Da sabato 4 luglio partiranno anche in Umbria i saldi estivi, per concludersi il prossimo primo settembre. Secondo le stime dell’ufficio studi di Confcommercio, ogni famiglia in Italia spenderà in media, per l’acquisto di articoli di abbigliamento e calzature in saldo, circa 230 euro, per un valore complessivo intorno ai 3 miliardi e 600 milioni di euro.
Assestamenti al rialzo Le vendite estive «rappresentano sempre un momento di richiamo per le famiglie – afferma Confcommercio della provincia di Perugia – anche se negli ultimi anni, la quota destinata a questo tipo di acquisto, si è ridotta costantemente, in linea con le esigenze di un bilancio familiare condizionato da un calo del reddito disponibile». Secondo le stime di Confcommercio, «i consumatori tenderanno sostanzialmente a confermare i budget dell’anno scorso, anche se con piccoli assestamenti al rialzo. I saldi rappresentano un banco di prova anche per gli operatori commerciali, che arrivano a questo appuntamento sfiancati da sette anni di contrazioni di fatturati e da marginalità sempre più risicate».
Principi base Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base che vanno dalla possibilità di cambio alle indicazioni dei prezzi. «La possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato, è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme al codice civile. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto».
I numeri Secondo i dati elaborati da Confcommercio, il valore dei saldi estivi in Italia, passerà da 3 miliardi e 500 milioni di euro del 2014, a 3 miliardi e 600 milioni di euro nel 2015 e l’incidenza dei saldi sulle vendite totali dell’anno rimarrà stabile al 12%. Su circa 26 milioni di famiglie italiane, saranno 16 milioni quelle che acquisteranno in saldo. L’acquisto medio a famiglia nel 2014 era di 222 euro, mentre nel 2015 sarà di circa 230 euro, per una media di 98 euro a persona.
Indicazione del prezzo «I capi che vengono proposti in saldo, devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. Obbligo del negoziante è di indicare il prezzo praticato prima della vendita di fine stagione, il nuovo prezzo, lo sconto praticato e il ribasso effettuato. Infine, dal negoziante devono essere accettate le carte di credito, qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione».