Università a Terni, tempo di scomuniche

Strali del sindaco Di Girolamo su ‘Terni città universitaria’. Cavicchioli (Pd): «La crescita del polo ternano importante per l’equilibrio virtuoso dell’Umbria e dell’Ateneo perugino».

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Adesso non ci sono più dubbi. L’associazione per ‘Terni città universitaria’ ha perso il diritto di cittadinanza. Il sindaco, Leopoldo Di Girolamo – dopo che il vice presidente della Regione aveva detto la sua – ci va infatti giù pesante: «Suscita sconcerto – dice Di Girolamo – la china conflittuale e di rivendicazione esasperata che sembra aver preso l’associazione culturale per Terni città universitaria. L’associazione alla cui fondazione ed operatività ho dato io stesso un contributo fattivo prima di essere eletto sindaco, si era distinta per aver messo in piedi numerose iniziative, anche di grande spessore scientifico, tendenti a dare un contributo alla vita culturale della città ed avanzare proposte che favorissero il consolidamento e la qualificazione del Polo Universitario ternano-narnese.
Mi sembra invece che negli ultimi tempi si sia scelta la strada della polemica, che quando va oltre il reciproco rispetto, in specie quando si stratta di istituzioni pubbliche, non aiuta certo la soluzione dei problemi».

I tagli Il sindaco spiega: «Sappiamo tutti che, in un periodo nel quale le nuove regole sui decentramenti universitari ed i punti organico imposta dalla legge Gelmini accompagnata dai tagli rilevanti al Fondo di Finanziamento Ordinario (18,7%) hanno reso critica la situazione delle Università, portandola a scelte dolorose. In conseguenza di quella riforma i corsi di laurea triennali sono diminuiti di oltre il 30% e quelli specialistici di oltre il 25%. A subire queste chiusura sono stati soprattutto i corsi nelle sedi decentrate. Di queste il 34% ha subito una chiusura totale e le altre, come è successo a Terni e Narni, hanno avuto un ridimensionamento. In questo quadro di difficoltà le istituzioni, con il contributo di soggetti quali la Fondazione Carit, hanno confermato il loro impegno per il mantenimento e la qualificazione della offerta formativa del Polo ternano».

Il consorzio Lo hanno fatto, ricorda il sindaco, «anche con lo strumento del Consorzio per lo sviluppo del polo universitario che ha contribuito alla copertura dei costi per i contratti dei ricercatori. Ma anche attraverso un impegno diretto della Regione che, fra le pochissime in Italia ha coperto integralmente i costi dal diritto allo studio, facilitando così l’accesso agli studi universitari di tanti ragazzi. Stante le difficoltà del Consorzio a proseguire il suo intervento, ma anche in relazione ad un nuovo quadro di programmazione regionale e di interventi specifici in sede locale (vedi richiesta al Mise per il riconoscimento di Area di crisi complessa) abbiamo chiesto alla Regione, ma anche alla Università, un impegno ulteriore ed una rivalutazione sugli strumenti utili a perseguire gli obiettivi di maggiore qualificazione dal Polo Ternano e più forte integrazione con il territorio. Una prima risposta positiva è stata quella, da parte della Regione, di garantire risorse finanziarie che permettessero l’integrale mantenimento degli insegnamenti su Terni e Narni. Attribuirsi questo merito, quando da tempo le amministrazioni ci stanno lavorando, mi sembra assolutamente inesatto e presuntuoso».

Cavicchioli Sul tema interviene anche il capogruppo del pd in sonciglio comunale, Andrea Cavocchioli, secondo il quale «è assolutamente opportuno porre in essere a tutti i livelli un confronto costruttivo in merito ai temi dell’università e della ricerca a Terni che con il coinvolgimento diretto ed imprescindibile dei sindaci di Terni e Narni, della presidente della Regione e del Rettore, possa delineare in tempi rapidi gli obiettivi e i percorsi condivisi, tenendo conto degli impegni assunti e della necessità prioritaria di consolidare e sviluppare le esperienze esistenti per la didattica e la ricerca e per quest’ultimo profilo di avere risposte concrete anche per i laboratori di biotecnologie di Terni».

Le risorse Cavicchioli, poi, fa qualche distinguo interessante: «I tavoli tecnici costituiscono supporti utili per le decisioni da adottare, ma nel contempo è necessario un chiarimento complessivo fra i vertici delle istituzioni e dell’Ateneo perugino, che a seguito di un confronto senza pregiudiziali, confermando l’entità degli investimenti previsti sull’area ternana, tenendo conto degli accordi e dei provvedimenti che a suo tempo hanno coinvolto il Ministero competente per la costituzione del polo universitario ternano, individui la migliore utilizzazione delle risorse, le forme di coinvolgimento delle articolazioni territoriali per favorire interventi a sostegno dei programmi per la didattica e la ricerca e la collaborazione con soggetti che possono contribuire alla crescita dell’esperienza ternana, tenendo presenti le caratteristiche e le vocazioni del territorio. E’ assolutamente evidente che la crescita del polo ternano per l’università e la ricerca, non è esclusivamente elemento prioritario per lo sviluppo locale, ma anche punto di notevole interesse per l’equilibrio virtuoso dell’Umbria e dell’Ateneo perugino».

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