Vertenza Perugina, Nestlé: «Procediamo»

Dal Mise nessuno ‘sconto’ per gli esuberi ipotizzati dalla multinazionale. La situazione resta tesa. Le sigle: «Daremo battaglia»

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È finito poco dopo le 13 il faccia a faccia tra Nestlé e i rappresentanti dei lavoratori riuniti a Roma, al ministero dello Sviluppo economico dove si ritroveranno di nuovo tutti il prossimo 9 novembre.

Nessun passo avanti Quello che, infatti, sembra uscire fuori è che non si sono fatti passi avanti o, meglio, indietro, al Mise. L’accordo c’è e verrà portato avanti, ma intanto per i prossimi sei mesi ci sarà un monitoraggio costante del piano industriale, con una verifica ogni due mesi al ministero. «Non siamo soddisfatti di com’è andata. Nestlé porta avanti le proprie idee, noi le nostre – ha commentato Dario Bruschi, segretario regionale della Flai Cisl – domani in assemblea con i lavoratori sottoporremo il percorso che ci è stato proposto dal ministro. E in quella sede che dovremo impegnarci a discutere, a trovare soluzioni».

Teresa Bellanova

Il Mise Il rispetto degli accordi è stato anche il fulcro dell’intervento del viceministro Teresa Bellanova che ha chiesto ad azienda e sindacati di chiudere la fase dei preliminari ed entrare nel merito della questione.  «Un accordo è stato sottoscritto dalle parti oltre un anno fa,  – ha detto al termine dell’incontro – devono dare la stessa lettura di quest’ultimo e onorare gli impegni assunti». Tra questi impegni, ha ricordato Bellanova, «non c’è quello del licenziamento delle persone, ma ci sono gli investimenti per rafforzare il piano industriale insieme a un percorso di formazione delle persone. Si tratta di un progetto di difesa e valorizzazione dei lavoratori». Sulla base di tutto questo, «ho chiesto alle parti sei mesi di lavoro approfondito con un tavolo di monitoraggio presso il Mise bimestrale e se necessario anche mensile in modo da capire passo passo i punti portati a sintesi», ha concluso.

LE REAZIONI

Il presidio a San Sisto

«Il confronto prosegue» Eppure qualcosa sembra muoversi. Sul futuro dello stabilimento Perugina, «grazie anche alle iniziative di mobilitazione dei lavoratori e di tutto il territorio dell’Umbria per la prima volta l’atteggiamento monolotico dell’azienda che vuole discutere soltanto di realizzare gli esuberi ha vacillato». A dirlo a margine del tavolo è Mauro Macchiesi, segretario nazionale Flai Cgil, specificando che il sindacato ritiene i contenuti del confronto odierno «ancora molto lontani, ma abbiamo apprezzato la disponibilità della Regione e del Ministero a mettere delle risorse per implementare il piano industriale su questioni di sviluppo e ricerca prodotti». Il prossimo 9 novembre «torneremo al Mise per una verifica e come sindacato chiederemo che si attivi immediatamente un tavolo di confronto presso la Confindustria dell’Umbria», ha concluso Macchiesi. «Abbiamo apprezzato il fatto che il ministero abbia seguito la vicenda e che ci abbia fatto una proposta di metodo che condividiamo e domani presenteremo ai lavoratori». Così Massimiliano Albanese della Fai Cisl al termine dell’incontro, sottolineando che nella proposta fatta dalla viceministro Teresa Bellanova «si dice di abbassare i toni e tornare a discutere del piano». Per Albanese, il problema occupazionale della Perugina «non è indifferente», ecco perché diventa sempre più necessario trovare «soluzioni interne ed esterne sul territorio per salvaguardare i posti di lavoro e parlare non di esuberi ma di incentivi all’occupazione», ha concluso.

Nestlé Diversa, ovviamente, la prospettiva offerta dalla multinazionale svizzera che, con una nota, specifica: «Nestlé Italia ha confermato in toto gli obiettivi del piano industriale, e ha dato conto del puntuale adempimento di tutti gli impegni sottoscritti, che stanno procedendo integralmente e nel pieno rispetto dei tempi previsti». Ci saranno dunque gli investimenti da 60 milioni per l’ammodernamento della fabbrica e lo sviluppo di Perugina in Italia e all’estero con l’export di Baci come simbolo del Made in Italy. «Le accuse di inadempienza o di ripensamenti rivolte all’azienda sono stati pertanto totalmente smentiti in sede ministeriale» chiarisce l’azienda.

Gli impegni Per quanto riguarda la gestione responsabile degli esuberi che, come già annunciato, si determineranno con la fine della cassa integrazione, «per scongiurare il rischio licenziamenti cogliamo favorevolmente l’invito del viceministro Bellanova a impostare il dialogo ripartendo dagli impegni sottoscritti presso il ministero del Lavoro l’11 gennaio 2017: confronto su eventuali modifiche dell’organizzazione del lavoro nonché percorsi di formazione e riconversione professionali per favorire la continuità occupazionale o la ricollocazione dei lavoratori coinvolti».

