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Home » Elettrocarbonium, Sgl: «Basta mediazioni»

Elettrocarbonium, Sgl: «Basta mediazioni»

di Marco Torricelli
11 Marzo 2016
in Economia, Imprese, Lavoro, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Lo stabilimento di Narni

Lo stabilimento di Narni

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La parte più dura da digerire, forse, sarà quella dedicata alla politica. Già, perché il liquidatore della Sgl Carbon, l’avvocato Marco Petrucci, nella giornata di giovedì non si è limitato a chiedere a Michele Monachino di restituire le chiavi dello stabilimento di Narni.

Marco Petrucci
Marco Petrucci

I mediatori Petrucci, in un passaggio della lettera inviata, oltre che all’Elettrocarbonium, al Mise, alle istituzioni locali ed ai sindacati, ha scritto anche parole pesanti come pietre e riservate proprio alla politica: quando sarà tornata in possesso dello stabilimento, infatti, la Sgl Carbon si metterà alla ricerca di possibili acquirenti – ammesso che non abbia già iniziato a farlo – ma lo farà in prima persona e, ha specificato il legale, non permetterà a nessuno di fare ancora da mediatore.

L’invadenza Il riferimento, fin troppo chiaro, è alla invadente presenza della politica nella trattativa che ha portato ad affidare la fabbrica narnese proprio a Michele Monachino: un’invadenza che, ora, rischia di trasformarsi in un alibi, per la multinazionale, che potrebbe decidere di tenere chiuso il sito senza nemmeno perdere troppo tempo a dare spiegazioni. Con conseguenze che sarebbero catastrofiche per i lavoratori, ma che potrebbero provocare anche degli smottamenti politici non trascurabili.

Sergio Bruschini
Sergio Bruschini

La fiducia «Il consiglio comunale di Narni – dice Sergio Bruschini (Forza Italia) – aveva dato all’unanimità mandato al sindaco e ovviamente all’assessore delegato di attuare tutte le azioni necessarie per salvare la principale fabbrica di Narni e l’unica in Italia che produce elettrodi. Le scelte fatte si sono rivelate totalmente sbagliate, il fallimento e la richiesta da parte di Sgl della riconsegna della fabbrica ne sono la testimonianza conclusiva. Chi ha creduto in questo imprenditore, ci deve spiegare quali vere e reali garanzie aveva dato in mano alle istituzioni al nostro sindaco ed assessore per accreditarsi in modo assoluto con garanzia di solidità e credibilità? Perché lo hanno sostenuto e difeso fino alle ultime vicende».

Il ‘piano’ Bruschini, poi, affonda il colpo: «Abbiamo finalmente potuto vedere il famoso piano industriale, che è stato inviato in forma riservata al ministero dal 15 gennaio 2015. Dallo stesso appare che l’iniziativa imprenditoriale si basava in modo molto forte su fondi e finanziamenti che sarebbero dovuti venire in grossa parte dalle istituzioni in su ipotesi di un mercato che in pratica non c’e mai stato. A questo punto ci chiediamo su quali reali solidità si è continuato a crederci fino ad arrivare all’oggi? Quali garanzie facevano ancora sostenere l’iniziativa?».

Operai Elettrocarbonium, blocco ferrovia Narni 3 - 9 marzo 2016«Dimissioni» Chi ha sbagliato, insiste l’esponente di Foza Italia, «si faccia da parte. Sindaco ed assessore hanno suonato la sirena e tutti abbiamo applaudito, abbiamo offerto credito, per un periodo sono stati eroi, ma evidentemente il credito non era ber riposto e ritengo che conoscessero i problemi e le criticità e non sarebbero dovuti arrivare all’oggi. Sindaco ed assessore quindi rassegnino le dimissioni. La principale fabbrica chiude, con essa diverse aziende del indotto, lavoratori senza prospettive. La politica ne tragga le conclusioni si rimetta in discussione sia capace di dare un segnale di responsabilità».

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