Quasi un’ora di faccia a faccia con il gip Margherita Amodeo, durante la quale ha risposto alle domande del giudice, a detta del suo difensore, in maniera «precisa e dettagliata». «Non ho commesso alcun reato, il rapporto sessuale è stato consenziente»: questa la versione dei fatti Ramy Misail Nagdyun Hakim, il 18enne egiziano accusato di essere l’autore dello stupro denunciato il 30 giugno scorso da una 20enne ternana dopo una festa al parco Chico Mendes di Terni. Lunedì mattina il giovane è stato ascoltato dal giudice nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto nel carcere di Sabbione, dove è rinchiuso da giovedì sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare.
«VIOLENTATORE? NON DA’ L’IMPRESSIONE»
Versioni opposte
Come era stato annunciato dal suo difensore – l’avvocato Andrea Solini -, il ragazzo non si è sottratto alle domande, difendendosi dalle accuse e spiegando dal suo punto di vista cosa è accaduto quella maledetta notte. «C’è coincidenza della narrazione dei fatti tra la parte offesa e l’indagato fino al momento del rapporto» spiega il legale. Dunque la conoscenza durante la festa, un primo approccio tra i due dentro al locale, poi la decisione di appartarsi. Ma è qui che le versioni diventano discordanti. Se secondo la ragazza è stato lui a convincerla ad allontanarsi, per il 18enne al contrario è la giovane «ad invitarlo ad andare fuori, prendendolo per mano». E qui, nel parcheggio, sarebbe avvenuto l’atto sessuale: una violenza brutale stando al racconto della ragazza, che ha detto di essersi rifiutata di andare oltre a qualche effusione, un atto rispetto al quale entrambi sarebbero stati disponibili secondo l’indagato.
Le mosse della difesa
«Il fatto che il 18enne sia rimasto a Terni e abbia continuato a lavorare come se nulla fosse la dice lunga sul fatto che non sapeva di essere ricercato, convinto di non aver compiuto nulla di male» continua l’avvocato Solini. Al giudice Ramy Misail ha spiegato di essere a conoscenza del fatto che c’erano delle indagini in corso su uno stupro avvenuto quella notte al Chico Mendes, ma di essere convinto che l’episodio non lo riguardasse. Dunque non aveva alcun presentimento che quello su cui i carabinieri dell’Arma avevano messo gli occhi sin dall’inizio, dopo la denuncia e le prime indagini, fosse proprio lui. «Più passano i giorni e più si sta rendendo conto del motivo per il quale è ristretto e che la sua posizione è delicata. Ma continua ad essere sereno» sottolinea ancora il legale, che al termine dell’interrogatorio ha chiesto al giudice la sostituzione della misura in carcere con quella ai domiciliari. «All’esito della decisione del gip valuteremo se eventualmente presentare istanza di riesame». Di certo si profilano nuovi accertamenti di parte sulle risultanze ginecologiche. «Dovranno essere valutate in maniera più compiuta – conclude l’avvocato Solini -, in quanto a nostro parere non danno certezze ma fanno solo presumere. Ci sono diversi aspetti che devono ancora essere valutati».