Covid ed eventi: Terni e Perugia senza Luna Park? «A Bergamo sì»

Intervista Video a uno dei giostrai, che denuncia: «Nessuno si è preso la briga di visionare le carte»

Condividi questo articolo su

Condividi questo articolo su

di P.C.

A Perugia i Baracconi non ci saranno. A Terni si sta seriamente pensando di non autorizzare il Luna Park. Eppure dal Comitato Tecnico Scientifico regionale non è arrivato alcun parere sulle manifestazioni. E così si crea il paradosso che denunciano i giostrai: «Abbiamo lavorato persino a Bergamo, dove c’è stata la massima diffusione del virus e non ci fate lavorare qui in Umbria, dove i contagi sono stati pochi».

Come arrivano le autorizzazioni

Quello della modalità di autorizzazione sta diventando un busillis non da poco. Con il Cor (il centro operativo regionale della Protezione Civile) che ha fornito un primo parere, poi la palla è passata al Cts (il comitato tecnico scientifico) che, a norma di legge (il Dpcm di agosto) deve adottare un protocollo concordato con gli organizzatori da sottoporre infine (e questo è il terzo passaggio) alla prefettura per la definitiva autorizzazione.

Caso per caso o linee guida?

Solo che – denunciano i giostrai (ma, fra le righe, lo denuncia anche Eugenio Guarducci di Eurochocolate) – nessuno legge le carte e si esprime nel merito, nessuno si prende la responsabilità di dire se un evento, dato il piano organizzativo anti contagio messo su carta, si può fare o meno. Ed è su questo fronte che ci si arrovella in seno al Cts, dove in mattinata è stato redatto un verbale assai dibattuto, sulla base del quale i prefetti di Perugia e Terni avranno l’onere di prendere delle decisioni in seno al comitato sicurezza.

Chi si assume la responsabilità?

La sensazione, confermata anche da fonti interne ai tavoli istituzionali, è che, al di là dell’impegno che gli organizzatori mettano nel porre in essere misure anticontagio, al momento, con i numeri che ricominciano a salire e con l’impatto dell’apertura delle scuole non ancora del tutto quantificato,  non sia di buon senso autorizzare manifestazioni ‘dinamiche’ con alto numero di presenze. Una cosa sono gli stadi (dove pure al momento vengono ammessi mille spettatori al massimo), una cosa sono le scuole (dove i discenti sono controllati e dove comunque c’è un valore sociale maggiore), altra sono le folle che si muovono da uno stand all’altro all’interno di spazi più o meno delimitati. In assenza di test ultrarapidi che siano efficienti, chi se la prende la responsabilità? Chi controlla?

Certo, poi qualcuno ci dovrebbe spiegare perché allora in certi locali alla moda si entra e si esce senza controllo e perché nei centri storici delle città ai ragazzi della movida è stata concessa carta bianca. Ma questo è un altro discorso. 

Eurochocolate: ecco cosa ne pensano i commercianti del centro

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli