La denuncia era partita già più di un anno e mezzo fa. Quando, cioè, l’allora governo presieduto da Matteo Renzi, presentando la legge di stabilità, aveva inserito un nuovo metodo di calcolo dell’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, che avrebbe comportato – e questi erano i timori dei rappresentanti degli studenti – aumenti del 10% nelle tasse universitarie, per almeno una famiglia su due.
Aumento tasse «E infatti a questo punto si è arrivati» dichiarano le rappresentanze universitarie motivando il loro voto contrario, lunedì mattina, durante le sedute congiunte di Senato accademico e Consiglio di amministrazione convocate per l’approvazione del bilancio consultivo. «Abbiamo espresso un voto contrario – spiegano da Sinistra universitaria Udu Perugia – in entrambi i consessi perché è emerso un extragettito proveniente dalla tassazione degli studenti, un dato che non deriva tanto dall’aumento di iscritti, che nel periodo preso in esame dal bilancio erano ancora in calo, bensì è il risultato dell’applicazione del nuovo ISEE entrato in vigore nel 2015»
Responsabilità «Iniziano a manifestarsi ora gli effetti disastrosi per la comunità studentesca» proseguono gli universitari, che hanno chiesto all’ateneo un ‘atto di responsabilità’, cioè convertire queste nuove entrate per aumentare il numero di borse a disposizione degli studenti per le 150 ore e per un miglioramento della contribuzione studentesca. «Abbiamo chiesto – concludono – di riaprire i tavoli di confronto tra amministrazione e rappresentanze studentesche sul regolamento andati in approvazione il mese scorso, per risolvere quelle criticità che ci portarono a votare contrari anche in quell’occasione. Di fronte alla chiusura, i nostri rappresentanti hanno espresso voto contrario».
