Terni, velostazione L. Micheli: «Caso tipico di vizio occulto»

Il funzionario Nannurelli risponde all’interrogazione di Filipponi (Pd) dopo la variante da 60 mila euro per i problemi riscontrati per fioriera e parcheggio

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«È importante precisare che i vizi costruttivi della fioriera di Largo Micheli non potevano emergere in alcun modo al momento del progetto in quanto rilevati solo al momento della demolizione parziale della vasca». A scriverlo è il funzionario tecnico di palazzo Spada, Federico Nannurelli, in risposta all’interrogazione del capogruppo Pd Francesco Filipponi – post articolo di umbriaOn sull’argomento – in merito alle velostazioni di Terni e la variante approvata da 60 mila euro.

VELOSTAZIONI TERNI, LAVORI CONSEGNATI NELL’ESTATE 2020

Il chiarimento: «Non si poteva effettuare lo stato dei luoghi»

In primis nel dare delucidazioni sulla variante viene specificato che «i lavori della stessa hanno riguardato tutte e quattro le velostazioni e non soltanto quella di largo Micheli. Il livello del massetto – si entra nello specifico – della vasca è stato originariamente realizzato prima della finitura della pavimentazione trovandosi in tal modo a una quota inferiore della stessa, consentendo soltanto ad uno dei tre sfogatoi realizzati in origine, il corretto drenaggio e la conseguente fuoriuscita dell’acqua per dispersione. Mancava totalmente un sistema di drenaggio e smaltimento delle acque, mentre la quota di imposta era inferiore al piano di calpestio della piazza, causando così anomali accumuli di acqua negli strati profondi. Come facilmente intuibile, non potevano esserci le condizioni oggettive per poter verificare, se non con metodi distruttivi, l’effettivo stato dei luoghi. Del resto solo attraverso una verifica puntuale effettuata al momento delle demolizioni si è potuti accedere agli spessori profondi del pacchetto impermeabile non accessibili a causa di una coltre di terreno di notevole spessore e dei soggetti arborei ed arbustivi sopra impiantati».

L’AGGIUDICAZIONE NELLA PRIMAVERA DEL 2020

La velostazione in largo Micheli nel rendering (2020)

Il parcheggio interrato ed i problemi

Successivamente, «quando è venuto fuori che a causa dell’irregolare deflusso delle acque, le infiltrazioni – aggiunge Nannurelli – avrebbero compromesso le strutture del parcheggio interrato, si è deciso di agire tempestivamente per risolvere un problema cogente per l’ente a fine di tutelare l’incolumità pubblica e garantire la vita utile del bene. Si tratta, dunque, di caso tipico di vizio occulto e quindi una di quelle condizioni di imprevedibilità che ha tipizzato il rimedio previsto dalla norma, con il solo obiettivo di agire con il rispetto del principio della legalità e nell’interesse esclusivo della comunità. Pertanto, si rendeva evidente la necessità di ridefinire il massetto e le relative pendenze, di convogliare le acque rilasciate dalla vasca e canalizzarle nelle caditoie presenti per garantire finalmente il regolare smaltimento in fogna senza disperderla impropriamente nel piazzale che, essendo ammalorato dall’uso e dal tempo si presentava piuttosto come una pozza di liquami per lunghi periodi anche oltre gli episodi piovosi».

LA GARA PER LE QUATTRO VELOSTAZIONI

Federico Nannurelli

La variante e l’utilizzo delle somme

In definitiva «la variante in corso d’opera, oltre che essere legittima ha così permesso di risolvere egregiamente le problematiche emerse, risolvendo una volta per tutti i palesi vizi progettuali e d’opera nel parcheggio interrato riscontrati in occasione di detti lavori. Nel rappresentare tale situazione è chiaro che la comunità ternana dovrebbe ringraziare i tecnici che nella fase di gestione dell’attuale cantiere hanno potuto ottimizzare i lavori e risolvere contestualmente, come sempre dovrebbe essere fatto, i problemi che affliggono la città. Si tratta di utilizzo corretto delle somme a disposizione derivanti dalle economie da ribasso che se non utilizzate sarebbero state restituite all’Unione Europea e imposto all’ente di attuare interventi diretti ancora più pensanti per il progressivo danneggiamento che la piazza e le strutture del parcheggio avrebbero medio termine evidenziato».

Francesco Filipponi

L’intervento

Le lavorazioni hanno riguardato «lo svuotamento dell’intera fioriera; il rifacimento del nuovo massetto e delle relative pendenze alzando la quota d’imposta oltre quella della piazza; la posa del rivestimento di un doppio strato di guaina impermeabilizzante, di cui una antiradice (non prevista nel progetto originario); la posa di uno strato di ghiaia; la posa di uno strato di tessuto non tessuto; la posa di un successivo strato di argilla espansa (al fine di alleggerire l’impatto della vasca e conseguentemente la possibilità di futuri problemi); la posa di un ulteriore strato di tessuto non tessuto; il nuovo riempimento con terra da coltivo e la successiva piantumazione con nuove essenze a stretta espansione radicale e di tipo arbustivo e la preventiva pulitura e sistemazione dei fori circostanti la fioriera». Inoltre – conclude il funzionario tecnico – le «acque di deflusso meteorico del giardino pensile, grazie ai lavori variante, sono state regimentate attraverso nuove canaline in cemento e ghisa, canalizzate in fogna, raccogliendo anche quelle del piazzale, onde ridimensionare situazioni di ristagno (presente nella situazione originaria) a ridosso della nuova struttura di largo Micheli. Tali lavorazioni sono state completate con la riprofilazione di una parte del piazzale in conglomerato bituminoso, sempre per consentire il corretto deflusso delle acque».

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