A settembre un nuovo parroco a San Feliciano

Le nomine arriveranno dopo l’inizio dell’anno pastorale. Intanto Don Vincenzo chiede i domiciliari, ma difficile torni in paese

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Dopo l’arresto di Don Vincenzo Esposito con l’accusa di prostituzione minorile aggravata, a San Feliciano arriverà un nuovo parroco; ma non prima di metà settembre, con le nuove nomine che accompagnano l’inizio dell’anno pastorale.

A inizio anno pastorale

L’indiscrezione arriva da fonti della Curia. La data chiave è il 12 settembre, festa mariana delle Madonna delle Grazie, con cui tradizionalmente inizia l’anno religioso e in concomitanza del quale vengono decisi i nuovi parroci e i responsabili delle unità pastorali.

IL CASO HA SCOSSO IL PAESINO SUL TRASIMENO

Sull’altare il vescovo e il monsignore

Don Vincenzo Esposito

Nel frattempo, per essere vicina alla comunità di San Feliciano, la Curia ha deciso di far celebrare le messe domenicali, oltre che dal parroco di Magione don Stefano Orsini, anche dal vescovo ausiliare Marco Salvi e da monsignor Vittorio Gepponi, responsabile della vita consacrata diocesana e vicario giudiziale del tribunale ecclesiastico interdiocesano umbro. Saranno loro tre ad alternarsi sull’altare che fu di Don Vincenzo. 

Il giudizio della Chiesa e quello dello Stato

Sarà lo stesso monsignor Gepponi, fra l’altro, a giudicare, su mandato del cardinale Bassetti, l’operato di Don Vincenzo e a prendere provvedimenti. Ma prima dovranno arrivare le carte da parte dei giudici italiani. E comunque il tutto avverrà non prima di una eventuale scarcerazione. Saranno due i procedimenti: l’altro riguarda la gestione economica della parrocchia, su cui da più parti è giunta richiesta di chiarimenti: se ne occuperà in questo caso Don Riccardo Pascolini, che per l’appunto è responsabile amministrativo diocesano.

Sacerdote sospeso

Lo striscione apparso dopo l’arresto

Al momento Don Vincenzo si trova nell’impossibilità di celebrare e per questo è stato sospeso. Formalmente, la Curia non ha informazioni sul procedimento in corso se non quelle apprese dai giornali. Ma è ovvio che sulla vicenda ci sia massima attenzione, come testimoniato prima dalla nota stampa il giorno dell’arresto del sacerdote siciliano e poi dalle parole pronunciate dallo stesso Bassetti in parrocchia, durante l’incontro con i fedeli.

Richiesta di scarcerazione

Intanto, come annunciato, l’avvocato Renato Vazzana, legale di don Vincenzo, ha presentato istanza di scarcerazione, secondo l’assunto che l’uscita dal carcere del sacerdote (attualmente recluso a Spoleto) non pregiudicherebbe l’attività di indagine ed il prosieguo del procedimento penale così come non ci sarebbe pericolo di fuga né di reiterazione del reato, anche in virtù delle condizioni di salute del sacerdote. Sottolineato inoltre come la condotta imputata a Don Vincenzo (che secondo la difesa non conosceva l’età degli interlocutori e non ha mai chiesto prestazioni in cambio di soldi) sia stata limitata ad un breve periodo temporale. Contestualmente  l’avvocato ha chiesto di accedere ai locali della parrocchia dove viveva Don Vincenzo.

Ritorno a San Feliciano o in una struttura clericale?

L’avvocato – come prima ipotesi – ha richiesto gli arresti domiciliari presso l’abitazione di San Feliciano Magione con l’applicazione del braccialetto elettronico e privazione di ogni strumento elettronico. Ipotesi improbabile anche alla luce della portata del reato ipotizzato. Più percorribile, sempre nel caso di accoglimento dell’istanza, la collocazione presso una struttura della chiesa, un convento o simili.

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