di S.F.
L’iniziativa è curiosa e la prossima settimana arriverà in II commissione consiliare per essere discussa. A Terni c’è chi ‘spinge’ sulle piantumazioni di piantagioni di canapa in un discorso più ampio collegato all’inquinamento ambientale e alle aziende del territorio.
MARZO 2018, A TERNI LA ‘FILIERA DELLA CANAPA’

Gli insediamenti industriali
Martedì a palazzo Spada è stata convocata una seduta per parlare di un atto di indirizzo a firma AP. Per fare cosa? Gli input per l’esecutivo sono quattro e nascono da una premessa: «Nel nostro territorio – si legge nel documento – sono presenti molti siti ad indirizzo siderurgico che, per effetto della produzione di diversi tipi di acciaio, rilasciano nei terreni circostanti e nell’aria particelle di metalli pesanti». Poi una serie di considerazioni sulla crisi ambientale, la concentrazione di insediamenti industriali e (poteva mancare un cenno all’Ast?) e soprattutto la «presenza sul territorio di uno dei più grandi stabilimenti siderurgici d’Italia». Tutto ciò per dire che, secondo i consiglieri di AP, le «azioni ad oggi poste in essere non possono ritenersi sufficienti a mitigare tutte le criticità ancora ben presenti sul territorio». E «ben poco si è fatto per le opere di ambientalizzazione e di risanamento del territorio, così come per le misure di sorveglianza e tutela sanitaria». In definitiva si fa riferimento al fatto che non ci sono stati risultati su questo fronte. Bene, si arriva alla parte curiosa.

Lo studio inglese e la canapa
Viene tirato in ballo uno studio redatto dall’università di Cambridge: «Svela come la canapa sia due volte più efficace degli alberi nell’assorbire e bloccare il carbonio e sia anche una possibile alleata nella lotta alla CO2, fornendo alto stesso tempo biomateriali negativi al carbonio». Si ritorna al pensiero dei consiglieri: «I suoi benefici non sono ancora compresi da tutti, ma stanno diventando sempre più oggetto di numerose discussioni anche a livello governativo e reazioni economiche positive per chi coltiva la canapa potranno verificarsi molto presto per mezzo carbon credits». Citati vantaggi economici in tal senso perché il carbon credit è un «titolo equivalente ad una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita grazie ad un progetto di tutela ambientale realizzato con lo scopo di ridurre o riassorbire le emissioni globali di CO2 e altri gas ad effetto serra. In altre parole è un certificato negoziabile rilasciato e venduto dal governo o da specifiche autorità di regolamentazione alle aziende per limitare il rilascio di gas a effetto serra nell’atmosfera». Da qui nascono le richieste per la giunta.

I fondi per la canapa
In sostanza nell’ambito della proposta di fitofonica dei terreni viene chiesto – se ne occuperà l’assessore all’ambiente Mascia Aniello, la partita è tutta in ‘casa’ – in primis di promuovere iniziative del genere. Poi di muoversi per prevedere lo stanziamento di maggiori risorse finanziarie per praticare la coltivazione di canapa nei terreni del territorio comunale, individuare zone adatte per questo scopo e metterli a bando per investimenti pubblici/privati e, a chiudere il cerchio, esplorare la possibilità di accedere a fondi Psr e Por-Fesr mirati allo sviluppo rurale. Difficile non attendersi un discreto dibattito sull’argomento.