Business «Siamo convinti – dice Massimo Ferro, corporate strategy director – che il piano presentato nel 2016 per il rilancio del sito perugino e per il suo sviluppo sostenibile, rappresenti la miglior scelta per prenderci cura del business e delle nostre persone. Il gruppo Nestlé due anni fa ha definito gli investimenti e il tempo per fare di Perugina un hub internazionale per la produzione di cioccolato premium. Già ora il 40% dei volumi di San Sisto dipendono dalle commesse delle altre consociate europee. Con l’aiuto di tutti, vogliamo perseguire l’obbiettivo di dare un futuro sostenibile allo stabilimento di Perugia».

Le istituzioni La presidente della Regione, Catiuscia Marini, e l’assessore regionale, Antonio Bartolini, hanno ribadito «l’impegno della Regione Umbria a mettere in campo risorse che, a sostegno di investimenti in innovazione e ricerca, possono concorrere a supportare il piano di sviluppo del sito produttivo di San Sisto e salvaguardare l’occupazione». Marini e Bartolini, nell’esprimere «preoccupazione per l’attuale andamento della vertenza, hanno inoltre auspicato che, in particolare la multinazionale possa cogliere le opportunità finanziarie offerte dalle istituzioni al fine del rilancio produttivo della Perugina e del mantenimento dei livelli occupazionali». Il sindaco Romizi ha infine sottolineato «l’importanza della ripresa del dialogo e del confronto fra sindacati ed azienda per una positiva conclusione della vertenza».

In campo Quello di mercoledì era il giorno più atteso dai lavoratori, dai sindacati, dalla città tutta che si prepara a difendere la sua fabbrica. Mercoledì, dalle 11, al Mise i rappresentanti dei lavoratori si guarderanno di nuovo faccia a faccia con i vertici della multinazionale svizzera, assieme a sottosegretari, istituzioni e rappresentanti politici.

LE IMMAGINI DEL PRESIDIO

Al Mise Sul tavolo il rispetto dell’accordo firmato due anni fa con i sindacati, quello che prevedeva 60 milioni di investimenti e che, invece, potrebbe arrivare a costare più di 360 esuberi. «Non c’è alternativa all’accordo – aveva spiegato Turcheria delle Rsu – sarebbe troppo facile, oggi, venire incontro a Nestlé stracciando quell’accordo. Noi non lo permetteremo».

I MANIFESTANTI OCCUPANO LA STRADA, VIDEO

Sciopero Nei giorni scorsi, poi, i sindacati avevano lanciato l’appello a difendere la fabbrica e il lavoro di tutta Perugia. Appello accolto, viste le tante testimonianze di solidarietà e sostegno arrivate da ogni parte politica ai lavoratori e dipendenti che, dalle 5 di mercoledì mattina, hanno incrociato le braccia nello stabilimento di San Sisto. Dalle 10 il sit in si arricchirà di interventi e rappresentanti di ogni sindacato, mentre si manterrà il contatto con Roma dove, alle 11, al ministero dello Sviluppo economico, inizierà la riunione. «Difendiamo il lavoro, difendiamo la Perugina. Perugia difende la Perugina».

LE PAROLE DI DON CLAUDIO, VIDEO

Il presidio e Don Claudio La prima parte si è conclusa alle 10.30: «Ma – tengono duro i lavoratori – non ce ne andiamo, ci sono i panini, ci sono le bibite, restiamo qui, davanti alla nostra fabbrica, in attesa di notizie da Roma». Prima però è stato il parroco di San Sisto, Don Claudio, a lanciare un messaggio: «Se perdiamo qua, abbiamo perso ovunque. Si espande e si rompe, per tutte le altre realtà. Non vogliamo essere nemici di nessuno, ma abbiamo il dovere di salvaguardare le persone: valgono molto più del lavoro e dell’economia. Dietro a loro ci sono i volti di mogli, uomini, mariti, figli, nonni, papà e mamme, non ce lo possiamo dimenticare. Questa è la base della vita».

IL POTERE DELLE MULTINAZIONALI

Il pessimismo Un rappresentante sindacale confessa: «Aspettiamo notizie da Roma ma vorremmo non arrivassero mai, lo sappiamo che saranno negative. Vediamo cosa accadrà e poi ci aggiorniamo a giovedì quando ci sarà una grande assemblea fra i lavoratori». Obiettivo è organizzare una grande manifestazione regionale a tutela del lavoro. In Perugina, ma non solo

L’occupazioneE proprio negli istanti in cui, a Roma, si insediava il tavolo, alla presenza del viceministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova, che si confronterà coi rappresentanti delle sigle sindacali Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil e con una delegazione dell’azienda, rappresentata dal capo del personale del gruppo Nestlé Italia Gianluigi Toia, davanti alla Perugina i lavoratori hanno deciso di bloccare simbolicamente la strada per qualche minuto. Cartelli, cori e uno striscione a  «dimostrazione che non stiamo scherzando».

Aggiornamenti nel corso della giornata

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