Non solo la polizia ma anche i carabinieri dell’Arma in campo per contrastare il preoccupante fenomeno del ‘binge drinking’ – cioè l’assunzione in brevissimo tempo di una quantità smodata di drink per raggiungere ubriacature immediate – tra gli adolescenti di Orvieto. Negli ultimi mesi sono stati decine, infatti, i minori convocati con i rispettivi genitori presso gli uffici della compagnia carabinieri della città della Rupe, comandata dal capitano Giuseppe Viviano, per fare luce su alcuni episodi, alcuni dei quali con possibili riscontri di natura penale.
LA ‘SFIDA ALCOLICA’ AD ORVIETO
Il quadro emerso
Alcune situazioni – spiegano i militari – sono state già oggetto di segnalazione all’autorità giudiziaria di Terni, per responsabilità riconducibili a persone maggiorenni, ed a quella minorile di Perugia anche per le valutazioni di carattere sociale legate a possibili disagi da parte dei minori. Nel corso dei colloqui è stata infatti confermata la tendenza a far uso di alcol e droghe da parte dei giovanissimi che, loro malgrado, hanno dovuto ammettere davanti a genitori ignari le loro ‘debolezze’. Positivo il fatto che – riferisce sempre l’Arma – i genitori si siano dimostrati più che disponibili ad assumere le iniziative necessarie a supportare i ragazzi nelle loro scelte. Secondo i carabinieri anche l’orvietano non sfugge alle dinamiche sociali di città più grandi, dove molti giovanissimi, già prima di compiere i 14 anni, hanno fatto e fanno uso di alcol e droghe. Tale situazione pare essersi accentuata dopo il lockdown, forse per una voglia di libertà , di evasione e di condivisione alimentatasi tra le quattro mura domestiche in cui si è stati costretti a vivere per alcuni mesi. Sono almeno quattro – da quanto si apprende – le denunce tra quelle ordinarie e minorili.