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Home » Morto in ospedale dopo la broncoscopia: la moglie testimone di quei tragici momenti

Morto in ospedale dopo la broncoscopia: la moglie testimone di quei tragici momenti

di Fabio Toni
28 Novembre 2022
in Ambiente e salute, Apertura 5
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Mariano Cecchetti con la moglie

Mariano Cecchetti con la moglie

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Bisognerà attendere ancora due/tre mesi, ovvero il tempo necessario per il deposito della perizia, per capire esattamente le cause della morte di Mariano Cecchetti, il 73enne deceduto lo scorso 18 novembre all’ospedale di Perugia dopo essersi sottoposto ad una broncoscopia. L’autopsia disposta dalla procura di Perugia, che ha aperto un fascicolo con quattro medici indagati, riscontrando l’esposto presentato dai familiari della vittima, non ha infatti rivelato evidenze chiare e saranno quindi necessari ulteriori esami per stabilire cosa sia stato fatale al paziente.

Perugia: morto dopo la broncoscopia. Quattro medici indagati

La ricostruzione

«Cecchetti – come sottolineano i familiari attraverso lo Studio3A-Valore che li assiste -, stava bene ed era molto attivo. Il 18 novembre, alle 7 del mattino e accompagnato dalla moglie, era entrato in pneumologia per sottoporsi ad una broncoscopia, regolarmente effettuata alle 13. Un’ora dopo, terminato l’esame, il 73enne era stato ricondotto in reparto, ma qui aveva subito cominciato a manifestare un malessere generale, una forte sudorazione e assopimento. La moglie ha fatto presente i problemi al personale sanitario che tuttavia, al momento, non ha dato più di tanto peso alla circostanza, collegandola alla broncoscopia appena conclusa e assicurando che i parametri vitali erano nella norma. Alle 16, dopo l’ennesimo controllo della pressione che in verità dava livelli molto bassi, 50 di minima e 76 di massima, il 73enne è stato riportato al piano -2, in radiologia, per una lastra di controllo. Sua moglie – prosegue lo Studio3A – lo ha atteso in stanza ma poco dopo ha sentito un’infermiera gridare che era successo qualcosa di grave al paziente appena portato in radiologia, che sarebbe andato in arresto cardiaco. Comprendendo subito che si trattava del marito, la consorte è corsa a chiedere informazioni, è stata accompagnata in radiologia e ha fatto in tempo a vedere il signor Mariano, all’interno di uno degli ambulatori, disteso esanime con un medico intento a tentare di rianimarlo, prima di essere allontanata. Nonostante le procedure rianimatorie siano scattate immediatamente, tuttavia, non c’è stato nulla da fare e poco dopo alla moglie è stata data la tragica notizia».

Mariano Cecchetti con la moglie

«Una vita attiva»

«I congiunti della vittima, che oltre alla moglie ha lasciato due figlie e un’amata nipotina, non riuscivano e non riescono tuttora a capacitarsi dell’accaduto, anche perché il loro caro – osserva lo Studio3A-Valore – era in condizioni fisiche buone, conduceva una vita normale. Pur essendo in pensione era costantemente in attività, si occupava del giardino, dell’orto e della potatura della piante. A gennaio con la moglie sarebbe dovuto partire per Zanzibar per trascorrere qualche mese con una delle due figlie, che vive da tempo nel Paese africano: avevano già acquistato i biglietti aerei e non era il primo viaggio che facevano nell’isola». Da qui la decisione della consorte di sporgere denuncia presso il posto fisso di polizia dell’ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’, chiedendo all’autorità giudiziaria di accertare le cause del decesso ed eventuali responsabilità sanitarie, affidandosi, attraverso il consulente legale Matteo Cesarini, a Studio3A-Valore con la collaborazione dell’avvocato Cristian Rosa.

Sequestro, indagati e autopsia

Il pm Giampaolo Mocetti ha aperto un procedimento penale per omicidio colposo in ambito sanitario in concorso, sequestrando le cartelle cliniche e iscrivendo nel registro degli indagati, come atto dovuto, quattro medici che hanno avuto in cura il paziente il giorno della tragedia: due del reparto di pneumologia e due dottoresse dei reparti di anestesia/rianimazione e chirurgia. Giovedì il magistrato ha conferito l’incarico per l’esame autoptico al medico legale Donatella Fedeli, che ha proceduto nel pomeriggio: alle operazioni peritali ha partecipato tra gli altri anche il medico legale Pierfrancesco Monaco, consulente tecnico di parte per i familiari della vittima. «L’autopsia – conclude la nota di Studio3A – non ha fatto emergere con certezza la causa della morte e, per avere risposte più esaustive, bisognerà attendere gli esiti degli esami istologici e tossicologici che saranno effettuati sui campioni prelevati. Con ogni probabilità la Ctu chiederà di essere affiancata da un esperto in anestesiologia. La perizia dovrebbe essere consegnata tra 60/90 giorni. Nelle prossime ore i familiari, una volta ottenuto il nulla osta per la sepoltura dal magistrato, fisseranno la data dei funerali».

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