Terni, ambiente: maxi indagine all’orizzonte

La procura ha chiesto l’incidente probatorio per accertare la reale situazione ambientale di Prisciano e di gran parte della città

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di F.T.

Un’indagine a 360 gradi su tutti quegli elementi critici che da tempo stanno tenendo in allarme Terni e su cui è forse giunto il momento di fare piena luce. Potrebbe partire proprio da Prisciano, dalle famigerate ‘polveri’ che da anni tormentano le famiglie della zona che sorge alle spalle dell’acciaieria, la maxi inchiesta destinata a chiarire – come mai prima d’ora – la reale situazione ambientale non solo del quartiere, ma dell’intera città.

Passo decisivo Il sostituto procuratore Raffaele Pesiri, all’interno di un procedimento che vede indagato un alto dirigente della Ilserv per il fenomeno delle ‘polveri’, ha infatti inoltrato al Gip una richiesta di incidente probatorio che appare, in questo senso, inequivocabile. Prima però occorre fare un passo indietro e riepilogare la vicenda.

L’esposto Dopo la conclusione, ritenuta evidentemente insoddisfacente, di un primo procedimento penale legato alla questione-polveri, nel giugno del 2013 una sessantina di residenti di Prisciano – assistiti dagli avvocati Federica Sabbatucci, Francesca Carcascio, Antonella Dello Stritto e Loris Mattrella – hanno presentato un articolato esposto con tanto di perizie che attesterebbero l’esistenza di «pericoli concreti per la salute dei cittadini di Prisciano e di Terni nel suo insieme, legati alla diffusione di sostanze inquinanti come cromo esavalente, piombo e arsenico nel suolo, nell’acqua e nell’aria».

LO STUDIO ‘SENTIERI’

Stop all’archiviazione L’indagine attivata sul punto dalla procura si era risolta in una richiesta di archiviazione che aveva lasciato i cittadini con l’amaro in bocca, tanto da spingerli ad opporsi, attraverso i propri legali, alla richiesta avanzata dal pm. A decidere sulla questione, lo scorso 10 dicembre, era stato il gip Maurizio Santoloci che nella sua ordinanza non si era limitato a rinviare gli atti alla procura, ma aveva esplicitamente invitato la stessa ad avviare un’indagine approfondita per fare luce sulla reale situazione ambientale non solo di Prisciano, ma dell’intera città. Un lavoro che avrebbe dovuto prendere in esame tanto i terreni quanto l’aria, le falde acquifere, le produzioni alimentari e tutti i dati medici degli ultimi dieci anni.

IL DOSSIER ‘MAL’ARIA’ DI LEGAMBIENTE

La novità sta nel fatto che la procura ha risposto a questo ‘invito’ aderendo in maniera sostanzialmente totale alla posizione espressa dal gip Santoloci. Un ‘cambio di rotta’ che si è realizzato nella richiesta di incidente probatorio, inoltrata allo stesso giudice, per eseguire «accertamenti specifici sull’aria, non solo nelle zone limitrofe ma anche nelle altre località raggiunte dalle polveri, sui terreni e le falde situate in prossimità di Prisciano, sui risultati delle attività di monitoraggio della Usl relativi alla contaminazione di alimenti ed accertamenti epidemiologici relativi ai residenti del quartiere con acquisizione documentale presso ospedali e strutture sanitarie nazionali». Un’istanza che, se accolta, potrebbe condurre ad chiarimento, tanto atteso quanto definitivo, su quello che i ternani realmente respirano, bevono e mangiano.

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