Una vedova ternana ha vinto la sua battaglia contro il fisco, ottenendo l’annullamento di un accertamento disposto nei suoi confronti dall’agenzia delle Entrate. La decisione, assunta dalla Commissione tributaria provinciale, è destinata a fare scuola e potrebbe aprire la strada a migliaia di ricorsi in tutta Italia.
La vicenda inizia quando l’agenzia delle Entrate, tramite Equitalia, fa recapitare alla donna la notifica dell’iscrizione a ruolo, sostenendo che il suo reddito annuale era superiore al limite previsto dalla legge (2.840 euro) affinché il coniuge – deceduto il 24 settembre del 2010 – potesse fruire delle detrazioni. In pratica le Entrate consideravano l’intera annualità 2010 anzichè il periodo fino al decesso del marito.
Il ricorso Una decisione a cui la commercialista Maria Letizia Santini, che assiste l’anziana, si è opposta attraverso un apposito ricorso. La professionista ha evidenziato come nella dichiarazione dei redditi presentata per conto del marito, le detrazioni richieste si riferivano soltanto al periodo compreso fra gennaio e la data del decesso. La signora doveva pertanto considerarsi a carico del coniuge fino alla sua morte, in quanto non percepiva alcun reddito e solamente per effetto del decesso otteneva la pensione di reversibilità. Le detrazioni per coniuge a carico spettavano al marito sino al 24 settembre ed in effetti fino a quel momento, come sostenuto nel ricorso, la donna non aveva alcuna entrata propria da dichiarare al fisco.
Battaglia vinta Una tesi che la Commissione tributaria provinciale ha giudicato corretta, dando ragione alla vedova e ritenendo legittimo il fatto di considerarla a carico del coniuge fino alla sua morte. L’ordine dei commercialisti di Terni commenta positivamente la notizia: «Si tratta di un caso significativo perché dimostra l’attenzione che l’Ordine pone su questo tipo di questioni, svolgendo ruoli e funzioni che non si limitano al mero compito ragionieristico ma sempre più spesso si intersecano con problemi concreti anche dal punto di vista sociale, facendo da punto di riferimento e di sostegno per i cittadini».
L’importanza La sentenza, di fatto, è importante perché scardina l’applicazione rigida della norma fiscale da parte dell’agenzia delle Entrate, verso i contribuenti deceduti con familiari a carico fino alla loro morte. Per l’agenzia, quello della ricorrente era «solo il tentativo di aggirare una normativa estremamente chiara». Una posizione rigettata dalla seconda sezione della commissione tributaria provinciale di Terni che ha dato ragione in toto alla vedova.