Madre abusa della figlia: arrestata a Terni

La donna risiede in un comune della provincia ed ora si trova in carcere a Perugia. Altre due persone coinvolte nell’inchiesta

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di F.T.

Sono accuse pesantissime quelle che hanno fatto finire in carcere tre persone: due madri di circa 40 anni – una originaria della Toscana e residente in un comune dell’orvietano e l’altra a Reggio Emilia – ed un uomo, 40enne di Grosseto, compagno della prima. I tre – con l’uomo che si trovava già in carcere dalla scorsa estate per reati specifici – sono stati arrestati su ordine del gip di Firenze Agnese Di Girolamo, nell’ambito dell’inchiesta ‘Dark Ladies’ condotta dalla polizia Postale della Toscana, diretta dal vice questore aggiunto Barbara Strappato, e coordinata dalla procura fiorentina nelle persone dei pm Giovanni Solinas, Sandro Cutrignelli e del procuratore aggiunto Luca Tescaroli.

Orrore

Secondo gli inquirenti le due donne, ciascuna in contatto con il 40enne per ragioni diverse, avrebbero abusato sessualmente delle rispettive figlie – entrambe di età inferiore ai dieci anni – per produrre materiale pedopornografico poi divulgato attraverso alcune piattaforme di messaggistica come Telegram e Whatsapp. Le due madri avrebbero partecipato a pratiche pedofile e alla produzione di immagini, abusando delle bimbe sin dalla tenera età. I fatti sono collocati in un arco temporale che va dal 2016 ad oggi ma non è escluso che dall’analisi dell’ingente materiale sequestrato alle due madri, possano emergere addebiti antecedenti il 2016. In seguito all’inchiesta ed agli arresti, le due bambine sono state affidate ai servizi sociali e ora si trovano in strutture protette.

Le accuse

Alla donna residente in provincia di Terni, nel territorio di Orvieto – ora reclusa nel carcere di Perugia-Capanne – ed al compagno, la procura fiorentina ha contestato i reati di pornografia minorile e violenza sessuale aggravata nei confronti della figlia della coppia. Allo stesso 40enne e alla donna di Reggio Emilia sono stati contestati i reati di violenza sessuale su minori – reato aggravato, nel caso della donna, dall’essere madre della bimba abusata – e produzione di materiale pedopornografico. Rispetto alla 40enne emiliana, gli inquirenti avrebbero accertato l’esistenza di video che la ritraggono insieme alla figlia, ma non con l’uomo. Alcune chat, tuttavia, farebbero ipotizzare anche un coinvolgimento diretto di quest’ultimo negli atti sessuali. Tutti elementi che sono ancora al vaglio dell’autorità giudiziaria.

Gruppi telematici al setaccio

Le indagini si sono concentrate su alcuni gruppi Telegram dove erano state fatte transitare immagini definite ‘inequivocabili’. La perquisizione eseguita a carico del grossetano lo scorso agosto, seguito dall’arresto, aveva fatto emergere la detenzione di un ingente quantitativo di foto shoccanti, ritraenti minori coinvolti in atti sessuali. Materiale poi associato ai gruppi Whatsapp e Telegram frequentati dal soggetto e da altri pedofili, dove venivano fatti transitare dei link ‘mega.nz’ tutti riconducibili a materiali pedopornografici, in particolare foto e video in chiaro. L’inchiesta condotta anche attraverso l’utilizzo di agenti della Postale sotto copertura, che si fingevano utenti degli stessi gruppi, ha consentito anche l’identificazione di alcuni soggetti residenti all’estero. Al momento non risultano persone indagate a piede libero ma il lavoro di polizia Postale e autorità giudiziaria è destinato a proseguire e non è escluso – anzi – che altri soggetti possano presto finire nei guai.

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