Sisma, sfollati a Terni: le storie del dolore

Sono già un centinaio ed altri arriveranno presto: «Sappiamo rimboccarci le maniche. Non so quando, ma ce la faremo»

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terremoto-norcia-fabio-toni-20161102-0036Il dramma di chi ha perso la casa, il lavoro e che ora si trova di fronte a una montagna da scalare. È quello vissuto da centinaia di sfollati dalla città di Norcia. Alcuni di loro – fino a sabato erano cento, ma da domenica si aggiungeranno altre ventiquattro persone – hanno trovato ospitalità a Terni presso tre strutture alberghiere, messe a disposizione dai titolari e dalla protezione civile con l’assistenza sul posto della croce rossa italiana e dei servizi sociali del Comune di Terni.

«HO PERSO DUE CASE E IL LAVORO» – VIDEO

La strada è lunga Al Garden sono in quarantasette: famiglie, giovani, anziani e bambini. Alcuni erano stati ‘dirottati’ a Trevi e ora sono già al secondo trasferimento. Stress che si aggiunge ad altro stress. La strada per recuperare un po’ serenità è lunga e complicata ma loro, con il supporto che tanti hanno già messo e metteranno in campo, ce la stanno mettendo tutta.

Porta Romana a Norcia

Porta Romana a Norcia

Le storie Tante le storie che si intrecciano fra gli sfollati di Norcia e San Pellegrino, ospiti a Terni. «Io ce la voglio fare, e ce la farò – ci dice una donna -. Per la mia famiglia ma anche perché dobbiamo ripartire. Ora sembra tutto finito e per recuperare da questa tragedia serviranno anni. Ma sappiamo rimboccarci le maniche e un patrimonio come quello di Norcia, della nostra regione, che è ineguagliabile, non può essere completamente disperso. Non so quando, ma ce la faremo».

IL SINDACO ALEMANNO VUOLE FAR RINASCERE NORCIA – L’INTERVISTA

Un po’ di normalità Sabato mattina, ad un giorno dall’arrivo a Terni, c’è già chi è tornato a Norcia. Il maltempo incombe e fra le case ‘aperte’ è necessario mettere qualche protezione, dei teli di plastica ad esempio, per evitare che ai danni del sisma si aggiungano anche quelli della pioggia. Intanto l’attesa, con le ore del giorno lente come non mai, passa fra visite mediche – la Usl ha completato lo screening di tutte le persone giunte a Terni -, le visite di amici e familiari, gli incontri con i servizi sociali e la Cri per venire incontro alle esigenze di ciascuno, una partita a carte, un po’ di tv – ma c’è chi quando arrivano i servizi e le dirette sul sisma, cambia canale – e qualche passeggiata in zona.

«Vogliamo tornare» «Io sono giorni che sto con praticamente con gli stessi vestiti – ci dice una donna -. Casa è distrutta e da lì non ho potuto salvare nulla, se non la ‘pelle’ mia e dei miei cari». Problemi che stanno trovando una soluzione proprio in queste ore, con l’arrivo di materiali donati da tanti. «Io tornerei pure a Norcia – racconta un padre di famiglia -, la mia casa ha subito danni a forse non è inagibile. Ma come faccio? Mio figlio appena sente nominare ‘Norcia’ si mette le mani sulle orecchie. Non vuole saperne nulla. È un trauma che ti segna, ti corrode dentro. E a loro, ai più piccoli, ancora di più». E anche le scuole rappresentano un problema per molte famiglie la cui prospettiva è quella di restare lontane dalla propria terra per diverso tempo, settimane ma anche mesi. «Mi hanno detto: perché non vai a Roma? – spiega un uomo di mezza età -. Ma cambiare vita radicalmente, per me, è impossibile. Forse i più giovani ce la possono fare, ma io non me la sento. Ho tutto lì, affetti, la mia vita e il mio lavoro. Aspetto solo di poter tornare».

La visita del sindaco

La visita di sindaco e giunta

Vicinanza Venerdì sera a cena è passato anche il sindaco Di Girolamo, insieme al vice Francesca Malafoglia e alla giunta, per un saluto e una parola di conforto: «Siamo a disposizione per qualsiasi esigenza abbiate e faremo in modo che possiate stare il meglio possibile». Una visita apprezzata, a cui ne faranno seguito altre a livello istituzionale, politico e non solo. C’è già chi si è attivato – fra associazioni e attività sportive – per portare gli ospiti a vedere qualche partita di calcio e rugby, a fare un giro in città. Momenti di svago fondamentali, specie per i più giovani, per far passare meglio il tempo, per ‘spezzare’ e allontanare per un po’ la mente da certi ricordi terribili che si cerca di esorcizzare soprattutto parlando, raccontando e stando insieme.

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