di Federica Liberotti
«La situazione che vivono gli operatori della sanità umbra è di gravissimo disagio, perché nei mesi precedenti alla seconda fase della pandemia la Regione non ha fatto nulla. Alla grave carenza di organico già presente si sono aggiunti disorganizzazione e mancanza di posti letto. Le aziende vivono alla giornata, non c’è il personale per gestire i posti in terapia intensiva, anche le patologie in acuzia rischiano probabilmente di non trovarli. Il personale è insufficiente anche per creare percorsi ‘puliti’ e ‘sporchi’ distinti, le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale,ndr) escono con le stesse auto utilizzate dal personale addetto a tamponi e terapie’. Ma a mancare, oggi a differenza della prima fase, è anche il sostegno della popolazione, che inizia ad essere insofferente e rabbiosa con lavoratrici e lavoratori, perché non si riescono a fornire prestazioni anche indifferibili». Il grido di allarme è arrivato sabato mattina da Tatiana Cazzaniga, segretaria generale della Fp Cgil di Perugia, nel corso dell’assemblea della sanità umbra che si è svolta online, organizzata anche da Cisl Fp e Uil Fpl.
Pubblicati gli avvisi di reperimento, ma a tempo determinato
Un appuntamento che ha dato voce agli stessi operatori che ogni giorno, nelle strutture umbre, sono impegnati a combattere non solo il virus, ma anche le carenze della sanità pubblica di fronte all’emergenza, a partire da quella degli organici, che si stima in almeno 1.200 unità per tutto il comparto. «Le proposte che abbiamo fatto alla Regione – ha aggiunto Cazzaniga – sono chiare: occorre trovare uno strumento, subito, per assumere il personale, oltre allo scorrimento delle graduatorie. Non c’è tempo di attendere la fine di un concorso – quello per infermieri dell’Usl Umbria 2 è impantanato per problemi di graduatorie -, bisogna iniziare a chiamare a tempo indeterminato, stilando delle graduatorie di soli titoli e poi facendo le prove pratiche durante il periodo di prova. La risposta però è stata che ieri (venerdì, ndr) sono stati pubblicati degli avvisi di reperimento per contratti a tempo determinato. Non è accettabile che venga fatto esattamente il contrario, per questo abbiamo deciso di continuare la fase di mobilitazione, anche con il supporto delle confederazioni di Cgil, Cisl e Uil, che hanno scritto al prefetto di Perugia e chiesto una riunione all’assessore alla salute Coletto. Abbiamo la necessità di dare una soluzione ad una situazione fuori controllo, si stanno saturando tutti i posti letto, mettendo i medici nelle condizioni di dover scegliere chi ricoverare o no. E il personale Usca non ha un coordinamento di medici esperti che possano rispondere prontamente a richieste di terapia».
Mancano i dispositivi di protezione, aumentano i positivi tra il personale
Poi la parola è passata agli stessi operatori. Uno di loro, in servizio all’ospedale di Branca da un mese (ma proveniente da quello di Pantalla) ha segnalato «la carenza dei dispositivi di secondo livello». «Sono andato a fare l’ordine e aspettavo con ansia il ricarico – ha raccontato in assemblea -, ma sono arrivati solo quelli di primo livello, bisognerà improvvisare per tenere in sicurezza l’ambiente. Anche a Pantalla la situazione, da quello che mi è stato riferito, non è migliore». Un infermiere dell’ospedale di Foligno ha segnalato invece «la forte promiscuità tra pazienti Covid e non nella struttura». «Inizialmente – ha detto – era stato dato mandato di proseguire in attività ordinaria, ma nel frattempo il numero dei pazienti Covid è aumentato fino ad arrivare a 34, distribuiti in tutto il presidio ospedaliero. Anche gli operatori si stanno positivizzando, un alto numero che grava sulla già presente carenza di personale. Molti servizi sono in difficoltà, gli operatori sono chiamati a sforzi sempre maggiori, è stato chiesto il raddoppio dei turni, mentre i congedi ordinari sono un miraggio».
«Pazienti Covid e non mescolati»
Un’ostetrica coordinatrice dei consultori dell’Altotevere ha ricordato «il lavoro svolto per garantire l’assistenza di tutti i percorsi Covid e non solo, siamo stati sempre presenti e vicini alle donne e alla famiglie da quando è iniziata la pandemia, perché non bisogna dimenticare tutte queste situazioni che vanno avanti al di là dell’emergenza». «I bambini continuano a nascere, bisogna tenere presente anche le altre figure professionali, con tutti i loro diritti e doveri». Ancora dall’ospedale di Branca un altro operatore ha segnalato che «nella struttura negli ultimi tre giorni a qualsiasi ora della notte sono arrivati pazienti positivi in area grigia. Non solo un aggravio, ma un mescolamento tra pazienti puliti e sporchi non previsto. Alti reparti, come pediatria, cardiologia, terapia intensiva, sono costretti a prestare infermieri a supporto dell’area grigia. Pur usando tutte le precauzioni del caso poi nello stesso turno tornano nel loro reparto, una cosa non prevista e che non può andare bene. Anche perché i dpi – ha concluso – sono sempre di più difficile reperimento».
A Terni «vicini al collasso»
Di «situazione surreale» ha parlato anche un dipendente dell’ospedale di Spoleto. «Sembra una fiera – ha spiegato -, in quattro giorni è stato trasformato tutto in fretta, i dipendenti hanno lo sguardo perso. Non sappiamo che turno facciamo domani, manca comunicazione e organizzazione, abbiamo paura non del Covid ma della disorganizzazione. Per adesso stiamo stringendo i denti, ma è dura». Ancora stabile la situazione all’ospedale di Orvieto, secondo quanto riferito da un infermiere di 118 e pronto soccorso, anche se pure qui «il problema grosso è l’area grigia, sei posti letti gestiti da medicina d’urgenza. Una volta che i pazienti vengono sottoposti a tampone vengono spostati in tutta l’Umbria, con grossi problemi per le distanze stradali che separano Orvieto dalle altre città. Le ambulanze sono sempre in giro». E se c’è chi punta il dito contro «il mancato potenziamento dell’assistenza domiciliare», dall’ospedale di Terni le notizie sembrano peggiorare ulteriormente. «Siamo al collasso – ha detto un dipendente -, c’è stato il blocco dei ricoveri perché negli ultimi due giorni ci sono stati diversi contagi tra gli operatori, anche tra chi lavora in intensiva. Sarà sempre più difficile nei prossimi giorni. C’è una carenza su tutti i fronti e il lavoro è massacrante, anche per gli Oss che si trovano a dover fronteggiare la diminuzione degli accessi per l’assistenza dei pazienti. Siamo poi ancora in attesa di una vaccinazione massiva». Sull’«orlo di una crisi di nervi» la situazione anche all’ospedale di Perugia, stando sempre ad un operatore.
La ‘difesa’ di chi lavoro nel dipartimento di igiene
Poi la voce è passata anche a chi lavora al dipartimento di prevenzione e igiene pubblica dell’Usl Umbria 2, sempre più nell’occhio del ciclone negli ultimi giorni per i ritardi nel rilascio degli attestati di guarigione. «Sono positiva al Covid, come diversi miei colleghi – ha detto un’operatrice -. Siamo sempre stati pochi, i cittadini chiedono di essere seguiti e ‘liberati’ subito, noi nel contempo dobbiamo fare anche altro, come l’attività di vaccinazione. Sono rimasti in totale in 5/6 al lavoro, più i volontari. La carenza è annosa e radicata».