La relazione della Corte dei Conti sullo stato di salute finanziaria del Comune di Perugia è ancora al centro del dibattito politico, dopo l’acceso consiglio comunale di lunedì.
BOTTA E RISPOSTA SUI CONTI DEL COMUNE – VIDEO

Difficoltà strutturale «I conti del Comune di Perugia sono a rischio»: lo dice la Corte dei Conti, lo ribadisce il gruppo consiliare Pd, con una del segretario cittadino Paolo Polinori: «Emerge una difficoltà ormai strutturale a riscuotere crediti su Tari, Imu e multe, sia per la parte che riguarda l’evasione sia per la parte che riguarda la morosità, che, insieme a un ricorso straordinario alle anticipazioni di tesoreria per somme sempre crescenti, che poi non vengono restituite, crea interessi passivi per milioni di euro e debito».
Incassi sulla carta Se n’è parlato anche nell’ultimo consiglio comunale, in cui sia il Pd che il Movimento Cinque Stelle hanno messo alle strette l’amministrazione comunale. E sotto la lente d’ingrandimento della minoranza sono finite le cifre degli incassi ‘potenziali’ che nel bilancio consentono di arrivare al pareggio. Un pareggio che però è solo sulla carta. In pratica: ogni anno viene fatta una stima delle entrate previste, che però – denuncia l’opposizione – quasi mai sono reali. «Le entrate sono solo presunte invece le uscite sono reali – tuona il Pd – fino a generare interessi passivi nelle ultime annualità per 3,5 milioni di euro».
«I revisori lo avevano detto» «Quanto oggi segnala la magistratura contabile – scrivono i rappresentanti dem – ricalca perfettamente le osservazioni dei revisori recapitate al Comune nel mese di marzo: sembra, dunque, mancare la volontà politica di correggere la rotta, intervenendo in maniera organica sulle distorsioni, Invece – denunciano i rappresentanti Pd – vengono praticati solo interventi straordinari che rischiano di impoverire la città e i cittadini senza dare i frutti sperati sul lungo periodo».
«No allo scaricabarile» La sinistra ha governato il Comune fino a tre anni fa. E governa tuttora Provincia e Regione. Questo è stato uno degli argomenti usati da Romizi in consiglio comunale per dire che la questione non nasce oggi. Ma il Pd respinge questo addebito: «Non serve a nulla scaricare le proprie responsabilità su chi ha governato la città e sulla Regione, rispetto a quella che la Corte dei Conti rappresenta come una ‘grave situazione finanziaria soprattutto per ciò che concerne lo squilibrio di cassa’. È di certo utile ricordare che anche prima del 2014 c’è stato un assai più imponente taglio dei trasferimenti statali e si è fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria, ma per somme nettamente inferiori e sempre restituendo quanto dovuto entro l’esercizio finanziario successivo. Ed è altrettanto utile sottolineare che il sindaco Romizi e il centrodestra governano la città da ormai tre anni e mezzo, un tempo sufficiente».
«Minimetrò, una risorsa» Una delle soluzioni paventate per far entrare liquidità sembra essere la possibile vendita del Minimetrò. Sono solo indiscrezioni al momento. Un’ipotesi. Sulla quale comunque il Pd ha le idee chiare: «Si rischia di perdere potere decisionale sulla gestione e di mortificare una visione di città che ha storicamente scelto di scommettere sulla mobilità alternativa, tutto ciò senza alcun dibattito pubblico o coinvolgimento dei cittadini. Privatizzazione e svendita del Minimetrò con conseguente abbandono della mobilità alternativa, infatti, non sono scelte necessarie e neutre, così come non è neutra una spending review che si limita a tagliare i costi disinteressandosi completamente della riqualificazione dei servizi, in alcuni casi tagliandoli: sono scelte politiche ben precise, che restituiscono una città più piccola, più provinciale e meno europea», denunciano i rappresentanti del Pd in consiglio comunale.