Terni, ‘Il Sole 24 Ore’: «L’Ast? Una lezione»

L’autorevole quotidiano eonomico promuove a pieni voti l’azienda. Ma qualche conto non torna

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di Marco Torricelli

La frase è forte. La fonte autorevole. Le ricadute si vedranno. La frase è questa:«Acciai speciali terni conferma tutti gli impegni sul piano industriale: a sei mesi dall’accordo che ha posto fine alla vertenza che per giorni ha paralizzato l’intera attività, il sito controllato da ThyssenKrupp ritorna a saturare gli impianti e il conto economico torna positivo».

Il Sole 24 Ore Ora, siccome la frase non sta scritta su un muro o in un post su qualche social network, ma a dire queste cose è il più autorevole quotidiano economico nazionale – Il Sole 24 Ore – la faccenda deve essere presa sul serio. Molto sul serio. Perché, sempre l’autorevole quotidiano si spinge a dire che «La ‘lezione’ di Acciai speciali Terni può fornire indicazioni importanti a chi in questo momento è chiamato a decidere sulle sorti del più grande complesso siderurgico d’Italia (ed Europa). Anche a Terni la crisi è scaturita da questioni che esulano il mercato. Anche in Ast, mese dopo mese, la situazione si è deteriorata fino a raggiungere pericolose situazioni di non ritorno. A sei mesi da un accordo giunto in extremis, la situazione sembra ora ritornare alla normalità, grazie all’impegno e al senso di responsabilità di lavoratori, sindacato, dirigenti e politica: la produzione è vicina alla saturazione e il conto economico torna in equilibrio. Non è sufficiente per cantare vittoria, ma ce n’è abbastanza per tirare un sospiro di sollievo».

I numeri Il Sole 24 Ore, poi, spiega che «Ast conferma anche gli altri obiettivi del piano (a fronte del quale sono uscite dall’attività 325 persone): la soglia di produzione di un milione di tonnellate è già stata raggiunta, e il conto economico vede già il pareggio. Il sito ternano è, secondo indiscrezioni, il migliore per performance tra i plant di Tk».

Le discrepanze Un milione di tonnellate già prodotte e 325 persone uscite dal ciclo produttivo sono numeri che vanno a fare, semplicemente, a cazzotti con quanto affermato, in questi sei mesi, dai sindacati locali – dalle Rsu di fabbrica alle segreterie territoriali, pur se con parecchi ‘distinguo’ tra di esse – secondo i quali, invece, la situazione sarebbe parecchio problematica. E pure con quanto avrebbe detto Lucia Morselli ai sindacalisti nazionali: indicando una cifra di ‘fuoriusciti’ pari a 425.

Chi racconta balle? Insomma, delle due una: o qualcuno a fornito informazioni fin troppo edulcorate e ottimistiche al quotidiano, o i sindacati ternani – quasi tutti – esagerano con il pessimismo. Per parlare chiaro: qualcuno racconta balle. Ma grosse.

La riunione Un primo chiarimento potrebbe arrivare martedì prossimo, quando Ast  (con Francesco Perciavalle che, poco dopo essere arrivato, già si ritrova a dover rispondere ad un intermediario – Francesco Auregli – e non più all’ad Lucia Morselli) e sindacati si incontreranno proprio per iniziare a fare il punto sui sei mesi di applicazione dell’accordo del 3 dicembre 2014 e ragionare sul futuro. A cominciare da quelle lavorazioni di titanio che vengono, adesso, indicate come una delle possibili panacee dei mali dello stabilimento ternano.

Il titanio L’accordo con Loterios-Timet, stima Il Sole 24 Ore, potrebbe portare a Terni circa 900 tonnellate all’anno di bramme da trasformare in lamiere e c’è già chi si è portato avanti con il lavoro, ipotizzando incrementi e ampliamenti di gamme produttive, magari con ricadute importanti sul territorio. Solo che il vicepresidente di Confindustria Terni, Antonio Alunni, parla chiaro: «Servono grossi investimenti dall’esterno. L’accordo di Ast è positivo, ma bisogna superare diverse complessità per strutturare una filiera».

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