Terni, tempi vestizione operatori sanitari: «Tocca ai lavoratori»

La sentenza di Terni a favore di un’infermiera dell’ospedale apre uno scenario impattante per la Uil. Venturi: «Si devono attivare per bloccare la prescrizione. In ballo milioni di euro»

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La storia è nata nel 2007 da una iscritta Uil dell’ospedale di Orvieto e si è sviluppata man mano fino alla sentenza del tribunale di Terni dello scorso 15 luglio a firma del giudice Manuela Olivieri che ha sancito il risarcimento ad un’infermiera dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni per il tempo di vestizione nell’orario di turno, in precedenza non riconosciuto: un giudizio favorevole che, secondo il sindacato, può interessare circa 9 mila lavoratori con milioni di euro in ballo.

Vestizione infermieri, sentenza a Terni: «Effetto per 9 mila»

La conciliazione fallita e lo sviluppo

Coinvolto l’avvocato Maurizio D’Ammando per le vertenze al giudice di lavoro di Orvieto – siamo nella fase iniziale – dopo il rifiuto di soluzione conciliativa con la Usl Umbria 2 e l’ospedale di Terni: nel 2012 la corte di Appello di Perugia riforma la sentenza del tribunale di Orvieto dando ragione all’azienda sanitaria locale, quindi nel 2019 l’esito positivo del ricorso alla Cassazione da parte della Uil Fpl. La questione ‘vestizione’ si allarga – il focus è sul diritto di essere considerato tempo di lavoro – come prevede il CCNL dal 2018: «Ad tuttavia la norma in Umbria è inapplicata», spiega il sindacato.

Un estratto della sentenza

Centinata di vertenze

A questo punto, sulla base del pronunciamento della Cassazione, la Uil Fpl avvia centinaia di vertenze chiedendo prima alle aziende una soluzione conciliativa all’ispettorato del lavoro. Niente da fare. Si prosegue nei tribunali e lo scorso giovedì la sentenza del tribunale ha condannato l’ospedale ‘Santa Maria’ al pagamento di 3.876 euro a favore della ricorrente, sulla base (il periodo va dal 2014 al 2019) della ricostruzione delle presenze giornaliere effettuata dai rappresentanti Uil dell’azienda ospedaliera Mauro Candelori, Armando Campopiano, Orietta Corradini, Daniela Qualano e Marisa Aguzzi.

Le conseguenze e la prescrizione

Il segretario generale della Uil Fpl di Terni, Gino Venturi, sottolinea che «per non vanificare questo percorso è importante che ciascun lavoratore faccia la sua parte per veder tutelare questo diritto e la prima cosa da fare è bloccare la prescrizione. Poi si attiva ciò che serve. Le persone teoricamente interessate in Umbria sono circa 9 mila e facendo un calcolo si parla di decine di milioni di euro. Abbiamo fatto di tutto per evitare questo, ma non c’è stata disponibilità da parte delle aziende sanitarie».

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