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Home » Samuel a cuore aperto: «Ho sofferto tanto»

Samuel a cuore aperto: «Ho sofferto tanto»

di Redattore
8 Maggio 2018
in Calcio, Sport
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Di Carmine

Di Carmine

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Come al solito schietto e sincero, Samuel Di Carmine rivela dei retroscena succosissimi durante la diretta di ‘Fuori campo’ su UmbriaTv. In particolare sulle due mancate cessioni (ad agosto e a gennaio), sul dualismo con Han e Falco, sul malessere nell’anno di Bisoli, che lo costrinse ad andare via, ma anche su certi commenti letti la scorsa estate. E sul futuro: «Non contano i soldi – ha detto – ma voglio la A».

IL SALUTO DI DC10 AI LETTORI DI UMBRIAON – VIDEO

Intervista a Di Carmine

Richiamo di preparazione «Ci stiamo preparando bene e penso che questa settimana fare già dei richiami in vista dei playoff, senza dimenticare che dobbiamo ancora fare un punto – ha detto DC10 – fisicamente dobbiamo arrivare al 100% perché sarà un mini campionato a se stante in cui chi starà meglio fisicamente vincerà, quindi dobbiamo prepararci al massimo. In merito agli accoppiamenti, va bene qualsiasi squadra, tanto dobbiamo affrontarle tutte».

Sto bene e si vede «È il mio miglior anno anche perché sto bene fisicamente, mi alleno con continuità e si vede in campo; i gol cominciano ad essere tanti per questo sono contento. Nelle annate precedenti ho comunque sempre fatto gol però poi capitava che mi facevo male a metà campionato e mi fermavo: a volte uno stiramento, altre volte una frattura, poi è dura riprendere. In questa stagione invece posso dire, incrociando le dita, che sono riuscito a condurla in porto senza particolari problemi, per questo il numero dei gol è lievitato». Tranne Virtus Entella (alla prima) e Palermo, Di Carmine le ha giocate tutte quest’anno in campionato.

Infortunio diplomatico Proprio a proposito della sua prima esclusione – il Perugia giocò ad Entella contro la Virtus vincendo 5-1 – Di Carmine rivela che in realtà il motivo del mancato impiego era legato alle trattative per la cessione. Si parlava dei postumi di un infortunio, ma Samuel a otto mesi di distanza confessa che in quel periodo erano ancora in piedi diverse trattative. In quella occasione fu il presidente Santopadre a impuntarsi, chiedendo più soldi ai club pretendenti, forse anche perché non sicuro del rendimento del coreano Han.

Di Carmine infortunato (Ac Perugia)

Le critiche estive Samuel rivela anche i motivi che lo avevano indotto a valutare la cessione estiva: «Ero ancora scosso dalla semifinale persa col Benevento e soprattutto mi avevano fatto male tutte le parole che avevo sentito dopo, in particolare relativamente al fatto che avevamo perso per mancanza di un attaccante. In realtà l’attaccante c’era ed ero io. E fin quando sono stato bene ho dato il mio contributo, poi sono rientrato e ho ricominciato a segnare. E un gol l’avevo fatto pure a Benevento, se non ce lo avessero tolto con quello che forse passerà alla storia come il primo intervento del Var in B».

Il valore dell’ambiente «In effetti io avevo giocato poco e 13 gol considerando l’infortunio non sono pochi. Non sentivo che la piazza mi voleva bene quanto io sentivo di meritare. E poi mi accusavano di non essere affezionato alla curva, di non fare gesti eclatanti tipo baciare la maglia. Ma io sono questo. Non potete chiedermi di fare cose che non sono da me». Per questi motivi avevo ormai deciso di accettare le offerte che arrivavano. Si parlava di Parma, Palermo e addirittura Verona in serie A. Ma alla fine non se ne fece nulla. «Per fortuna non guardo tanto i social, ma mi sentivo in discussione».

Di Carmine

La scelta di gennaio Poi invece a gennaio la decisione di rimanere arrivò soprattutto per volontà del calciatore. Decisivo per la mancata cessione fu anche il figlio del bomber: «È legatissimo a Perugia – conferma Samuel – si è ambientato bene a scuola e nella squadra di calcio, fosse per lui dovrei rimanere qua a vita». Pure di Carmine, in realtà, non avrebbe nessun problema a restare a Perugia anche il prossimo anno: «Non ho mai fatto mistero che qui sto bene e sapete che non ne faccio un problema di soldi, solo di ambizioni. Io voglio giocare in serie A e mi piacerebbe andarci col Perugia, quindi ora concentriamoci sulle prossime partite. Dopodiché se ne parla».

Rosa lunga Di Carmine non crede che i problemi di inizio campionato fossero legati all’eccessivo numero di giocatori in rosa: «Secondo me avere ricambi all’altezza fa solo piacere a un allenatore, guardate ad esempio cosa possono permettersi di fare gli allenatori di Bari, Parma, Palermo e altre squadre con rose ampie». E quando gli riferiscono dei malumori di alcuni giocatori, tipo Filippo Falco, Di Carmine risponde per le rime: «Quando non giochi qualche domanda devi cominciare a fartela, non può essere sempre colpa degli altri».

Mister schietti «Mi piacciono gli allenatori che parlano in faccio – dice il bomber – e infatti avevo uno splendido rapporto con Bucchi, che fra l’altro fu l’artefice del mio ritorno perché mi vedeva come perno del suo gioco. Non è un mistero invece che non mi trovavo bene con Bisoli (fresco di promozione in B con il Padova, ndr), e non solo perché mi faceva giocare fuori ruolo».

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