Lorenzo ha 9 anni, è di Terni e frequenta la scuola elementare. E giovedì sera, mentre con il papà Claudio stava guardando il telegiornale, era particolarmente silenzioso. Sullo schermo, la drammatica notizia della morte del brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie, ucciso in una sparatoria in Puglia, nelle campagne di Francavilla Fontana (Brindisi) mentre cercava di fermare una banda di rapinatori nel suo ultimo giorno di lavoro nell’Arma. Oggi, venerdì, Carlo Legrottaglie sarebbe andato in licenza e quindi, il prossimo 5 luglio, in pensione.
Di fronte al silenzio di Lorenzo, il papà ha capito. E hanno iniziato a parlare di quanto accaduto: «Mio figlio – dice Claudio – è rimasto molto colpito. Anche io lavoro nelle forze dell’ordine e probabilmente si è immedesimato subito. Parlando, è stato quasi naturale per lui capire che ci sono persone, come Carlo Legrottaglie, che spendono la propria vita per tutti noi, e che ci sono tanti altri colleghi nostri che mettono cuore e anima nel proprio lavoro, dal primo all’ultimo giorno».
Lorenzo chiede, ascolta e poi: «Ma papà, posso fare un disegno per Carlo?». Certo. «Quando lo ho visto, il disegno, gli ho chiesto se gli sarebbe piaciuto portarlo ai carabinieri di Terni, come segno di solidarietà, vicinanza. Lui ha risposto subito sì, era anche curioso di entrare per la prima volta nella ‘casa’ dell’Arma». E così dopo cena, Lorenzo, accompagnato dal papà e con in mano il suo disegno e un fiore, ha raggiunto la caserma di via Radice e ha lasciato la sua piccola-grande testimonianza.
«Da drammi come questo, dobbiamo trovare linfa per un futuro migliore – commenta il papà -, il sogno è che i cittadini di domani siano più consapevoli anche attraverso i valori che tutti noi possiamo tramandare ai giovani di ogni età. Perché esiste una parte ‘sana’ del nostro mondo, che va coltivata giorno dopo giorno. Anche in ricordo di chi non c’è più ma che tanto ci ha lasciato in dono».