VUS: lo ‘spoils system’ costa 20 mila euro al sindaco di Foligno (e ad altri sindaci)

Sentenza della Corte dei Conti dell’Umbria: «Illegittima la revoca del cda decisa nel 2019 per ragioni politiche»

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Il sindaco Zuccarini

di F.T.

Il ‘ribaltone’ risale al 21 agosto del 2019, quando l’assemblea dei soci della Valle Umbra Servizi (VUS) – società pubblica che gestisce tutta una serie di servizi, appunto, nel cuore della regione – aveva approvato a maggioranza la revoca del presidente Lamberto Dolci e della consigliera Daniela Riganelli (l’altro consigliere, Manuel Petruccioli, si era già dimesso irrevocabilmente). Decisione di natura politica, caldeggiata in primis dal neo eletto sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, sostenuta da altri colleghi per lo più di centrodestra, osteggiata da altri sindaci di area centrosinistra e che aveva dovuto affrontare – superandola – anche la contrarietà del Collegio Sindacale della VUS. In pratica uno ‘spoils system’ in salsa umbra, ritenuto più che legittimo da chi lo aveva attuato ma che lo stesso Collegio aveva portato all’attenzione della magistratura contabile. Con conseguente procedimento di fronte alla Corte dei Conti dell’Umbria e sentenza (emessa dal collegio composto dal presidente Floreani e dai giudici Mondera e Di Giulio) che è stata pubblicata proprio in questi giorni. La procura regionale aveva ipotizzato un danno erariale di 40.043 euro per «l’illegittima revoca dei componenti del consiglio di amministrazione della società». La Corte ha condiviso la lettura, condannato il sindaco di Foligno Zuccarini al pagamento di 20.021 euro e altri sei fra sindaci, ex ed amministratori pubblici – Giovanni Bontempi (Nocera Umbra), Attilio Gubbiotti (Sellano), Giuliano Boccanera (Norcia), Enrico Valentini (Gualdo Cattaneo), Elisa Sabbatini (Castel Ritaldi), Manuel Petruccioli (Giano dell’Umbria) – a risarcire la VUS per 2.860 euro ciascuno. L’assoluzione nel merito ha invece riguardato il sindaco di Montefalco, Luigi Titta. Nella sentenza si legge che «è emerso il dato inconfutabile dell’esistenza di un danno per la Valle Umbra Servizi Spa, consistente nelle somme corrisposte ai due membri del cda illegittimamente revocati (36 mila euro nel 2020, a seguito di contenzioso risolto da una conciliazione) e nelle spese di assistenza legale sostenute nella controversia (4.043 euro). Tale danno è la conseguenza della decisione di revocare illecitamente, senza giusta causa, ma solo per motivazioni politiche, il precedente cda». Appare scontato che la sentenza verrà impugnata dalle difese dei convenuti, di fronte ad una delle sezioni giurisdizionali centrali d’appello della Corte dei Conti, per ottenere una revisione sostanziale di quanto deciso dalla Corte umbra, ovviamente in un senso favorevole ai propri assistiti.

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