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Home » Allarme Coldiretti: troppo caldo, colture umbre a forte rischio

Allarme Coldiretti: troppo caldo, colture umbre a forte rischio

di Redattore
3 Luglio 2021
in Ambiente e salute, Imprese
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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La forte ondata di caldo che ha caratterizzato gli ultimi giorni di giugno ha messo a repentaglio le colture tipiche del periodo. L’allarme viene lanciato da Coldiretti Umbria, che spiega come si stia cercando di salvarle ricorrendo alle irrigazioni di soccorso. 

Colture a rischio, animali in sofferenza

«L’afa con la prolungata mancanza di precipitazioni – sottolinea la Coldiretti – sta seccando la terra, svuotando le spighe, scottando la frutta e la verdura nei campi e provocando stress negli animali nelle stalle con il crollo della produzione di latte. In sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi alla frutta, dal mais alla soia, dal pomodoro ai cereali. Ma il balzo della colonnina di mercurio sta favorendo anche il diffondersi degli insetti fastidiosi per gli uomini e dannosi per le coltivazioni come la cimice asiatica e il moscerino dagli occhi rossi, particolarmente temuti dai produttori ortofrutticoli per le perdite dei raccolti che possono provocare».

Ansia incendi

«A preoccupare è anche il divampare degli incendi nelle aree rurali favoriti dal mix esplosivo delle alte temperature e dell’assenza di pioggia che favorisce il propagarsi delle fiamme e il lavoro dei piromani in una situazione in cui si stima – precisa la Coldiretti – che il 60% degli incendi abbia origine dolosa in Italia. Ci vogliono almeno 15 anni per far rinascere tutto l’ecosistema forestale – spiega la Coldiretti – con il blocco di tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di migliaia di appassionati».

Carenze infrastrutturali

«La siccità rappresenta l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura italiana con un danni stimati in media dalla Coldiretti in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti, negli ultimi dieci anni. Nonostante i cambiamenti climatici l’Italia – sottolinea la Coldiretti – resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattiene solo l’11%».

Occhio all’acqua

Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie abbiamo elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Recovery plan – insiste Coldiretti Puglia – un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto – conclude la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

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