Tragedia di Orvieto, sabato l’addio insieme

Si terranno sabato pomeriggio nella chiesa di Sant’Andrea i funerali di Carlo Carletti della moglie Rosalba e della figlia Cinzia

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Saranno uniti fino alla fine, anche nell’ultimo viaggio terreno, Carlo Carletti, la moglie Rosalba e la figlia Cinzia, vittime del duplice omicidio-suicidio compiuto dal 66enne di Orvieto mercoledì: i funerali dei tre si svolgeranno infatti unitariamente sabato alle 15, nella chiesa di Sant’Andrea, e saranno preceduti, nello stesso luogo, dalla camera ardente che si aprirà alle 12. «Di fronte ad una tragedia del genere così grande e complicata – commenta il parroco di Sant’Andrea, don Luca Conticelli – un cristiano può solo fermarsi e pregare. Lo dobbiamo fare tutti insieme, senza giudizi. Non sta a noi darli, dobbiamo essere misericordiosi e accompagnare Carlo e la sua famiglia tutti insieme». Sarà lo stesso don Andrea, che conosceva personalmente i Carletti – «una famiglia bellissima», ricorda – ad officiare le esequie, in cui è attesa una grande partecipazione.

Il malore e la visita specialistica

La data della visita specialistica – accertamenti di natura psicologica – era già stata fissata agli inizi della prossima settimana. Ma a quell’appuntamento Carlo Carletti non andrà, dopo la carneficina compiuta mercoledì mattinata, quando nella sua casa di vico Sant’Antonio ha ucciso a colpi di fucile prima la moglie Rosalba, 67 anni, e poi la figlia Cinzia, 35 da compiere a breve, per poi spararsi con la stessa arma. Una visita – prescritta dal medico di famiglia dopo il malore accusato lunedì sul luogo di lavoro dal 66enne, dipendente civile del ministero della Difesa – che ora potrebbe essere interpretata come una prima spia di un malessere interiore covato chissà da quanto, ma che comunque mai avrebbe potuto far immaginare un epilogo tanto drammatico.

Interrogativi senza risposta

«Non risulta al momento che Carletti avesse problemi psichiatrici, poi se negli ultimi giorni sia scattato qualcosa lo stiamo ancora approfondendo», ha spiegato venerdì mattina il comandante provinciale dei carabinieri di Terni, Davide Rossi, parlando del caso che ha sconvolto la Rupe a margine della presentazione del calendario 2020 dell’Arma. «È chiaro che qualcosa deve essere successo nella sua mente – ha proseguito – anche se è difficile cogliere dei segnali di un malessere interiore che può degenerare in queste tragedie. Va approfondita la sfera personale, Carletti viene descritto come una persona introversa e taciturna, ma anche affidabile, pacata, disponibile e attaccata alla famiglia. Se fosse emerso qualcosa di preoccupante ovviamente ci sarebbero stati una serie di atti preliminari, a tutela della collettività e della famiglia. Quando si ha un sentore, certificato da un’autorità medica o da altri elementi di evidenza abbastanza oggettivi, la prima cosa che facciamo è ritirare in maniera preventiva e cautelare le armi di cui il soggetto può detenere. Ma è chiaro – ha concluso il colonnello Rossi – che in questo caso non c’erano stati questi segnali».

L’evidenza dei fatti

Dunque rimangono aperti – forse lo rimarranno per sempre – tanti interrogativi sul movente di questa inattesa tragedia, mentre appare chiara la dinamica (prima gli spari alle due donne, colpite alla sprovvista, poi l’arma rivolta verso sé stesso da Carletti, che avrebbe agito nella mattinata di giovedì) suffragata dalla ricognizione esterna svolta dal medico legale sui cadaveri. Dunque il sostituto procuratore di Terni Marco Stramaglia non ha ritenuto necessario svolgere autopsia sulle salme, già venerdì restituite alla famiglia. A cui spetta ora il triste compito di fissare la data dei funerali – potrebbero svolgersi già nella giornata di sabato – per un ultimo saluto a cui è pronta a partecipare, fisicamente e idealmente, tutta la comunità orvietana.

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