Ambiente, il M5S: «Arpa, convegni e dura realtà»

Andrea Liberati: «C’erano vincoli precisi, ma nessuno ha detto ‘no’ alla ThyssenKrupp»

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di Andrea Liberati (M5S)

Bene la nouvelle vague di ARPA Umbria, ora a guida Ganapini, ma è bene capire da dove partiamo. Ad esempio: vi chiamate ThyssenKrupp e intendete espandere la vostra velenosa discarica? Un tempo vi sarebbero state comminate pene addirittura corporali, ma oggi?

L’area di vostra proprietà presenta anche enormi criticità, come emerge dalle mappe del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) del 1999? Ebbene: si può comunque fare!

Eppure, osservando con occhio clinico le predette mappe Ptcp, notiamo che nella zona dell’allargamento delle discariche di Pentima e Valle insistevano:
1) vincolo idrogeologico;
2) acquiferi a vulnerabilità accertata estremamente elevata;
3) acque sotterranee con grado di vulnerabilità molto elevato;
4) vincolo paesaggistico-ambientale (area boscata di pregio);
5) contiguità a zona con funzione di corridoio ecologico e oasi di protezione faunistica.

Ebbene: poco più di una gomma da cancellare ed è stato rivisto tutto. Si poteva d’altronde dir ‘no’ al vero padrone della città, quello tedesco?

In perfetto ossequio a norme che hanno sfasciato l’Italia, un decennio fa bastarono appena cinque mesi e una sola Conferenza dei servizi per accettare 7.000.000 aggiuntivi di metri cubi di rifiuti pericolosi sulle nostre colline, nonostante i vincoli fino ad allora esistenti.

La Provincia di Terni, all’epoca diretta dal buon avv. Andrea Cavicchioli, prese così atto dell’istanza dell’eminente signorotto straniero e superò anche l’insuperabile, zelo degno di miglior causa.
Ora provate voi, cittadini comuni, a chiedere il permesso per ampliare lievemente il balcone di casa vostra anche in una zona periferica della città priva di particolare pregio urbanistico: scommettiamo che cinque mesi non bastano?

Correva dunque l’anno 2005 -appena un anno dopo la drammatica vertenza sul ‘magnetico’: oggi vediamo, quasi tocchiamo con mano l’insensatezza di scelte siffatte, con un’ulteriore devastazione dell’ambiente che molto porta alle tasche di quella Germania totalmente disinteressata alle nostre sorti, ma anche indifferente rispetto all’obbligo di riciclare le velenose scorie siderurgiche, obbligo pure previsto dall’AIA 2010.

Con tanta sfrontatezza, il 15 luglio 2014, e non dieci anni fa, l’azienda, soli due giorni prima di annunciare il licenziamento di centinaia di dipendenti, dà il via ufficiale all’espansione. Nessuna istituzione ha rivisto la relativa autorizzazione, quella del 2005, nonostante quanto accaduto fin lì -una galleria stradale, la ‘Tescino’, contaminata da metalli pesanti; falde acquifere inquinate; percolato finito nel fiume; processi a go-go.

Da tutto questo i ternani, gli umbri guadagnano zero, tantomeno in termini di salute, anzi rischiando che venga compromesso il sito naturalistico internazionale della Cascata delle Marmore, distante poco più di un chilometro da tali inverecondi immondezzai.

Il Codice penale italiano del 1890 aveva invece idee molto chiare sul da farsi in questi casi: ad esempio, per chi toccava il vincolo idrogeologico “Le infrazioni (…) saranno punite non solo colle pene minacciate dai detti articoli, ma altresì con quelle corporali inflitte dalle leggi penali generali”.

Oggi, dopo oltre un secolo, è sufficiente che un mr. Thyssen di turno faccia ‘bau’ (wau in tedesco) perché si cali le braghe l’Italia intera, quella che conta, s’intende. Quella che tanto indegnamente ci rappresenta.

Se ARPA Umbria insisterà invece su una linea fortemente rigorosa per quanto attiene alle proprie competenze, allora il convegno di oggi potrà lasciare quel segno fecondo anelato dalle nostre comunità

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