‘Riequilibrio’ bocciato: «Pronti al ricorso»

Terni, la decisione della Corte dei Conti dell’Umbria è arrivata venerdì mattina. Di Girolamo: «Fiduciosi sugli sviluppi». Le opposizioni: «Subito dimissioni»

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Leopoldo Di Girolamo

La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti dell’Umbria (presidente Fulvio Maria Longavita, giudici Vincenzo Busa e Beatrice Meniconi) ha respinto la proposta di piano di riequilibrio finanziario pluriennale avanzata dal Comune di Terni. La bocciatura è arrivata venerdì mattina e segue il giudizio negativo del Ministero dell’Interno. Il sindaco Leopoldo Di Girolamo: «Attendiamo le motivazioni e valutiamo il ricorso». A livello di Pd regionale invece si ritiene «opportuna una riflessione politica del gruppo dirigente, incontro a ore per valutare il da farsi».

LA BOCCIATURA DELLA CORTE DEI CONTI

Ennesima ‘bomba’ Per palazzo Spada, già sferzato dalle indagini sugli appalti, è l’ennesima bomba che – a prescindere da un eventuale appello – rischia di far saltare il tavolo. In seguito al primo giudizio espresso dalla commissione ministeriale coordinata dal sottosegretario da Gian Piero Bocci, l’assessore comunale al bilancio, Vittorio Piacenti D’Ubaldi, aveva parlato di «riequilibrio comunque fattibile». Poi era iniziata l’attesa per la parola più ‘pesante’, quella della Corte dei Conti dell’Umbria: un secco ‘no’ piombato sull’ente venerdì mattina.

Ricorso «In merito alle decisioni assunte – la nota del sindaco nel primo pomeriggio di venerdì – dalla Corte dei Conti sezione regionale di controllo per l’Umbria sul piano di riequilibrio finanziario, siamo in attesa di conoscerne le motivazioni anche al fine di argomentare al meglio il ricorso ai gradi successivi di giudizio, nel rispetto dei procedimenti che regolano la fattispecie. Dal canto nostro siamo convinti che il Piano sia sostenibile e che abbia una propria validità contabile e amministrativa, teso ad un reale risanamento dei conti dell’ente facendo leva sull’alienazione di patrimonio e attività – riconosciute dagli stessi organismi di valutazione consistenti –  non essenziali per l’attività del Comune di Terni».

«Corte dei Conti rapida» Di Girolamo resta fiducioso nonostante lo stop della Corte dei Conti: «Un piano basato – commenta – sulle alienazioni e non sull’utilizzo del Fondo di rotazione, elemento quest’ultimo che avrebbe portato a drastiche misure finanziare, con ricadute immediate nelle tasche dei cittadini. Siamo convinti che le ragioni dell’amministrazione comunale possano trovare dunque successivi esiti favorevoli anche alla luce dei chiarimenti e della documentazione che l’ente aveva predisposto ma che non ha potuto presentare in tempo utile per le vicende che si sono registrate nella giornata di ieri, che hanno visto, appunto, il verificarsi dell’indisponibilità di alcune apparecchiature oggetto di sequestro giudiziario. Al momento prendiamo atto della rapidità con la quale la Corte dei Conti ha inteso esprimersi non utilizzando tutto il lasso di tempo a sua disposizione. Ribadiamo che il Piano si inserisce in un quadro di riferimento finanziario dell’ente che è caratterizzato, come ha osservato il ministero degli Interni due settimane fa, anche da elementi sicuramente positivi, come il rispetto del patto di stabilità, degli equilibri di parte corrente, dalla diminuzione della spesa e dell’indebitamento, dall’aumento delle entrate e anche del recupero dell’evasione tributaria».

Dimissioni e futuro Infine Di Girolamo sottolinea che «il piano di riequilibrio presentato, rispetto al quadro nazionale caratterizzato dalle grandi difficolta economiche che tantissimi Comuni stanno vivendo, rapportandolo alle richieste di accesso a questo tipo procedure da parte di tanti altri Enti locali, è sicuramente tra quelli di minore rilevanza economica. La situazione finanziaria dell’ente continua infatti ad essere governabile, i risultati di questi ultimi due anni stanno a dimostralo, e il piano è stato, fin dalla sua genesi, ritenuto uno strumento di pianificazione e di risanamento, per dare maggiore prospettiva e capacità operativa alle finanze dell’ente. In merito alle prospettive di questa azione amministrativa confermo quanto già detto in maniera chiara e inequivocabile in consiglio comunale, assumendomi l’onere – conclude – di governo fino ad esito definitivo delle procedure di risanamento in corso».

