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Home » Inchiesta Gesenu: parla Sassaroli

Inchiesta Gesenu: parla Sassaroli

di Lucina Paternesi
7 Dicembre 2016
in Ambiente e salute, Cronaca, Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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L.P.

Quasi tre ore d’interrogatorio per respingere ogni accusa. A una settimana dagli arresti domiciliari l’ex direttore tecnico di Gesenu, Giuseppe Sassaroli, martedì mattina è stato sentito dal gip Alberto Avenoso come principale indagato dell’inchiesta ‘Spazzatura d’oro’ che lo vede coinvolto per reati come associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode e truffa a danno di 24 comuni dell’Ati 2.

Giuseppe Sassaroli
Giuseppe Sassaroli

L’impianto E davanti ai giudici, era presente anche il Pm della Direzione distrettuale antimafia, Valentina Manuali, con cui lo stesso Sassaroli ha chiesto di poter parlare, colui che per oltre trent’anni ha gestito l’azienda pubblico privata che gestisce lo smaltimento dei rifiuti nell’Ati 2 ha parlato del suo ruolo all’interno di Gesenu. «Una realtà – spiega il suo legale David Brunelli -che conta 1200 dipendenti, appalti e impianti in diverse regioni italiane, dalla Sicilia alla Sardegna, oltre che in Umbria».

La sede Gesenu
La sede Gesenu

‘Una vita in Gesenu’ Un uomo molto provato dal punto di vista psicologico, come lo descrive il suo legale, «perché dopo aver vissuto 37 anni in Gesenu sabato si è dimesso dopo le ultime vicende, nonostante aveva già detto che entro l’anno avrebbe chiuso ogni rapporto con l’azienda vista l’età». Agli arresti domiciliari Sassaroli ha letto sui giornali le descrizioni che lo riguardano e non «è stato bello scoprire come ti dipingono dopo aver dedicato una vita intera a quell’azienda». Intanto al giudice Sassaroli ha respinto ogni addebito e illustrato l’impianto generale in cui in questi anni si è trovato a lavorare. Ha ricostruito la dimensione della Gesenu, con 60 impianti in tutta Italia di raccolta e trattamento di rifiuti da gestire direttamente o indirettamente.

La discarica
La discarica

Responsabilità «Lui è direttore tecnico di tutta la società, ma si occupa di questi impianti a livello organizzativo strategico, delle problematiche generali. Non si è mai occupato di quale rifiuto entrasse o uscisse e se gli operai svolgevano bene il proprio compito. Le procedure aziendali sono volte a impostare e a risolvere correttamente queste problematiche, indicando per ciascun impianto le persone preposte a gestire, controllare, verificare e dare direttive» spiega ancora Brunelli. La difesa, pertanto, punta a scagionare Sassaroli dalle eventuali responsabilità operativo-gestionali: «l’indagato non era a conoscenza di vicende che riguardano la gestione concreta degli impianti, né ha mai dato direttive illecite agli organi esecutivi».

discarica-borgogiglione5Accuse Nessuna responsabilità, dunque, da parte sua e se gli illeciti sono stati commessi è stato fatto contro la sua volontà e a sua insaputa. «Anche rispetto agli impianti gestiti direttamente da Gesenu come Ponte Rio o Pietramelina – ha aggiunto il legale – Sassaroli non poteva sapere concretamente cosa entrasse, ma stabiliva solo cosa dovesse entrare in astratto. Se poi quello che è effettivamente entrato non corrisponde a quanto da lui astrattamente stabilito, questo non poteva saperlo». Le intercettazioni nel suo ufficio, dunque, sarebbero solo coincidenze, Sassaroli respinge ogni accusa di aver avallato la falsificazione dei risultati delle analisi o autorizzato qualsiasi tipo di smaltimento illecito.

Controlli «La realtà di qualunque grande amministrazione è che si usano le direttive, si fa il quadro. Ci possono essere stati sforamenti o altre piccole irregolarità – conclude l’avvocato – ma se è successo qualcosa le responsabilità vanno cercate tra chi sorvegliava l’impianto» L’indicazione, dunque, è di scavare più a fondo tra i responsabili operativi degli impianti e, poi, ancora, i collaboratori dei capo impianti, perché le procedure di controllo prevedono attribuzioni ben precise. Durante l’interrogatorio è emerso anche che sugli impianti si è sempre esercitato sia il controllo interno dell’azienda, sia il controllo esterno degli organi istituzionali, quali Regione, Provincia, Arpa, Asl, Noe. L’ing. Sassaroli ha riferito anche che aveva ben presenti le problematiche relative al necessario miglioramento e ammodernamento della qualità e dell’efficienza degli impianti, ma che ciò non pregiudicava lo scrupoloso rispetto dei requisiti di legge che l’azienda ha sempre preteso e che gli impianti esistenti potevano comunque garantire.

Davanti al Pm Intanto, in attesa dell’udienza del riesame, Sassaroli ha chiesto di voler parlare con il magistrato. L’interrogatorio si terrà venerdì quando, forse, l’ex direttore tecnico potrebbe di nuovo cercare di far luce su altre responsabilità che potrebbero emergere in ordine a chi doveva controllare e non l’ha mai fatto.

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