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Home » Il vescovo di Terni: «Città deve risorgere»

Il vescovo di Terni: «Città deve risorgere»

di Marco Torricelli
2 Gennaio 2018
in Apertura 5
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Per il vescovo di Terni Narni Amelia, Giuseppe Piemontese, la solenne messa di ringraziamento di fine anno, con il canto dell’antico inno del ‘Te Deum’, celebrata nella Cattedrale di Terni, è stata l’occasione – alla celebrazione erano presenti i canonici della Cattedrale di Terni, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Flamini, il comandante dei carabinieri di Terni Davide Rossi, i rappresentanti delle autorità militari e il gonfalone del Comune di Terni e della Provincia – per rivolgere un pensiero per la giornata del primo gennaio, in cui la Chiesa cattolica celebra la 51sima giornata per la pace dal tema: ‘Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace’ ed ha affidato a Maria la madre della speranza «le sorti dell’umanità, del creato, della nostra città, della nostra Diocesi e della pace, i migranti e i rifugiati, ma anche la visita pastorale, il sinodo sui giovani, la nostra nazione che vivrà il tempo delicato della campagna elettorale e delle elezioni politiche».

Il ringraziamento «Ma in questa occasione, in questa Cattedrale, a nome dell’intera città e della diocesi, mutuando le parole del compianto cardinale Caffarra, sentiamo di dover ringraziare il Signore e lodarlo – ha detto il vescovo – per alcune ragioni particolari: per l’eroismo quotidiano di chi nonostante tutto non si stanca di agire bene; per il coraggio degli sposi che donano la vita, facendo un grande atto di speranza nel futuro; per la pazienza dei Capodpoveri, che vincono la tentazione di ricorrere alla violenza; per coloro che si mettono al loro servizio, diffondendo nella nostra città fraternità e solidarietà; per chi lungo i secoli ha reso grande nella giustizia, nella libertà, nella scienza la nostra città. E per tutti coloro che partendo da questa cattedrale,  avranno nel cuore il desiderio di farla risorgere. Con questa speranza nel cuore apriamoci al futuro, che Dio ci elargisce come dono e benedizione per ciascuno, per la nostra Diocesi e l’umanità intera».

Una cesura «La celebrazione di fine anno – ha detto il vescovo – è l’occasione per dire il nostro personale e comunitario grazie a Dio per l’anno appena trascorso e per quanto vissuto in ambito religioso, civile e sociale. Questa giornata di fine anno, passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo, è come una cesura nell’esistenza personale, del vivere civile, della storia. E’ una celebrazione insieme festosa e pensosa. Un momento nel quale si intrecciano memoria, ringraziamento, invocazione per l’anno nuovo, nel nome di Maria Madre di Dio. Il ringraziamento è tanto più sentito quanto più è viva la memoria di ciò che si è vissuto e del bene che si è ricevuto».

La Caritas Padre Piemontese ha sottolineato in modo particolare i 20 anni di attività della Caritas diocesana e dell’associazione San Martino, celebrati nel 2017, che sono «segno di speranza per la nostra Diocesi, che a nome della chiesa e di tutti coloro che ci hanno sostenuto hanno aiutato, soccorso, accompagnato tante persone, gente del posto ma anche stranieri che sono venuti nella nostra città. La loro opera è stata espressione del desiderio e della bontà di tanti di aiutare, di diventare solidali e manifestare con un segno concreto la fraternità che ci lega».

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