Videocentro in mano a Terni Reti per tre anni: affidamento in arrivo

Dopo la fase sperimentale per il servizio di facility management ecco il nuovo iter: con la manutenzione straordinaria può arrivare ad un valore di quasi 1 milione di euro

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di S.F.

«Le carenze della struttura comunale nel far fronte alla gestione del complesso del videocentro, già espresse nella delibera di consiglio comunale 266 del 29 dicembre 2020 e confermate, sono ulteriormente aggravate per la messa in quiescenza di personale. Nello specifico dell’unico operatore tecnico assegnato, con incarico di manutentore (solo manutenzione ordinaria) e con funzioni di controllo sulla funzionalità dell’immobile». E dunque, allo stato attuale, «permane l’impossibilità di gestione diretta da parte dell’ente». Risultato: il Comune è pronto ad affidare in house – è tuttora in corso in via sperimentale da marzo, ma ora si passa ad un qualcosa di più stabile – per tre anni a Terni Reti il servizio di facility management del videocentro di piazzale Bosco. Complessivamente, Iva compresa, si parla di un importo complessivo che non va molto lontano dal milione di euro per il periodo 2022-2024 considerando la possibilità di agire anche sulla manutenzione straordinaria.

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L’offerta di Terni Reti

Il grande affanno nella gestione

In sintesi il Comune non è in grado di occuparsi da sé della struttura e non da poco. Si tratta delle attività – per citarne alcune – legate alla gestione della portineria e delle emergenze, il servizio di helpdesk, la vigilanza ispettiva, la manutenzione degli impianti e delle attrezzature, nonché il lavoro sulle spese condominiali per il complesso da oltre 15.000 metri quadrati suddiviso tra teatri, sala convegni, uffici ed ulteriori zone. Al momento sono affittati spazi per 3.200 mq con incasso annuo di poco inferiore ai 350 mila euro. A fine 2020 fu dato il via libera all’affidamento in fase sperimentale e vista la situazione si proseguirà così, seppur con qualche modifica ed integrazione per il contratto di servizio. Anche perché – viene specificato – «le necessarie attività manutentive, la cui competenza ricade sulla direzione lavori pubblici/manutenzioni, non trovano piena attuazione risultando insufficienti per garantire le condizioni di sicurezza nella conduzione del complesso immobiliare». Le criticità sono le stesse di sempre ed in più manca personale interno.

L’entità dell’affidamento annuo

Funzionalità e sicurezza

Nel documento istruttorio vengono riepilogate tutte le problematiche: «La gestione esternalizzata in via sperimentale – viene ricordato in merito al 2021 – in scadenza il 31 dicembre, concretizzatasi nell’arco di 10 mesi» è stata mirata «oltreché a garantire l’ordinaria funzionalità e sicurezza degli immobili, all’immediata individuazione ed effettuazione degli interventi che potessero salvaguardare l’obsolescenza del complesso immobiliare e rendere meno onerosa la gestione ordinaria, evenienze puntualmente verificatesi ma che necessitano di ulteriori esperimenti di gestione e messa a punto». E il Comune per ora non è ancora «in grado di delineare un quadro chiaro e dettagliato dei fabbisogni dell’immobile, ciò che rappresenta una condizione necessaria (o quantomeno opportuna) per mettere il contratto a gara». Il plafond annuo per eventuali lavori di manutenzione straordinaria od ordinaria oltre il minimo base è quantificato in 80 mila euro .

Niente gara: i motivi. La congruità

Niente gara, ma affidamento in house. Motivo? «Il servizio strumentale – si legge – di facility management, pur disponibile sul mercato in regime di concorrenza, può essere affidato a Terni Reti. Ricorrere al mercato vorrebbe dire, allo stato attuale, dover spacchettare i servizi in diversi contratti quante sono le prestazioni ricercate, con evidente minore efficacia, efficienza ed economicità». Non solo: «Un ulteriore profilo di criticità per l’affidamento del servizio all’esterno è dato dal fatto che la gestione dell’immobile, caratterizzato da ingenti dimensioni e da un’elevata complessità, consta di esigenze non agilmente predeterminabili in astratto». Si fa tutto in casa. Terni Reti ha offerto 246.100 euro l’anno: «Dalla relazione di congruità – il feedback in merito – risulta evidente la convenienza economica rispetto a quanto disponibile sul mercato della pubblica amministrazione, nello specifico rispetto alla vigente convenzione consip – facility management 4 (lotto 16)». Il ribasso medio è infatti del 17,68. In definitiva c’è il via libera per un corrispettivo per il servizio triennale a 300.142 euro – comprensivo di Iva – l’anno. Ad occuparsi della partita per il Comune, con tanto di stipula del contratto, sarà la dirigente Grazia Marcucci. Il responsabile unico del procedimento è invece l’architetto Angelo Baroni.

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