Terni, Armillei: «Pd problema in Comune»

Alla vigilia dell’elezione del nuovo segretario comunale, l’assessore alla cultura dice la sua

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Lunedi sera – forse – il pd ternano sceglierà il nuovo segretario comunale. La scelta sarà tra Fabio Narciso (Brega, Orsini e renziani stanno con lui) e Jonathan Monti (Rossi, Paparelli, Di Girolamo, Delli Guanti e il resto del partito lo sostengono), ma alla vigilia del voto, l’assessore alla cultura del Comune – che uomo di partito non è – dice la sua con un post su Facebook. E non è una presa di posizione da poco.

di Giorgio Armillei
Assessore alla cultura del Comune di Terni

Una postazione in Giunta è un buon punto di osservazione per guardare al PD ternano? Penso di si.

Non mi pongo il problema di capire cosa sia oggi il PD ternano. Sono in corso manovre per scegliere il nuovo segretario: questo basta per rendere interessante il fenomeno.Non è detto che sarà una conta, come la democrazia richiederebbe. In ogni caso le manovre produrranno un risultato non insignificante per la Giunta stessa.

Il PD è stato un bel problema per la Giunta in questo primo anno di lavoro.

Va bene la crisi AST, va bene la sicurezza urbana, va bene il peso dell’indebitamento delle precedenti amministrazioni, va bene la politica dei tagli statali.

Ma pezzi del PD ternano ci hanno messo del loro. Gli irriducibili in Consiglio comunale; la sponda al conservatorismo di parte del management della burocrazia comunale; le triangolazioni a geometria variabile con il conservatorismo sindacale. Faccio solo tre esempi: la lista potrebbe essere più lunga.

Ora non creiamo illusioni: le persone vengono prima dei programmi e delle intenzioni progammatiche. I programmi sono le persone. Ecco perchè ci vorrebbe la conta, perchè la conta sulla persone è il modo migliore per selezionare i programmi.

E capire se pezzi del PD saranno ancora un problema per la Giunta.

Ma persone prima dei programmi non significa certo persone senza idee. Bene, quali idee ad esempio? Tre domande per tutti.

Come pensa il PD di sostenere il governo della città? Con una versione riverniciata del vecchio corporativismo triangolare tra ciò che resta delle grandi organizzazioni di interesse, il famoso patto tra i soggetti organizzati della città, una costruzione dirigistica di pochi per pochi? Con il tax and spend in salsa ternana, fatto di lavori pubblici e appalti? Con la riproposizione del dalemismo nostalgico dei sentimenti del popolo della sinistra? Le città del XXI secolo non crescono con le idee del XX secolo.

Lasciateci lavorare: gli elettori decideranno.

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