Umbria, un piano per la gestione dei rifiuti

È stato inoltrato a Regione e Auri dal Coordinamento regionale Umbria rifiuti zero: «Una proposta sostenibile, verso rifiuti zero e secondo i criteri dell’economia circolare»

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di Fra.Tor

«In Umbria conferiamo in discarica più rifiuti di quelli che sono stati stabiliti dal ‘Piano regionale di gestione dei rifiuti, Questa situazione non è più sostenibile». Il Coordinamento regionale Umbria rifiuti zero ha inoltrato alla Regione e, di conseguenza, all’Auri, una proposta sottoscritta insieme a 20 associazioni del territorio, con delle linee guida per il piano d’ambito dei rifiuti. «Una proposta sostenibile, verso rifiuti zero e secondo i criteri dell’economia circolare».

Centro ricerca rifiuti zero e l’elaborato di E.R.I.C.A.

Il Coordinamento propone «l’istituzione del Centro ricerca rifiuti zero che abbiamo il compito di effettuare analisi a campione sulla raccolta differenziata e sull’indifferenziato; monitorare io piani di prevenzione rifiuti; verificare qualità della raccolta differenziata; valutare la capacità di intercettazione delle isole ecologiche e centri di riuso e riparazione; studiare soluzioni tecnologiche volta al recupero di materia», spiega fabrizio Ercolanelli del Coordinamento rifiuti zero. «Chiediamo di far sì che l’elaborato di E.R.I.C.A. diventi il nuovo piano di prevenzione e riduzione dei rifiuti – l’Auri nel 2018 ha conferito alla società coop E.R.I.C.A. l’incarico per la redazione del capitolo del piano d’ambito inerente le politiche di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti – perché dopo un’analisi di quelle cose le produzioni dei rifiuti ha fissato degli obiettivi. Grazie all’elaborato di E.R.I.C.A. viene confrontato lo scenario evolutivo con quello che è l’anno di valutazione, dando come risultato le tonnellate di rifiuti evitati».

La raccolta differenziata

«Promuoviamo, poi, il compostaggio domestico e di comunità con uno sconto in tariffa, stabilendo una soglia minima», aggiunge Ercolanelli. «Dopo di che dobbiamo superare quella che è la raccolta stradale e del ‘porta a porta’ d’aria vasta. Il sistema di raccolta che ci garantisce risultati migliori è una raccolta ‘porta a porta’ con tariffazione puntuale che ha quattro vantaggi: riduzione del rifiuto urbano residuo; aumento delle percentuali di raccolta differenziata; riduzione dei costi di gestione del servizio; creazione di posti di lavoro. Il modello di tariffazione puntuale chiediamo che venga attuato entro il 2022. Dobbiamo, inoltre, fissare dei nuovi obiettivi per quel che riguarda la raccolta differenziata, puntando ad arrivare almeno all’80% nel 2030 e all’85% nel 2035. Devono essere stabilite delle soglie massime annue di rifiuti urbani residui da specificare su scala comunale per limitare ogni forma di smaltimento dei rifiuti favorendo il recupero di materia».

Plastic free e recupero Raee

Per Ercolanelli «resta attuale il problema della dispersione della plastica nell’ambiente. L’Europa si è mossa con delle direttive che vietano la commercializzazione di manufatti monouso in plastica per la somministrazione di cibi e bevande, l’Umbria deve ora fare la sua parte, tenendo conto della gerarchia dei rifiuti, promuovendo la sostituzione di prodotti usa e getta con prodotti e materiali riutilizzabili. Anche per quanto riguarda le apparecchiature elettriche dobbiamo evitare che diventino rifiuti elettronici incentivando la riparazione o, dove possibile, il recupero dei materiali».

Lo scenario evolutivo

L’elaborato di E.R.IC.A. prevede al 2030 una riduzione del 30% del totale dei rifiuti prodotti nel 2016 con l’obiettivo dell’80% della raccolta differenziata, con quasi 66 mila tonnellate di rifiuto urbano residuo. «Integrando questi risultati – dice ancora Ercolanelli – con le nostre proposte possiamo arrivare, nel 2035, con 35/40 mila tonnellate di rifiuto urbano residuo – rispetto alle 195 mila tonnellate di oggi – compatibili con gli obiettivi europei. Ma non ci accontenteremo nemmeno di questo risultato perché non dimentichiamo il nostro obiettivo di rifiuti zero. Per far sì che questa strategia arrivi agli obiettivi che ci siamo prefissati sarà importantissimo coinvolgere la cittadinanza facendo capire i benefici ambientali ed economici e creando strumenti di partecipazione».

«Incenerire non serve ed è dannoso»

«Con la nostra strategia – conclude – vogliamo ridurre al massimo quello che è il rifiuto urbano residuo, evitare la costruzione di nuovi inceneritori, negare ogni richiesta di ampliamento dell’impianto di Terni e prevedere un exit strategy e negare la produzione e incenerimento del Css. Puntando, infine, ad evitare ampliamenti e costruzioni di nuove discariche».

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