di F.T.
Nuovi guai giudiziari per il 18enne di origini colombiane, già indagato – fra le altre cose – dalla procura presso il tribunale per i minorenni di Perugia per la brutale aggressione consumata ai danni di una insegnate 83enne ternana, la notte fra il 6 e il 7 gennaio scorsi nell’appartamento della donna, in via Cannizzaro a Terni. Il giovane, infatti, è stato arrestato in flagrante dai carabinieri del comando provinciale di Terni per detenzione di droga – hashish in particolare – a fini di spaccio.
Nella mattinata di martedì, il tribunale di Terni – giudice Simona Tordelli – ha comvalidato quanto eseguito dai militari dell’Arma, senza tuttavia applicare misure a carico del giovane. La procura di Terni aveva chiesto per lui la custodia in carcere. In merito all’accusa di detenzione di droga, il giovane – difeso dall’avvocato Alberto Catalano del Foro di Perugia – verrà giudicato il prossimo settembre con le modalità del rito abbreviato.
Circa l’indagine relativa ai brutali fatti di via Cannizzaro, con l’insegnante ternana sfregata nel ciore della notte, mentre si trovava a letto, e costretta a subire oltre cento punti di sutura fra collo e volto, prosegue e vedrà il prossimo 11 luglio a Perugia, l’incidente probatorio in cui verrà sentito – salvo ulteriori rinvii, visto che già ce ne sono stati per l’irreperibilità del teste – il fratello del 18enne.
Una testimonianza ritenuta centrale dagli inquirenti per ricostruire cosa sia accaduto quella drammatica notte nel condominio di via Cannizzaro, dove risiede anche il 18enne indagato, insieme ai suoi familiari. La donna era stata sorpresa dal soggetto nel proprio letto, mentre era intenta a fare le parole crociate. Si era vista sfilare l’anello nuziale e poi era stata colpita a più riprese, brutalmente, con un oggetto contundente, tagliente. Poi la fuga, i soccorsi prestati dai vicini e quindi dai sanitari e le indagini che hanno visto in campo anche il Ris dell’Arma dei carabineiri, per acquisire elementi utili a risalire all’identità dell’aggressore. Una pista, quella della rapina finita ‘male’, che sarebbe secondaria rispetto all’aggressione mirata, per motivi allo stato ignoti.
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