Un 50enne ternano (M.S. le sue iniziali) è stato arrestato dai carabinieri del comando stazione di Terni per detenzione di droga a fini di spaccio. A seguito dell’udienza di convalida, il tribunale di Terni (giudice Dorita Fratini) ha applicato al 50enne – difeso dagli avvocati Massimiliano Foddai e Luca Leonardi – la misura dell’obbligo di firma: l’accusa, di contro, aveva chiesto i domiciliari.
La nota
A ricostruire l’accaduto è l’Arma ternana in una nota: «I militari (era giovedì scorso, ndR) hanno fermato all’interno di un esercizio pubblico un uomo che aveva precedentemente parcheggiato la sua autovettura all’esterno, creando intralcio alla circolazione. Il 50enne, commerciante ternano, all’atto del controllo assumeva un atteggiamento sospetto e nervoso ed alla richiesta degli operanti circa la motivazione del suo nervosismo, ammetteva di essere un consumatore di droghe leggere e di avere in casa dello stupefacente per il confezionamento di uno ‘spinello’. Pertanto i militari operanti – prosegue la nota – procedevano ad effettuare una perquisizione all’interno dell’abitazione del soggetto, al termine della quale veniva rinvenuta, occultata nella camera da letto, della sostanza del tipo marijuana, per un peso di poco superiore ai 200 grammi, hashish per un peso di poco superiore ai 3 grammi nonché vari semi di canapa. Oltre alla sostanza stupefacente, veniva rinvenuta nella materiale disponibilità dell’uomo una cospicua somma di denaro contante, oltre 10 mila euro, che il soggetto fermato tentava di giustificare quale proventi della sua attività di commerciante. Quanto accertato, in relazione alla modalità di confezionamento e di detenzione dello stupefacente oltre al rinvenimento di una bilancia digitale ed alla cospicua somma di denaro, permetteva di configurare l’assunto che lo stupefacente fosse destinato ad un’attività di spaccio e non al consumo personale. Dopo aver informato il sostituto di turno presso la locale procura della Repubblica – concludono i carabinieri – il soggetto veniva tratto in arresto nella flagranza del reato».