Narni, Italeaf: «Nera Montoro, sito rigenerato

I dati diffusi «sono destituiti di ogni fondamento e hanno l’effetto di generare allarmismo e un’erronea percezione della situazione ambientale»

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Il sito industriale di Nera Montoro, che secondo le accuse di Andrea Liberati (M5S) sarebbe stato trasformato in una sorta di ricettacolo di scorie inquinanti, «è stato rigenerato e salvato dal degrado grazie alle attività industriali del gruppo Italeaf nel settore della sostenibilità e delle clean technologies».

Le precisazioni A dirlo, ovviamente, è la stessa Italeaf, che specifica come: «dalla data di acquisizione dell’area industriale di Nera Montoro, non ha ricevuto alcun conferimento di materiale di scoria, né quello di alcun altro tipo di rifiuto industriale, dall’Ast di Terni», ma anche che «l’utilizzo di materiali residui dalle lavorazioni di impianti industriali siderurgici per la realizzazione dei terrapieni per l’ampliamento dell’area produttiva, risalgono ad oltre 70 anni fa e sono testimoniati da numerosi testi di storia industriale del territorio oltre che dal progetto di bonifica delle acque di falda e dei suoli».

Gli investimenti Italeaf, poi, chiarisce che «con l’acquisizione dell’area, ha condotto dall’agosto 2010 e completato una intensa campagna di bonifica dei terreni, che ha previsto un’opera di pre-caratterizzazione dei suoli da bonificare e il decorticamento e rimessa in pristino della viabilità interna (aree asfaltate) e di varie zone industriali con un investimento di 1,75 milioni di euro. Italeaf ha, inoltre rilevato, gli impianti industriali di trattamento delle acque di falda con rilevanti capacità di processo. Tali impianti (chimico-fisico e biologico), comprendenti ben 48 pozzi di sbarramento verso il Nera, sono gestiti operativamente da TerniEnergia, secondo un contratto con Syndial SpA (gruppo Eni) con scadenza nell’esercizio 2021, per un corrispettivo complessivo annuo a 1,3 milioni di euro. TerniEnergia dopo l’acquisizione degli impianti ha previsto un ulteriore investimento di circa 3 milioni di euro sugli impianti biologico e chimico-fisico per l’adeguamento alle prescrizioni del progetto di bonifica delle acque di falda di Nera Montoro, approvato dalla Regione dell’Umbria nell’aprile del 2011.

I dati Quanto ai dati ambientali citati da Liberati, secondo Italeaf «sono destituiti di ogni fondamento e hanno l’effetto di generare allarmismo e un’erronea percezione della situazione ambientale. Grazie agli interventi di bonifica condotti dagli impianti di trattamento Taf (impianto chimico-fisico), sia il piombo sia l’arsenico presenti nelle acque trattate si attestano intorno a 1 microgrammo/litro, dieci volte inferiori ai limiti di legge. Dette acque di falda vengono rilasciate in ‘tabella 2’, equivalente alla qualità delle acque profonde. Da Maggio 2010 le pompe di emungimento a funzionamento pneumatico, sono state sostituite con altre di tipo elettrico. La modifica ha comportato una migliore gestione operativa nonché una ottimale continuità di marcia».

«Best practice» Per la rigenerazione industriale dell’area industriale di Nera Montoro, Italeaf ricorda di aver «affidato la redazione di un masterplan strategico alla Scuola di architettura e Società del dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico di Milano. Tale progetto è stato oggetto di attenzione da parte delle associazioni ambientaliste che lo hanno più volte evidenziato e presentato come ‘best practice’ per il recupero e il rilancio evoluto di aree altrimenti destinate al degrado e all’abbandono. Oggi l’area occupa circa 200 persone in varie attività nel settore della sostenibilità e delle clean technologies: dalle energie rinnovabili al riciclo di materia, dalla progettazione impiantistica alla produzione di apparati elettronici, dall’energy management alla ricerca e sviluppo, dalla produzione aerospaziale all’industria ambientale».

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