Tk-Ast, sindacati: «Vogliamo il Mise»

Incontro in Regione il 12 maggio. Le segreterie provinciali dei sindacati: «Nessun segnale dal governo»

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Dopo Lucia Morselli e Tullio Camiglieri, che il 24 aprile scorso hanno fatto visita alla presidente della Regione, Catiuscia Marini, il 12 maggio saranno i sindacalisti a salire le scale che portano alla sala della giunta regionale. Ma a loro non basta: la sintesi, al termine di una giornata fitta di comunicati e prese di posizione, vogliono tornare al più presto in quel ministero dello sviluppo economico nel quale hanno firmato un accordo che sta loro sempre più stretto.

La convocazione Ad invitare al confronto, per le 9,30 di mattina, è stata la stessa Catiuscia Marini, insieme al sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo. I sindacati avevano sollecitato la cosa lo stesso giorno del vertice a sorpresa Marini-Morselli. Potrebbe essere l’occasione per sapere qualcosa in più su quell’incontro, anche se le insicrezioni trapelate parlavano di ‘formalità’ e poco più.

Le produzioni Non sarebbe una formalità, invece, la presa di posizione delle Rsu di Ast dopo la comunicazione dele previsioni produttive dell’azienda: «Pur registrando un lieve aumento rispetto al mese precedente per i ‘freddi’ – dicono – continuiamo a non capire da cosa scaturiscano tutti i segnali positivi e di ripresa che l’Ad continua a diffondere. Rimaniamo perplessi e preoccupati in quanto non è ancora chiara la politica commerciale messa in campo dall’azienda; nonostante la produzione del reparto Acciaieria è aumentata, rimane la previsionedi 5 turni di fermata a fine mese; al reparto Lac, in base a quanto ci è stato comunicato, registriamo un calo della produzione nel mese di maggio rispetto a quanto prodotto nel mese di aprile; nonostante non sia stata raggiunta la totale saturazione degli impianti, si registra un continuo utilizzo degli straordinari e mancati riposi per garantire la continuità della produzionee delle manutenzioni in tutto lo stabilimento; malgrado le nostre continue denunce rispetto la carenza di manutenzione e di tutto ciò che ne consegue, continuiamo a registrare purtroppo continue rotture e relative fermate impiantistiche, unitamente all’aggravarsi di potenziali rischi per l’incolumità dei lavoratori; continua il persistere di continui ritardi nell’approvvigionamento di tutti i materiali necessari ad impiantistica e lavoratori».

Le tensioni Lunedì e martedì, intanto, nuova tornata di incontri, tra direzione di Tk-Ast e rappresentanze sindacali di base, con una conclusione: la «totale contrarietà» dei sindacati «al piano di riorganizzazione aziendale, che tiene conto del recupero secco dei costi a discapito delle condizioni di lavoro dei lavoratori». Insomma, niente di nuovo sotto il sole.

I problemi «Come Rsu/Rls di Ast – spiegano i sindacalisti – abbiamo sollevato molteplici problemi di sicurezza, turnistica, qualità e manutenzione inerenti alla nuova organizzazione del lavoro che per noi non consentono una corretta tutela dei lavoratori, degli impianti stessi e che rischiano di compromettere il raggiungimento degli obbiettivi prefissati. Nonostante alcuni impegni definiti con tempi e modalità certe, da parte dell’azienda in materia di ambiente e sicurezza, solo in seguito alla prescrizione dell’Usl, resta per noi complessivamente insufficiente l’impegno rispetto alle tante altre questioni da noi poste, che nonostante la volontà espressa non chiariscono rapide condizioni di risoluzione, considerando che alcune azioni previste non rientrano negli investimenti stabiliti nell’accordo del 3 dicembre 2014, ma sono normali interventi manutentivi».

I turni L’Ast ha anche comunicato di voler procedere all’aumento della turnistica – da 10 turni settimanali a 15 – al laminatolo Z2 di Pix 1, previa formazione dei lavoratori: «Siamo favorevoli all’aumento della turnistica riferita ad un aumento della produzione – dicono Rsu e Rls – ma nello stesso tempo non condividiamo le modalità con le quali ciò verrà applicato unilateralmente dall’azienda in quanto il numero del personale che si intende trasferire è insufficiente a garantire un corretto svolgimento delle attività lavorative; non prevedendo assunzioni, si andrà inevitabilmente a sguarnire altre aree dello stabilimento già in crisi di organici, abbassando ulteriormente i livelli di sicurezza».

Titania Per quanto riguarda il reparto Titania, «rispetto a quanto sottoscritto nell’accordo del 3 dicembre – insistono i delegati di base di Ast – registriamo l’ennesima inadempienza aziendale, riferita questa volta al mancato rilancio di tale prodotto, in quanto risulta azzerata la produzione di tubi e coils. È inaccettabile che un’eccellenza produttiva come quella del Titanio venga abbandonata».

Le segreterie Tornano a farsi sentire anche le segreterie provinciali dei sindacati metalmeccanici, che manifestano «stupore rispetto al persistere di atteggiamenti di voluta e gratuita esclusione da parte della direzione aziendale di Tk-Ast nei confronti delle organizzazioni sindacali, rispetto ai processi di informazione e conoscenza sullo stato di avanzamento nell’applicazione dell’Accordo del 3 dicembre 2014. Nel ribadire e mettere in evidenza che, come organizzazioni sindacali, non rivendichiamo né una esclusività dell’informazione, né tantomeno un canale privilegiato, riteniamo inaccettabile apprendere da rumors da organi di informazione quanto sta succedendo all’interno del sito».

«Nessuna risposta» Secondo i sindacati è «assurda ed incomprensibile l’interruzione del confronto avvenuta nel mese di febbraio in merito all’andamento economico, produttivo, di assetto impiantistico ed occupazionale. Evidenziamo che ad oggi non c’è stata risposta positiva a nessuna nostra richiesta di incontro per approfondire tematiche relative agli appalti, alle società controllate e alle future prospettive del sito siderurgico. A questo dobbiamo aggiungere la genericità con la quale si affrontano discussioni interne con la Rsu relative all’organizzazione del lavoro e alle problematiche della sicurezza. Ne sono dimostrazione le continue dichiarazioni che minimizzano le molteplici denunce fatte dalle Rsu su temi di ambiente, salute, sicurezza ed organizzazione stessa, nei confronti degli organi preposti».

Il ministero Sono ormai 15 giorni, ricordano le segreterie territoriali, «che è stato chiesto l’incontro di verifica al ministero dello sviluppo economico (richiesta ribadita anche nella giornata di mercoledì alle Rsu) sul quale ad oggi non sono arrivati segnali di attenzione. Rimaniamo stupiti, dopo molteplici sollecitazioni che, ad oggi, ciò avvenga nel silenzio della politica tutta, che ha assunto un atteggiamento di accettazione dello status quo, figlio di segnali e messaggi rassicuranti dispensati dall’amministratore delegato di Ast. Capiamo che molti sono distratti dagli appuntamenti elettorali, ma non condividiamo il persistere di un disegno che parte dal foverno, volto ad escludere i corpi intermedi e la rappresentanza sociale, in quanto la storia di questa città ci insegna che la partecipazione ed il coinvolgimento dei lavoratori sono di fondamentale importanza per consolidare e rilanciare la storia industriale di questo territorio».

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