Thomas De Luca

COMUNE DI TERNI, DICEMBRE 2016: «UN PIANO AMBIZIOSO»

«Dimissioni subito» Sul punto il Movimento 5 Stelle di Terni, attraverso il capogruppo in consiglio comunale Thomas De Luca, afferma che «la consiliatura Di Girolamo è finita. La Corte dei Conti, senza mezzi termini, ha respinto il piano, certificando che tutto quello che abbiamo denunciato fino ad oggi, era la verità. Si chiude – scrive De Luca – la peggiore stagione politica della storia della città che ha portato il Comune all’abisso, alla voragine del dissesto finanziario. Chi ha sbagliato deve pagare, le colpe e i debiti di questa classe politica non possono e non devono pagarli i ternani. Oggi abbiamo più che mai bisogno di ritornare a sperare, di affrontare uniti questo momento buio comune una comunità. Leopoldo Di Girolamo – conclude il capogruppo del M5S in Comune – rassegni immediatamente le sue dimissioni».

«Gli ha ‘mangiato i compiti il cane’?» Lo stesso De Luca è poi tornato sulla questione con un’altra nota particolarmente dura: «La volontà dichiarata da parte di Leopoldo Di Girolamo di andare avanti ad ogni costo anche dopo la bocciatura da parte della Corte dei Conti, continuando a sfidare la magistratura ordinaria e quella contabile, è un intento pericoloso e irresponsabile che mette a repentaglio il destino di Terni e sarà causa di danni irreparabili. Danni non solo sotto il profilo del dissesto e della deficitarietà strutturale dell’ente, che peggiora di giorno in giorno, ma molto più drammaticamente al tessuto economico, produttivo e sociale. Il 1° giugno – afferma De Luca – il sindaco ha promesso solennemente in consiglio comunale che avrebbe rassegnato le sue dimissioni appena dopo l’avvenuto pronunciamento della Corte dei Conti. Questo a prescindere dall’esito. Oggi dopo la doppia bocciatura si rimangia completamente le sue parole e continua a caricare a testa bassa contro tutto e contro tutti. Tutto ciò ha definitivamente messo una pietra tombale sulla credibilità delle istituzioni. Il sindaco si spinge oltre e in un mix di complottismo e di ‘mi ha mangiato i compiti il cane’ attribuisce la responsabilità ai sequestri disposti dalla magistratura il giorno prima. Peccato che essi, per quello che abbiamo appreso dai media, siano avvenuti ai servizi sociali e non alle attività finanziare».

«Valutiamo il da farsi, riflessione necessaria» Andrea Pensi, responsabile enti locali della segreteria regionale del Pd dopo la bocciatura del piano: «Prendiamo atto del responso della Corte dei Conti sul piano di riequilibrio del Comune. Al netto dell’ipotesi di ricorso che spetterà all’amministrazione formulare, riteniamo comunque opportuna una riflessione politica del gruppo dirigente. Promuoveremo, dunque, nelle prossime ore, un incontro con il gruppo dirigente del ternano, alla presenza del segretario regionale, per valutare il da farsi».

Stefano Lucidi

«Il baratro» «#DimissioniSubito – esordisce il senatore M5S, Stefano Lucidi –  a valle della disposizione della Corte dei Conti di respingere la proposta di riequilibrio finanziario per il Comune di Terni. Sembra che Di Girolamo e gli altri accaniti faranno ricorso, ma qui non si tratta di fare ricorso. Qui non nei tratta di capire se riusciremo a salvare la baracca o meno. Non è immaginabile lasciare una città abbandonata a se stessa, e diretta da una giunta azzoppata in questo modo. Come è possibile immaginare queste persone sedute intorno ad un tavolo e discutere del futuro di Terni? Con quale entusiasmo possono farlo, con quali idee e quale visione? Per rilanciare una città servono idee fresche, progetti, entusiasmo e visioni che in questo momento è difficile possano essere messe sul tavolo da queste persone. Non ci frega più niente di pattinare sulla linea della legalità, questo è un discorso oramai non più accettabile. Non ci interessa sapere se è giusto o se è sbagliato.  Non vogliamo più perdere tempo a studiare e capire se quello che avete fatto va bene o non va bene. Vogliamo altro. Quindi. Dimettetevi e tornate alle vostre faccende private. Non trascinate la città nel baratro insieme a voi. Lasciateci progettare il nostro futuro con la freschezza e con la limpidità che serve. Fatelo».

