di Alice Tombesi
Da un ufficio a un altro senza trovare la soluzione al problema, quasi fosse una pallina in una partita di ping pong finita senza vincitore. Così si è sentito Emanuele, ternano di 38 anni e tassista da quattro, quando nella giornata di mercoledì si è recato in tre diversi uffici – Motorizzazione Civile, Pra (Pubblico registro automobilistico) e Aci (Automobile club d’Italia) – uscendone ogni volta a mani vuote, o meglio, senza Duc, il Documento unico di circolazione, necessario se si vuole guidare (e nel suo caso anche lavorare).
L’inizio dell’odissea
«Di recente ho acquistato una nuova auto e ho dovuto fare per entrambe il collaudo, portando una da uso privato a servizio pubblico e viceversa per l’altra – racconta Emanuele -, così il 21 agosto mi sono recato in Motorizzazione. Mi hanno consegnato dei libretti provvisori e, qualche giorno dopo, sono tornato per ritirare gli originali. Il problema è nato quando mi hanno dato solo quello della vecchia auto, dicendo che per quello della nuova la Motorizzazione non era in grado di fare il Duc e dicendo di recarmi al Pra».
Il rimpallo
Dagli uffici di via Bramante, Emanuele si è così spostato in quelli del Pra: «Anche loro mi hanno detto che non possono fare questa pratica. Hanno chiamato la Motorizzazione e mi hanno rispedito lì». Il tassista è tornato così in via Bramante: «Lì mi hanno detto di andare all’Aci dove ho atteso, come altri insieme a me, sotto il sole perché non si può entrare all’interno causa Covid. Tutto ciò per sentirmi dire che nemmeno i loro computer sono adibiti a questa procedura e mi hanno consegnato un foglio di circolazione provvisorio valido 30 giorni ma che non si sa se copre anche l’assicurazione».
La battaglia e la speranza
Un andirivieni estenuante che ha messo a dura prova la pazienza del giovane tassista, già provato dal lockdown della scorsa primavera che lo aveva costretto, come altri nel suo settore e in tante altre attività, a spegnere i motori: «Il mondo dei trasporti è stato azzerato. Ho dovuto comprare un’auto nuova perché la vecchia aveva macinato troppi chilometri. Dopo la ripartenza questo intoppo non mi ci voleva, mi trovo doppiamente a terra». Anche quattro giorni fanno la differenza, dopo decine e decine chiusi in casa. Quattro giorni di pratiche rimaste in sospeso che hanno interrotto di nuovo il lavoro di Emanuele, e questa volta non per forze esterne. Per questo il tassista si è rivolto, non sapendo più a chi chiedere, ai carabinieri di Terni che gli hanno consigliato di contattare il suo avvocato. «Per ora posso solo sperare in un rimborso per i giorni in cui non ho potuto lavorare a causa del mancato libretto di circolazione. Nel frattempo spero che in questi 30 giorni si sblocchi qualcosa e che abbia finalmente tutte le carte originali per poter circolare e fare il mio lavoro».