La faccenda si fa sempre più seria. Tanto che per l’ennesima volta il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo è stato costretto ad ordinare – integrando una disposizione precedente – «il divieto di coltivare all’aperto prodotti ortofrutticoli per l’alimentazione umana o animale, nonché l’allevamento di animali all’aperto». Il perché lo spiega un documento dell’Usl Umbria2: «L’analisi effettuata su campioni vegetali prelevati in strada Di Prisciano ha evidenziato la presenza di piombo con una concentrazione di 0.61 mg/kg».
L’ORDINANZA INTEGRATIVA DEL SINDACO: CONCENTRAZIONE DI PIOMBO
Flashback La zona di Prisciano è ben nota per problematiche di carattere ambientale. Lo scorso anno Di Girolamo fu costretto a emettere un’ordinanza dopo l’attività di monitoraggio – campionamento di matrici alimentari di origini animale e vegetale – svolta in merito all’inquinamento da dissione e metalli pesanti: «Positività su campioni di uova e delle criticità – ricorda il nuovo atto – su alcuni campioni di vegetali prelevati nelle zone di Prisciano e Cervara Alta, e tra i campioni di suolo dei superamenti delle csc per campioni prelevati in strada di Prisciano e strada di Santa Filomena, come comunicato da Arpa Umbria». Era il 2016 e scattò il divieto di coltivazione e di allevamento di animali all’aperto. Un anno dopo e la situazione peggiora ulteriormente.
La nota dell’Usl Lo scorso giugno è andato in atto un nuovo monitoraggio, che ha messo in evidenza una concentrazione di piombo pari a 0.61/kg in strada di Prisciano e dunque l’area – rispetto all’ordinanza 2016 – si è allargata: per i quattro proprietari di terreno coinvolti c’è il divieto di coltivare all’aperto prodotti ortofrutticoli per l’alimentazione umana o animale, oltre all’allevamento di animali all’aperto. Il tutto perché è necessario «porre in essere le misure straordinarie indispensabili per prevenire fenomeni che possono compromettere la salute pubblica».
Orti sofferti La vicenda fa il paio con quella relativa dagli ‘orti urbani’, sulla quale pesa lo studio di Arpa che, in relazione a quelli previsti in via dell’Argine, ha evidenziato una forte presenza di Cromo. E testimonia che, insomma, l’aria della Conca ternana – e pure i terreni – non sarebbero proprio il massimo in quanto a garanzie di salubrità.