Lorenzo Carletti

Rifondazione comunista: «Liberate la città» Nel primo pomeriggio arriva il commento di Lorenzo Carletti, segretario Prc Terni: «Fuori tutti! La Corte dei Conti della regione Umbria si è pronunciata rigettando il piano di pre-dissesto finanziario presentato dal Partito Democratico. L’unica soluzione sono le immediate dimissioni di sindaco e maggioranza che hanno messo a bilancio entrate virtuali, perché impossibili da riscuotere, o che hanno creato società dello sperpero. Una gestione ‘allegra’, o meglio truffaldina, che si è poi spenta con la spending review e le regole imposte da Bruxelles, supinamente recepite da governi, regioni e comuni. L’unica ‘cura’ che è stata approntata? Meno servizi al massimo prezzo, mantenendo privilegi, posizioni, sperperi, ignobili precedenze, lasciando decadere economicamente e socialmente il territorio. Si restituisca a questa città la dignità privata da anni di scelte amministrative scellerate, dettate da equilibri di potere privatistici ed antagonisti all’interesse pubblico. Si affranchi questa maggioranza politica che ha portato questa comunità nel baratro. Portate con voi la vostra arroganza. Liberate questa città».

Marco Cecconi

«Fallimento annunciato» Sulla stessa linea Marco Cecconi, consigliere comunale di FdI-An: «Un altro anno o giù di lì buttato via, dall’ammissione del predissesto e l’annuncio di un Piano di riequilibrio, al primo passaggio di quel Piano in consiglio comunale nell’ottobre scorso e sino ad oggi. Un altro fallimento annunciato, scritto in misure di risanamento tanto aleatorie quanto lo sono stati quei bilanci farlocchi e quella gestione menzognera dei conti pubblici che, esercizio dopo esercizio, hanno provocato l’accumularsi di montagne di debiti. Un’altra bocciatura già scritta, anche a prescindere dal parere tranciante di inadeguatezza formulato già pochi giorni fa dal Viminale. L’ennesima conferma di una cialtroneria politica e amministrativa senza rimedio e senza attenuanti. Il no della Corte dei Conti subissa di ridicolo chiunque sino ad oggi – dall’assessore al bilancio al Pd, dal sindaco alla sua maggioranza, passando per i relativi capogruppo – abbia parlato di ‘segnali positivi’ intorno all’iter di approvazione del Piano di riequilibrio, di assunzione di responsabilità da parte dei suoi autori, di messa in sicurezza dei conti pubblici (nientemeno) e persino, udite udite, di investimento sul futuro. Il totale dei debiti da ripianare contenuti nel Piano è solo una parte dei debiti effettivi, molti dei quali rimasti fuori dal conto. Le misure di risanamento presentate, altrettanto, corrispondono a cifre buttate lì a casaccio, come quelle che si pensava assurdamente di incassare da qui a Natale con la vendita delle Farmacie, per le quali – se mai sarà – ci vorrà molto ma molto più tempo e anche un bambino lo capisce. Ma chi è che davvero pensava di farla franca, con una roba così? Dal tentativo abortito di ‘predissesto dolce’ al dissesto cruento, il passo sarà breve? Legge alla mano (basti pensare al famoso Testo Unico sugli Enti locali), i responsabili del dissesto saranno chiamati a risponderne personalmente, fino alla conseguenza dell’interdizione dai pubblici uffici? Sono alcune delle ipotesi possibili, dalle quali abbiamo messo in guardia per mesi, inutilmente. Quello che intanto, certamente, tutti si aspettano sono le dimissioni del sindaco: annunciate ad approvazione del Piano avvenuta, obbligate dopo questa bocciatura. Di tempo perso ce ne avete inflitto fin troppo. Di buffonate Terni non ne può più. Di fronte a tanta inettitudine e colpa, non c’è alternativa se non togliersi una buona volta di torno.  La giustizia faccia il suo corso, da quella penale a quella contabile. La brutta politica torni a casa a meditare. La città – termina Cecconi – si faccia avanti e si riappropri di se stessa».

