Esistono ancora storie a lieto fine, anche se per scoprirlo ci vuole un po’ di tempo. Emma – un nome di fantasia -, è nata all’ospedale di Perugia, con parto cesareo, pochi giorni fa. Un età gestazionale di circa 30 settimane e un peso di 1250 grammi, circa un terzo di un bimbo normale che nasce a termine. Ma non è tutto qui, Emma è nata con una malformazione congenita.
Malformazione congenita «Il problema più grave della bambina, non è legato solo al peso – spiega il professor Antonino Appignani, direttore della struttura di chirurgia pediatrica, in una nota diffusa dall’ufficio stampa -, Emma è nata con una malformazione congenita, l’atresia dell’esofago con fistola tracheo-esofagea. Un caso molto raro, ma fortunatamente sappiano come intervenire, perché la nostra equipe si è occupata di casi analoghi, che fanno di Perugia il solo centro specialistico della regione Umbria ed uno dei pochi in Italia che effettua questo genere di interventi».
L’operazione Solo qualche giorno dopo la nascita di Emma i medici hanno deciso di operarla. «La malformazione riscontrata di fatto ostruiva il tratto superiore dell’esofago – sottolinea il professore – con la conseguenza che, oltre ad impedire il passaggio di qualsiasi sostanza dalla bocca allo stomaco, inclusa la saliva, l’anomala comunicazione tra esofago e trachea comportava il rischio di passaggio dei succhi gastrici acidi nelle vie respiratorie. A questo si aggiungeva un difetto cardiaco congenito».
L’equipe Emma, dal momento della sua nascita prematura, durante la preparazione preoperatoria e il decorso postoperatorio è stata sempre assistita dall’equipe altamente qualificata della terapia intensiva neonatale, da un gruppo di professionisti composto dal dottor Daniele Mezzetti e dalle dottoresse Carla Lupi, Cristiana Germini e Stefania Troiani, che hanno permesso la buona riuscita dell’intervento lavorando in stretta collaborazione con l’equipe chirurgica e fornendo costantemente il supporto vitale alla piccola prematura.
La fiducia «Abbiamo agito su due fronti – racconta Appignani -, nella interruzione della comunicazione fra esofago e trachea e nella congiunzione dei due segmenti dell’esofago, che si presentavano congenitamente chiusi». L’intervento chirurgico, durato 6 ore, è tecnicamente riuscito e la sua eccezionalità sta proprio nel fatto che è stato eseguito in una bambina prematura con peso inferiore ad 1,5 chilogrammi. La prognosi è logicamente riservata, potrà essere sciolta solo tra 15-20 giorni, quando le condizioni della piccola saranno rassicuranti e potrà essere constatata la funzionalità dell’esofago. «Per l’esito dell’intervento chirurgico siamo fiduciosi di un buon risultato finale».