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Home » Terni, l’ambiente divide la politica

Terni, l’ambiente divide la politica

di Marco Torricelli
15 Giugno 2016
in Ambiente e salute, Attualità, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Un impianto a 'pirolisi'

Un impianto a 'pirolisi'

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La ‘due giorni’ dedicata all’ambiente – venerdì e sabato ci sarà una specie di full immersion – e organizzata dal Comune di Terni è stata preceduta dalla polemica tra l’assessore comunale Emilio Giacchetti e il consigliere comunale del M5S Thomas De Luca sulla questione del presunto ‘nuovo miniinceneritore’ nella Conca. E le reazioni politiche sono forti.

Andrea Cavicchioli
Andrea Cavicchioli

Cavicchioli L’approccio dell’assessore e della Giunta del Comune di Terni per le dinamiche ambientali, dice il capogruppo del PD in consiglio comunale, Andrea Cavicchioli, «è stato ed è positivo, rivolto alla tutela della salute dei cittadini, a sostenere posizioni amministrative coerenti con il principio di precauzione ed a favorire trasparenza nell’informazione e nella divulgazione dei dati. La posizione del gruppo del PD, più volte espressa, è contraria, nel rispetto delle normative del settore, all’insediamento di nuovi impianti nella conca ternana che provocano impatto ambientale per le emissioni, tenendo conto della qualità dell’aria recentemente confermata dagli accertamenti dell’Arpa, della conseguente necessità di evitare nuove emissioni e di porre in essere azioni concrete per il risanamento. Gli stati generali dell’ambiente per la città di Terni, organizzati dall’assessorato all’ambiente costituiranno l’occasione per un confronto costruttivo con tutti i soggetti deputati ed interessati per individuare percorsi condivisi per affrontare le criticità riscontrate».

Il segretario Jonathan Monti
Il segretario Jonathan Monti

Il Partito Democratico E prende posizione anche la segreteria comunale PD di Terni: «Fa notizia il fatto che a Terni sia stato autorizzato un impianto termico con emissioni paragonabili a quelle dell’impianto di un condominio. Non ci stupisce che ci sia anche strumentalizzazione su un argomento così sensibile. Quello che invece non vorremmo più dover sottolineare è l’assenza di dialogo e coordinamento tra Comune e tutti gli enti o le aziende che di volta in volta sono chiamati ad intervenire in materia di ambiente, nonostante il continuo richiamo del Comune alla collaborazione».

Teoria e pratica La questione, dice il PD ternani, «riguarda principio e metodo. Il principio perché se si certifica che la situazione ambientale a Terni è critica e si deve fare di tutto per ridurre l’inquinamento, allora si deve fissare un limite all’aumento delle emissioni, un piano d’azione comune entro cui agire per ridurle, e si deve essere tutti conseguenti con quanto si afferma. A tal riguardo, chiediamo al Comune e alla Regione di intervenire, come già fatto da altri Comuni e Regioni, per fissare limiti più stringenti sull’impiego di olio combustibile, molto inquinante e dannoso per la salute, valutando anche di vietarne l’uso nei centri abitati. Il metodo perché, sebbene alcune procedure non lo prevedano, la volontà politica di ridurre l’inquinamento deve arrivare anche negli uffici tecnici e imporre sempre una maggiore attenzione e condivisione delle scelte che riguardano l’ambiente. Il fatto che un impianto sia di piccole dimensioni, non vuol dire che se ne debbano autorizzare senza limiti e senza coinvolgere chi a livello locale deve quotidianamente assumere decisioni per risolvere i problemi causati da decenni di disattenzione. Il percorso è lungo, i problemi sono molti e datati, ma non si può negare che a Terni l’impostazione sia cambiata. Questo però non può bastare se non c’è coerenza e condivisione da parte di tutti, non solo di Terni e dei ternani».

Andrea Liberati
Andrea Liberati

Il M5S Per Andrea Liberati, capogruppo in Regione del M5S, invece, «come ruote che slittano sempre sullo stesso fango, gli orizzonti di Terni non riescono ad avanzare di un metro: piuttosto scivolano inesorabilmente all’indietro. E’ quel che ha ribadito con forza, ieri, il collega Thomas De Luca, denunciando l’ennesima speculazione per pochissimi contro la salute di tutti. E così, mentre prosegue l’assordante silenzio della Regione Umbria, affiora che nella Conca si bruceranno (altre) plastiche attraverso l’uso di prezioso gas metano, nonché di gas ‘incondensabili’ per produrre ‘una componente liquida con caratteristiche assimilabili a olio combustibile Btz’ (pag. 2 Aua Regione Umbria alla Viterbo Ambiente)».

Il «paradosso» La settimana scorsa, fa notare Liberati, proprio Terni era stata definita ‘area sensibile’ da parte di Arpa Umbria; eppure questa stessa Agenzia aveva già dato – a fine dicembre 2015 – il via libera tecnico al progetto de quo, come si evince dalla relativa istruttoria. Eppure dall’allegato all’Aua (pag. 8) possiamo leggere verità oggettive. L’impianto infatti genera emissioni importanti: oltre le consuete ‘polveri’, saranno dispersi in atmosfera altri ossidi di azoto, di zolfo, monossido di carbonio, sostanze organiche sotto forma di gas o vapori, composti inorganici del cloro sotto forma di gas o vapori, composti del fluoro sotto forma di gas o vapori, e poi cadmio, tallio, mercurio, antimonio, arsenico, piombo, cromo, cobalto, rame, manganese, nichel, vanadio e loro composti; gran finale: le immancabili diossine e furani, con gli idrocarburi policiclici aromatici a condire il tutto. Chissà se l’emersione di certe notizie, di simili dettagli, favoriranno una più adeguata riflessione generale per superare finalmente l’agonia della città. Per bloccarne immediatamente questo lento scivolamento all’indietro».

 

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