Enrico Melasecche

«Vergognosa buffonata» Enrico Melasecche, consigliere di ‘IlT, ricorda che «abbiamo passato ore a discutere in consiglio comunale martedì e mercoledì sulla buffonata di inesistente equilibrio di bilancio. Con il collegio dei revisori dei conti che, richiamati in III° commissione dal sottoscritto alla serietà delle proprie affermazioni, hanno ritenuto doveroso un atto ulteriore molto meno assolutorio rispetto al precedente che richiamava esplicitamente lo spettro della bocciatura da parte della Corte dei Conti di un piano di rientro che rappresenta una vergognosa buffonata rispetto al quale Piacenti, Tartarin di  Tarascona da Avigliano, ha avuto l’ardire di dichiarare che ‘la  provvista per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio si sarebbe potuta materializzare anche nei prossimi trent’anni’ con la conseguenza che secondo le sue fantasmagoriche asserzioni il relativo riconoscimento sarebbe potuto avvenire da qui al 2047 rispetto al un piano quinquennale. Puro avventurismo finanziario e politico da cialtroni delle pubbliche finanze e della politica, certi di poter dire e fare ciò che più loro aggrada nella impunità di una giustizia che fino ad oggi a Terni ha avuto responsabilità non lievi nel chiudere occhi ed orecchie rispetto a quello che succedeva. Dissi e ripeto, Terni ha rappresentato una enclave in questa Repubblica, che molto bene ha descritto il presidente dell’Anac Cantone quando ha ricordato la difficoltà, per non dire la riluttanza, delle Procure ad indagare nelle città di provincia sugli illeciti della politica. Credo che quanto sta accadendo da qualche mese a Terni e in Umbria, sia sul fronte della magistratura ordinaria che su quello della magistratura contabile sta restituendo ai cittadini onesti la fiducia in uno Stato che per troppo tempo è apparso assente, quando non anche connivente, con chi ha fatto del governo della città una propria personale baronia. Che poi la sensibilità di questi amministratori sia ridotta al nulla da ipotizzare un qualche ricorso (nell’interesse della città, ha, ha , ha!) come cozze attaccate al proprio scoglio, la dice lunga sulla decenza ormai ampiamente superata. Avvocato Cavicchioli, noi vorremmo credere alle sue dichiarazioni quando, in risposta al sottoscritto che le ricordava il suo passato da socialista, con riferimento a Turati, ai fratelli Rosselli, a Pertini, ed ai valori richiamati da quei personaggi, sul suo onore dichiarava che mai e poi mai sareste ricorsi all’accanimento terapeutico’ se le condizioni obiettive di questo percorso avessero raggiunto livelli di insostenibilità ed indecenza. Attendiamo coerenza. Il popolo, di cui troppo spesso –  conclude Melasecche – vi siete riempiti la bocca, deve oggi riacquisire il compito non lieve di affidare il governo della città a chi più lo merita».

Emanuele Fiorini

Lega Nord È il capogruppo Emanuele Fiorini a parlare: «Inaspettato come la pioggia di questa torrida giornata, cala la mannaia  della Corte dei Conti. Anzi, visto il parere del Viminale tanto  inaspettata non lo era neppure. Di certo oggi è certificato il fallimento di una delle peggiori giunte che la storia della città  ricordi. Tuttavia il sindaco, nonostante l’evidenza dei fatti,  incredibilmente non rassegna come promesso le proprie dimissioni,  aggrappandosi all’ultima speranza del ricorso avverso la decisione della  magistratura contabile. Eppure basta guardare fuori dalle stanze del palazzo per vedere una  città distrutta, i disastri sociali, la disoccupazione giovanile record, una incidenza di malattie elevatissima dovuta ad inquinamento, progetti iniziati e mai portati a termine o falliti, negozi chiusi, immobili sfitti ovunque, commercianti portati alla disperazione, sporcizia dappertutto, raccolta dei rifiuti pietosa, accattonaggio fuori controllo e una città non sicura. E soprattutto nessun progetto di sviluppo economico o di rilancio economico sociale. Patetico e grottesco, a questo punto, è l’atteggiamento del sindaco e della sua Giunta nel coltivare la speranza di rimanere attaccati alla poltrona, confidando in un sovvertimento della decisione della Corte dei Conti che non avverrà mai, semplicemente perché il piano di riequilibrio economico finanziario è disastroso».

