In pochi sanno che nel centro di Terni, a due passi dalle vie della movida, ha aperto un nuovo ‘camping urbano’. Ovviamente si scherza, è bene chiarirlo subito, ma le tende da campeggio ci sono e si trovano sotto ponte Carrara (ponte Caraciotti), lungo il corso del fiume Nera, in uno degli angoli più degradati della città .
DEGRADO E VANDALI DA PONTE CARRARA A CITTÀ GIARDINO

Situazione al limite
In pratica c’è chi, evidentemente potendolo fare, ha montato la propria tenda sotto il ponte (il freddo d’altronde incombe), trovando lì un riparo abbastanza sicuro e tranquillo. A prima vista quell’accampamento sembra perfettamente inserito nel contesto e nei ‘giri’ che riguardano tanto ponte Carrara quanto l’area di Lungonera fino a Città Giardino. Parliamo di droga, degrado, prostituzione, emarginazione. Forse rimuovere la tenda non è la soluzione (unica) ai problemi citati che meritano di essere approfonditi ad ampio raggio e con proposte che riguardano tanto gli aspetti urbanistici e di decoro urbano, quando la sicurezza e il monitoraggio delle situazioni ‘al limite’ che esistono in città .
Progetti in fumo
Ad oggi però ponte Carrara si conferma – come in passato – un ritrovo ‘cinque stelle’ per chi spaccia, si droga o vive di espedienti. Doveva, sin dagli anni scorsi, diventare la ‘prua’ di un nuovo punto di aggregazione e socialità – e i campionati europei di tiro con l’Arco del 2013 avevano alimentato questa speranza, con l’allestimento proprio lì del ‘villaggio’ – ma ad oggi l’area presenta una desolazione assoluta.
Forza Italia
Così Lucia Dominici, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale: «Ci è ben nota la situazione di degrado che interessa la zona lungo le sponde del fiume Nera, che va da ponte Carrara a Città Giardino, ed è per questo che già da diversi giorni abbiamo sottoposto la problematica ai partiti della maggioranza, tramite una bozza di atto di indirizzo. Da troppo tempo – afferma la capogruppo – al proliferare sul territorio comunale di insediamenti non autorizzati di gruppi di persone che occupano porzioni di aree, anche pericolose, per poi utilizzarle come campeggio, accampamento o bivacco. Con conseguenti problemi igienici e sanitari, oltre che di sicurezza pubblica e decoro urbano. Riteniamo doveroso tutelare l’interesse pubblico collettivo, proponendo azioni volte ad eliminare tale fenomeno – conclude Lucia Dominici – che spesso cela problematiche ancora più gravi di prostituzione, droga ed emarginazione, attraverso anche un monitoraggio che permetterebbe di distinguere le forme di disagio sociale da quelle delinquenziali».