Terni, lavoro in crisi: «L’indotto Ast soffre»

I sindacati lo hanno ribadito nell’incontro con Catiuscia Marini e Leopoldo Di Girolamo

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La situazione, in quel sistema degli appalti e, più in generale, in quell’indotto che a Terni e non solo sta subendo perdite sanguinose, è stato oggetto del discusso incontro tra le delegazioni sindacali di Cgil e Cisl – la Uil non c’era – con il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo e la presidente della Regione dell’Umbria, Catiuscia Marini.

La precisazione I sindacalisti spiegano di aver «inteso precisare che la riunione, richiesta dal sindacato, verteva sulle problematiche degli appalti all’interno del sito della ThyssenKrupp, come già richiesto nelle lettere del 13 Gennaio e 24 Aprile 2015». Una versione un po’ diversa da quella ufficiale.

Il sistema Che la situazione sia drammatica – sono 104 le imprese medio-piccole e poco meno di 30 quelle medio-grandi impegnate all’interno di Ast – non è un mistero, ma le ultime vicende rischiano di farla precipitare: «Con appalti in scadenza che l’Ast non rinnova e che affida ad altre imprese con metodi che a noi – dicono i sindacalisti – sono completamente sconosciuti.

Il caso Un esempio è quello rappresentato da Ecoindustria, le cui mansioni stanno passando di mano (pare alla Terni Servizi; ndr) ed i cui lavoratori ricevono offerte di trasferimento, ma accompagnate dalla proposta di modifica del contratto di lavoro e di riduzione delle retribuzioni». Ma non si tratterebbe di un caso isolato e che «anzi, rischia di interessare, nel breve termine, alcune centinaia di lavoratori impiegati in quelle imprese alle quali gli appalti potrebbero non essere rinnovati».

PARLA LA PRESIDENTE MARINI – L’INTERVISTA

Le richieste La delegazione sindacale, spiegano Cgil, Cisl e Uil, ha posto alla presidente della Regione e al sindaco di Terni, «la necessità di riconvocare il tavolo al Mise e affrontare nello specifico le problematiche relative all’indotto diretto», la necessità di «un’accelerazione da parte del governo al fine di concretizzare il progetto per la difesa dell’occupazione e delle professionalità che ha una copertura finanziaria disponibile di 1,7 milioni di euro, e che vede un suo iter indipendente», l’urgenza di aprire «un tavolo regionale sul sistema degli appalti che travalichi i cancelli di viale Brin e coinvolga le nostre controparti aziendali per arrivare ad un protocollo regionale sugli appalti, che metta definitivamente delle regole» e la possibilità «di costituire una task-force per affrontare l’eventuale emergenza delle aziende, anche in sub-appalto, che hanno chiuso o stanno chiudendo e che non riescono a far fronte alle spettanze delle lavoratori, impegnando gli uffici regionali e il sistema del credito umbro».

PARLA ALESSANDRO RAMPICONI – L’INTERVISTA

La polemica Alla fine, attacca Marco Cecconi (FdI-An), «la montagna ha partorito il topolino, anzi, la promessa del parto di un ratto futuro: ‘dirò’, ‘farò’, ‘parlerò’ (con Renzi), ‘gli spiegherò’ (quello che succede all’Ast, che lui ancora non è che l’abbia capito tanto bene). Come volevasi dimostrare, l’inutile sortita ternana della presidente uscente della Regione, Catiuscia Marini, ha prodotto un bel nulla, anzi meno. Solo due sindacati presenti dei tre confederali invitati. Altri due sindacati più che presenti in fabbrica, ma lasciati fuori della porta. E, per il resto, nient’altro che una sfilza di scarpe sinistre – modello Achille Lauro – con l’implicita promessa di poter avere magari anche la destra dopo il voto di domenica prossima. La Marini stia serena. Le scarpe? Ci teniamo le nostre: meglio scalzi, che imbecilli».

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