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Home » Gesenu, alta tensione in consiglio regionale

Gesenu, alta tensione in consiglio regionale

di Marco Torricelli
18 Novembre 2015
in Attualità, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Il consiglio regionale

Il consiglio regionale

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Scintille, in consiglio regionale, nel confronto tra maggioranza e opposizioni sulla possibile costituzione di una commissione speciale d’inchiesta in materia di rifiuti, alla luce di quanto emerso nelle inchieste giudiziarie che riguardano la Gesenu.

Rometti L’ex assessore Silvano Rometti ha detto che «nella situazione umbra, la maggior parte dei Comuni sono azionisti di queste società, per cui i possibili contraccolpi per queste realtà potrebbero essere gravi. Dobbiamo arrivare a una proposta che circoscriva le attività di questa commissione».

Le opposizioni A chiedere la commissione sono stati tutti i gruppi di opposizione, con riferimento non soltanto alle conseguenze delle interdettive antimafia che riguardano Gesenu, ma anche all’intera gestione dei rifiuti in
Umbria. Due sospensioni, da mezzogiono in poi, non sono bastate a mettere d’accordo le forze politiche su obiettivi e
materie d’inchiesta della commissione.

La maggioranza Dopo la seconda pausa, intorno alle 16,30, il capogruppo del Pd, Giacomo Leonelli, pur non dichiarandosi contrario a verificare con lo strumento della commissione consiliare la vicenda Gesenu, ha chiesto agli esperti di Palazzo Cesaroni di verificare che l’organismo nasca con i presupposti indicati dai richiedenti, soprattutto per quanto riguarda la gestione in Umbria dell’intero ciclo dei rifiuti.

Leonelli «Nessuno vuole nascondere la polvere sotto al tappeto – ha detto Leonelli – perché non ne abbiamo. Però va chiarito l’oggetto della discussione, un conto è dire andiamo con la lente di ingrandimento a guardare cos’è successo in questi anni, per capire noi stessi e per dare segnale di trasparenza importante ai cittadini. Un conto è invece lasciarsi andare a una sorta di criminalizzazione indistinta del sistema di gestione rifiuti locale. Agitare sospetto di malaffare indistinto e diffuso in Umbria non giova a nessuno, a Comune, Regione, cittadini e dipendenti della società. Non pensiamo però, e lo dico alle minoranze, di risolvere il problema con una commissione d’inchiesta. Servono riforme».

Le accuse Dal capogruppo del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, è arrivata l’accusa alla maggioranza di voler coartare il dibattito e le possibilità ispettive della commissione. Il senatore Stefano Candiani, della Lega Nord, invece, denuncia «il tentativo da parte della maggioranza di insabbiare o di rendere sostanzialmente vuota e inutile la Commissione d’inchiesta. Quello messo in atto dal Pd è un tentativo di coprire le proprie responsabilità politiche nelle passate gestioni, impedendo ai cittadini di ottenere quella chiarezza che solo la magistratura pare interessata a fare».

L’INTERVENTO DELLA PRESIDENTE MARINI – IL VIDEO

La giunta La presidente Catiuscia Marini ha preso la parola per chiarire che «la giunta regionale si dissocia dall’inserirsi in procedimenti che riguardano magistratura e prefettura. La sottoscritta e gli assessori – ha annunciato Marini – non voteranno sui primi quattro punti indicati nella richiesta di commissione». Dopo il suo intervento, il confronto è stato di nuovo sospeso in attesa del parere tecnico richiesto dal Pd.

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