Indagine percolato: ecco le ipotesi di reato

Terni, nel mirino del pm ci sono 42 determine dirigenziali e 13 delibere di giunta. Venti gli indagati per ‘turbata libertà degli incanti’

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42 determine dirigenziali e 13 delibere di giunta: sono questi gli atti finiti nel mirino della Guardia di finanza e quindi della procura di Terni, relativi all’aggiudicazione del servizio di smaltimento del percolato dell’ex discarica comunale di vocabolo Valle. L’indagine condotta dal pm Raffaele Iannella ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di venti persone fra assessori, ex e dirigenti del Comune di Terni.

Il ‘calderone’ Per tutti l’ipotesi di reato è ‘turbata libertà degli incanti’. Circa le determine dirigenziali ‘contestate’, 33 di queste – emesse fra il marzo del 2011 e il luglio del 2014 – vengono ricondotte al dirigente Maurizio Galli, cinque – fra l’ottobre del 2009 e il luglio del 2010 – a Luciano Sdogati e quattro – emesse fra febbraio e aprile 2015 – a Marco Fattore. Tredici, come detto, le delibere di giunta ‘incriminate’ fra l’ottobre del 2011 e il gennaio 2015, la cui approvazione ha fatto finire nei guai 17 amministratori del Comune. Ad esprimere nel tempo nove voti favorevoli sono stati l’ex vicesindaco Libero Paci e Luigi Bencivenga, otto Stefano Bucari, sette Roberto Fabrini, Silvano Ricci, Sandro Piermatti e Marco Malatesta, sei voti Daniela Tedeschi, cinque il sindaco Leopoldo Di Girolamo, Renato Bartolini e Simone Guerra, uno a testa Maria Bruna Fabbri, Carla Riccardi, Giorgio Armillei, Francesco Andreani, Cristhia Falchetti Ballerani e Emilio Giacchetti. A quest’ultimi, difatti, la procura non ha contestato la ‘continuazione del reato’, trattandosi di un solo episodio-voto.

I dirigenti Per la procura, i tre dirigenti avrebbero «alterato la libera partecipazione agli incanti, frazionando in piccoli importi le commesse pubbliche in modo da eludere la normativa comunitaria che impone l’indizione di gare ad evidenza pubblica […], in tal modo non veniva garantita l’individuazione della proposta migliore per assicurare la ‘par condicio’ tra le imprese concorrenti nei territori. Anzichè provvedere alla programmazione del fabbisogno per almeno un triennio e per un importo a base di gara pari al fabbisogno riconosciuto per detto triennio al fine di garantire la trasparenza, lo stesso parcellizzava e frazionava gli appalti, in assenza di una motivazine valida che potesse giustificare tale modus operandi».

Gli assessori Agli amministratori si contesta l’approvazione delle tredici delibere di giunta «emesse dai dirigenti preposti agli incanti, con le quali avevano indetto […] procedure di gara mediante affidamento in economia, senza indire una gara ad evidenza pubblica». Un comportamento che per la procura avrebbe «violato il pricipio della libera concorrenza […] autorizzando le irregolarità che impedivano o alteravano il confronto delle offerte».

Possibile origine Concetti che fanno tornare subito in mente una querelle relativa all’affidamento dei lavori e che – originata dalle disposizioni dell’Autorità nazionale anti corruzione, fatte proprie dal segretario generale del Comune di Terni – nel tempo ha finito per creare più di una frizione latente in Comune, fra lavori mai avviati e bandi da riscrivere obtorto collo completamente. Tornando all’indagine, i venti coinvolti – che si dicono assolutamente estranei e sorpresi dalle contestazioni – potranno ora depositare memorie, spiegare le proprie ragioni ed essere sentiti dal pm. Poi, successivamente, la parola tornerà alla procura che dovrà formalizzare le eventuali richieste di rinvio a giudizio. Intanto sul piano difensivo qualcosa si è già mosso e presto entreranno in scena i legali.

Il Pd I segretari del Pd Terni – quello provinciale Carlo Emanuele Trappolino e quello comunale Jonathan Monti – hanno diffuso una nota in merito all’indagine, ribadendo «piena fiducia agli amministratori e alla magistratura che svolgerà le indagini. Il Pd di Terni – scrivono i due segretari – appreso della conclusione delle indagini preliminari in merito alle procedure amministrative inerenti lo smaltimento del percolato della ex discarica di Valle, è fiducioso nell’operato degli amministratori coinvolti, che, come dimostrato in vicende precedenti, hanno sempre agito nel rispetto delle regole. Confidiamo che l’azione della magistratura, a cui esprimiamo piena fiducia, confermerà le nostre valutazioni».

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