«Non c’è più possibilità di proroga e inoltre ci sono criticità di carattere tecnico e socio-sanitarie, il progetto Dm non è confermato. E gli altri li vogliamo impiegare negli orti urbani e nella rimozione di scritte in edifici o luoghi pubblici». Accoglienza e Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), a Terni si cambia: ad annunciare modifiche e idee è l’assessore alle politiche sociali, per l’immigrazione e l’integrazione Marco Celestino Cecconi. «Partecipazione diretta per la città e non più solo tollerarli, lo Sprar non può avere solo una dimensione assistenziale», ha chiosato. Si parte da un ‘taglio’.
SPRAR, MSNA: IL BANDO DA 893 MILA EURO E L’AGGIUDICAZIONE
Sprar, il ‘taglio’ di uno dei tre progetti Non l’unica tematica che tiene impegnato l’assessore – ci sono anche le case popolari, l’argomento è stato trattato – al momento, ma il focus è tutto sulla questione accoglienza. Partiamo dai meri numeri, riepilogati da Cecconi: i tre progetti Sprar coinvolgono a Terni 70 rifugiati nella categoria ‘ordinari’, 14 nel cosiddetto ‘Mnsa’ (Minori stranieri non accompagnati) e 5 per quel che concerne il disagio mentale. Finanziamento del ministero dell’Interno per portarli avanti? Rispettivamente 3 milioni 150 mila euro, 1,2 milioni e 674 mila euro nell’arco 2017-2019, mentre il cofinanziamento diretto dell’ente locale è di 156 mila, 62 mila e 35 mila. Ecco, ci sono novità per uno dei tre: «Negli ultimi mesi la città ha subito la ‘tragedia’ del dissesto finanziario e ci sono stati rallentamenti/sospensione su atti come gare, appalti ecc.. I progetti per gli ordinari e i Mnsa sono stati rinnovati a novembre, l’ultimo no: da quel momento ci sono state proroghe per il riaffidamento all’Ati coinvolta (il tutto nel Comune di Stroncone, seppur quello capofila sia Terni), ma ora non c’è più possibilità di farlo. Quindi non confermiamo il progetto». Accanto a lui a palazzo Spada per dare delucidazioni Daniela Argenti, Erminia Bonini e Sara Sgaramella, dipendenti comunali in prima linea per coordinare i progetti.
IL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE 2018-2020
Le criticità e il numero Cecconi ha quindi sottolineato che il numero dei rifugiati coinvolti nei progetti (posti a disposizione) sono 70 per gli ordinari, 14 per i Mnsa e 5 per le persone con disagio mentale, i ‘tagliati’: «Al di là della proroga, ci sono state criticità per l’individuazione dei gestori e dei percorsi socio-sanitari». Ovvero? «La ricerca del tipo di personale da impiegare e la formazione. A indicarla è il ministero dell’Interno». L’assessore prosegue e fa presente che «erano 4 le persone del progetto Dm, 3 sono state recuperate (si parla di interventi con buon esito) e 1 rimasto. Ma non si tratta dell’unico aspetto lanciato dalla nuova amministrazione sulla questione.
ORTI URBANI A TERNI, PRIME ASSEGNAZIONI
Orti urbani e pulizie, rifugiati in azione e impiego virtuoso E gli altri 84 potenziali – somma dei primi due progetti, i più corposi – rifugiati che fanno? Diretti verso gli orti urbani e le pulizie: «Martedì mattina abbiamo comunicato alle associazioni e ai gestori dei programmi in essere che vogliamo fare un passo in avanti. Ovvero utilizzarli per la ripartenza della città attraverso l’impiego negli orti urbani (coltivazione e bonifica terreno degradato) per ricavarci parte della loro alimentazione e la rimozione delle scritte su edifici pubblici o luoghi cittadini». In tal senso c’è stato un contatto formale. Cecconi poi ha ‘tirato le orecchie’ proprio in merito agli orti urbani: «Ci sono state poche richieste». Stesso discorso per ‘Vita indipendente’, ‘Anziani non autosufficienti’ e ‘Happy family care’: «I cittadini hanno risposto in maniera limitata nonostante la grande disponibilità di risorse. Siamo pronti ad aiutarli per la compilazione delle domande che, magari, non sono così semplici». Consentita la riapertura dei termini fino alla capienza massima degli importi residui.
CASE POPOLARI, SI ACCENDE LA DISCUSSIONE
Sprar, popolazione e impatto straniero: «Situazione sbilanciata, ribaltare» Cecconi in conclusione si lascia andare ad una riflessione – tutto nasce dalla considerazione sulla richiesta di alcuni Comuni di centro-destra di uscire dal programma Sprar – su Terni: «Ritengo che 108 mila 621 cittadini con 14 mila stranieri in cui il reddito pro capite scende, credo sia un aspetto sul quale questa comunità da anni si sarebbe dovuta interrogare. La costruzione di un’economia che è a vantaggio di alcune imprese che hanno svolto il lavoro e che va in questa direzione piuttosto che occuparsi direttamente delle difficoltà di ogni singola persona, è qualcosa che va ribaltato. 14 mila su 108 mette Terni in una condizione di completo sbilancio». L’input è chiaro.
INCIVILTÀ E SCRITTE, A TERNI NON MANCANO

Case popolari: «Così è andata» Botta e risposta nell’ultimo mese sull’assegnazione delle case popolari. Messo da parte l’argomento Sprar, Cecconi aggiorna la situazione su questo versante: «Non parlerei di polemiche, ma di approcci probabilmente fuori tempo da parte di alcune associazioni e sindacati. Ci siamo insediati l’11 luglio e il 27 dello stesso mese ha ricevuto comunicazione formale della nomina del membro sindacale; il 3 agosto c’è stato il consiglio comunale dove sono stati nominati i due membri politici e nell’immediatezza di Ferragosto sono stati individuati i due membri civili per completare la commissione. Lunedì 27 agosto è stata deliberata in giunta la composizione della commissione: tutto si può fare in tempi rapidi e la verità è che la commissione era scaduta il 30 di giugno. Abbiamo reintegrato nel più breve tempo possibile. La volontà di questa amministrazione è fare come il buon padre di famiglia a guardare ogni proprietà del Comune: c’è necessità di fare una generale ricognizione per vedere se alcune possono essere messe a disposizione di chi ne ha bisogno».