loro familiari. Tra le misure attuate in applicazione della legge regionale – ha proseguito – di grande importanza è sicuramente l’attivazione del numero verde regionale (800.410.92) avviato dall’UslUmbria2 già da tempo in forma sperimentale, che offre gratuitamente ed in forma anonima informazioni, ascolto, consulenza ed orientamento. L’obiettivo è che tutti i punti di gioco lecito abbiano esposto in modo visibile il numero in modo da raggiungere un numero elevato di giocatori. Entro la fine di luglio sarà anche pubblicato un avviso per raccogliere idee per una campagna di informazione da far partire entro l’autunno. A livello locale – ha concluso Bartolini – sono stati adottati regolamenti ed iniziative da parte di molti Comuni umbri finalizzati alla prevenzione del gioco d’azzardo patologico, anche attraverso la regolamentazione delle attività commerciali con offerta di giochi leciti».

Lettura a tutto campo Orlandi ha specificato che «per affrontare un problema tanto complesso come quello del gioco d’azzardo patologico, su cui intervengono fattori molteplici, individuali, familiari, sociali, economici e culturali, un primo passo è quello di comprenderne i diversi aspetti, con una lettura a tutto campo. La battaglia contro il gioco d’azzardo è estremamente complessa e il ruolo dei media è fondamentale per poter far arrivare a tutta la popolazione l’informazione che esistono dei servizi dedicati alla cura». La Biscontini ha evidenziato invece come a rispondere al numero verde dell’Usl Umbria2 siano «operatori qualificati che forniscono informazioni sui vari servizi; al più presto speriamo di poter offrire anche un appoggio tramite un tributarista e un commercialista, visto che tutti i giocatori si trovano ad affrontare il grave problema dell’indebitamento».

Slot machine, giochi, video pokerI numeri Il rapporto presentato parte dall’indagine Espad condotta dal Cnr, che rileva la diffusione del gioco d’azzardo nella popolazione tra i 15 e i 19 anni: in Italia sono circa un milione coloro che riferiscono di aver giocato somme di denaro almeno una volta negli ultimi dodici mesi, con una percentuale aumentata dal 39 al 42 per cento nel 2014-2015, di questi il 7 per cento gioca più di 4 volte a settimana. L’aumento è generalizzato per tutte le fasce d’età, in quasi tutte le aree geografiche e per entrambi i sessi: anche se la percentuale più alta resta quella fra i ragazzi, 51 per cento contro il 32 per cento delle femmine.

Negli studenti umbri il fenomeno assume caratteristiche analoghe a quelle riscontrate in Italia, ma con un aumento minore dal 2014 al 2015. In Umbria nel 2015 tra coloro che giocano, l’8,6% ha un comportamento problematico e il 9,7% ha un elevato rischio di assumere un comportamento problematico; queste percentuali equivalgono a circa 1300 studenti umbri con un profilo di gioco problematico e 1500 a rischio elevato.
Nel 2013 oltre il 75% degli studenti italiani e umbri ha giocato non più di 10 euro, la prevalenza è in crescita rispetto al 2012. Anche distinguendo per genere, sia tra i maschi sia tra le femmine questa risulta la somma massima maggiormente giocata.

A giocare di più in Umbria sono nettamente di più i maschi (37%) rispetto alle donne (18%). Dal rapporto emerge che il profilo di gioco problematico nella popolazione dei giocatori di 15-74 anni riguarda il 5,6% (il 5,4% in Italia). Vale a dire che ci sono circa 10 mila umbri con un profilo di gioco problematico che dovrebbero essere raggiunti da iniziative di prevenzione o servizi di trattamento. Lo studio evidenzia che nel 2015 sono stati presi in carico presso i servizi regionali 357 umbri dipendenti da gioco d’azzardo con un’utenza quasi raddoppiata(+89 %) rispetto all’anno precedente: in trattamento circa 42 soggetti per 1000 a rischio. La classe di età che si rivolge di più ai servizi è quella tra i 45 e i 54 anni. Gli utenti sono prevalentemente maschi (81%).

La spesa degli umbri nel 2015 – giochi autorizzati dai Monopoli – ammonta a un miliardo e 29 milioni di euro (raccolta lorda), stabile rispetto al 2013 e al 2014. Tolte da questa somma le vincite, risulta in Umbria, al netto, una spesa di circa 235 milioni di euro, anche questa sostanzialmente stabile rispetto ai dati del 2013 (231 milioni di euro) e del 2014 (233 milioni di euro). Considerando la spesa pro-capite (raccolta lorda meno vincite) nel 2015, gli umbri si collocano ad un livello sovrapponibile alla media nazionale, con 263 euro.

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