Francesco Ferranti

FI: «Danni ai cittadini» Per Francesco Maria Ferranti, capogruppo in consiglio di Forza Italia, «un’ulteriore perdita di credibilità politica del Pd ammesso ne fosse rimasta ancora un po’. Un piano di riequilibrio che, come ho detto in consiglio giorni fa, si basa su molte ipotesi e zero certezze. L’unica certezza è che il Pd non è più in grado di governare né Terni né l’Umbria e nel farlo arreca danni ai cittadini». Anche il coordinatore provinciale del partito, Sergio Bruschini, è intervenuto sullo stop da parte della Corte dei Conti: «Sembra di trovarsi ormai a Terni su di una nave in mezzo al mare e di scoprire l’esistenza di una falla nella stiva. Un buco da cui entra acqua, cosa che alla lunga porterebbe inevitabilmente la nave ad affondare e tutto l’equipaggio a morire. Ecco che sarebbe indispensabile che il capitano prenda i provvedimenti necessari al fine di tappare la perdita, riparare il buco. A prima vista parrebbe una teoria estremamente ragionevole. Buon senso puro. Ed in effetti è così: il capitano deve prendere le misure necessarie tali da evitare il naufragio. Il problema sorge quando si prova a discutere quali siano le misure necessarie. Quale sia l’ordine che il capitano deve impartire al suo equipaggio. Rimanendo nella metafora traslata alla città, il sindaco è il capitano che per evitare che la nave – la città di Terni – affondi per colpa del buco, sta utilizzando e sacrificando tutto il suo equipaggio (assessori dimissionati, crisi continue, cambi di dirigenti) ad uno ad uno pur di provare a tappare la falla. Questa è la realtà. Uno ad uno i membri dell’equipaggio e tutti i tentativi cadono. E il buco rimane, la nave intanto continuerà ad imbarcare acqua. E allora sì che la situazione sarà gravissima perché nemmeno le scialuppe potranno più essere calate in mare e salvare i marinai la ciurma. Il capitano avrà ottenuto il suo scopo dimostrare di aver fatto di tutto per tappare il buco e salvare la nave, al prezzo però della morte del suo intero equipaggio e la perdita di un approdo di salvezza per la città. Una falla questa che non nasce per caso ma già determinata da un materiale usato per la costruzione della nave ormai inadeguato, consunto (programma, metodo e modo di amministrare vecchio legname usato). Ed è quello che sta accadendo a Terni. Non possiamo permetterlo è ora di una nuova nave ed un nuovo equipaggio diano speranze di approdo ,solidità nuovo metodo di governo. Come partito lo avevamo detto un anno fa, questo equipaggio ed il suo capitano non sono più in grado di governare la nave e tanto meno di riparare il buco. Se avessero dato ascolto molti altri problemi si sarebbero anche forse evitati ed oggi la città avrebbe guadagnato tempo e avrebbe altre chance.E di tempo c’è ne poco siamo ormai a livelli gravi di tempesta».

Nicola Zingarelli

Sinistra italiana «Avevamo già suggerito – spiegano in una nota Elisabetta Piccolotti, David Proietti e Nicola Zingarelli, rispettivamente segretario regionale, provinciale e comunale – di interrompere la consiliatura nei giorni dei domiciliari del sindaco Di Girolamo. Oggi di fronte alla bocciatura del piano di predissesto da parte della Corte dei Conti crediamo che per la maggioranza che governa la città non resti che prendere atto di una situazione insostenibile. Il dissesto finanziario è una condizione grave, e ancora più grave è il fatto che il Sindaco e la sua maggioranza non siano stati in grado di proporre un piano credibile. Saranno anni difficili per Terni, in cui verranno messi in discussione servizi e attività che sono la spina dorsale del rapporto con i cittadini, della tenuta sociale in un momento di crisi economica, dello possibilità di un nuovo sviluppo civile ed economico. La scelta su come affrontare questa fase, con quali programmi e con quali proposte, non può essere sequestrata dagli eletti che l’hanno prodotta. La parola torni ai cittadini, ai quali come Sinistra Italiana proporremo un percorso di attivazione civica, libera, che sfrutti le migliori competenze della città che abbiano interesse a costruire un percorso alternativo a quello del centro-sinistra che ha governato negli ultimi anni».

Unione civica per Terni «Dopo il minuetto – la nota del coordinamento – delle omissioni e delle dichiarazioni illusorie da parte dell’amministrazione cittadina, arriva infine la scioccante certezza: la Corte dei Conti ha respinto venerdì il piano di riequilibrio. Basta con l’accanimento terapeutico. In un momento tanto complesso, è ormai più che acclarata l’inadeguatezza dell’amministrazione cittadina, che non può altro che dimettersi per il bene della città: in un atto di estrema responsabilità, si deve ora liberare il campo perché l’unica speranza possibile è aprire una nuova pagina per Terni in cui i protagonisti principali siano finalmente i ternani, con l’aiuto del gran numero di uomini e donne capaci, eccellenze, che questo territorio sa esprimere. Unione Civica per Terni  lavorerà in ogni modo possibile perché i cittadini stessi tornino a decidere e a governare il proprio futuro, perché  la città possa preparare per sé una nuova classe politica che degnamente la rappresenti».

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