Dopo oltre cinque mesi di dolore e attesa, finalmente potranno essere celebrati i funerali di Junior Kersaint Vindou Illumine, il 18enne di origini congolesi, studente dell’Università per Stranieri di Perugia, morto a causa dell’uscita di strada del Flixbus su cui viaggiava lungo A1, nel Modenese, nella notte tra il 24 e il 25 marzo scorsi. L’ultimo saluto al giovane si svolgerà infatti sabato alle 9.30 nel cimitero monumentale del capoluogo umbro. Un ritardo – che aggiunge amarezza ad una vicenda già drammmatica – dovuto all’odissea burocratica vissuta dai familiari della giovane vittima con l’ambasciata italiana in Congo, per ottenere il visto e raggiungere l’Italia.

Secondo quanto riferisce Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, alla quale tutti i congiunti del 18enne, attraverso l’area manager per l’Umbria Matteo Cesarini, si sono rivolti per essere assistiti nel procedimento per l’incidente e ottenere giustizia, l’ambasciata italiana in Congo ha sede a Brazzaville e dista oltre 500 chilometri, ossia nove ore di viaggio, da dove risiede la famiglia del ragazzo, a Point Noire. Il papà si era fin da subito trasferito in un hotel di Brazzaville per seguire da vicino le pratiche pensando che avrebbero richiesto pochi giorni, invece è dovuto rientrare nella sua città per continuare a lavorare a fronte delle lungaggini incontrate.
Ma nonostante Studio3A abbia fin da subito fatto presente l’urgenza e la particolarità della richiesta di visto, sollecitandola a cadenza quasi giornaliera, «l’ambasciata ha gestito il caso come si trattasse di una istanza normale e anche peggio» lamenta attraverso lo Studio3A il padre, Ghislain Blanchard Vindou, che questa settimana è potuto arrivare in Italia con la moglie e mamma di Junior Kersaint, Raphine Love Ofi, e due sorelle. «Hanno richiesto la polizza sanitaria, persino la fideiussione bancaria – spiega – e poi, tre mesi dopo, quando la cosa sembrava risolta, hanno preteso anche una lettera di invito da parte di un cittadino congolese regolarmente residente in Italia. Il tutto in un contesto di comunicazioni quasi impossibili, l’ambasciata non risponde mai per telefono e le riposte alle e-mail giungono dopo giorni. Alla fine c’è stato sì rilasciato un visto straordinario». «In Italia abbiamo trovato tanto aiuto e sensibilità verso la nostra disgrazia, che però non hanno avuto altrettanto riscontro presso l’ambasciata italiana in Congo» prosegue l’uomo. «Io e mia moglie non abbiamo potuto vedere nostro figlio per l’ultima volta: ormai la sua bara è chiusa e non si può più riaprirla. C’è stata preclusa anche la possibilità di un ultimo sguardo, un’ultima carezza».
L’incidente in cui ha perso la vita Junior Kersaint era avvenuto nel tratto compreso tra Modena sud e Valsamoggia, nel territorio di San Cesario sul Panaro (Modena): dopo che l’autista ha perso il controllo del pullman, il mezzo ha urtato più volte il guardrail e un pezzo della barriera ha infranto il finestrino e colpito a morte il giovane, seduto in uno dei primi posti sulle file davanti. Il 18enne – avrebbe compiuto 19 anni il 3 maggio -, che frequentava il primo anno del corso di laurea in Comunicazione internazionale pubblicitaria ed era l’orgoglio della sua famiglia, stava rientrando nel capoluogo umbro dopo un viaggio in Francia per fare visita ad alcuni parenti assieme a tre giovani zie, rimaste a loro volta ferite, anche loro studentesse all’ateneo perugino e con le quali condivideva l’alloggio. Di qui dunque, data anche la grande vicinanza espressa da tutta la comunità studentesca e dalla città di Perugia, la volontà della famiglia di celebrare nel capoluogo umbro le esequie del figlio, la cui salma sarà tumulata in un altro cimitero cittadino.