«A Terni serve il nuovo ospedale. Canoni idrici per lo stadio? No»

Azione interviene su alcuni dei temi di attualità del periodo. Fra sanità e sport

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di Azione – Terni
Segreteria provinciale e coordinamento comunale

Siamo dell’avviso che sia necessario e ormai non più rinviabile un confronto serio e responsabile sul tema delle riforme necessarie ad attuare un riequilibrio territoriale fra Terni e Perugia anche e soprattutto in materia sanitaria. Se ne parla da anni in maniera ideologica e senza progettualità mentre riteniamo che Terni e i ternani meritino una sanità integrata pubblica-privata efficiente, attrattiva e di alta qualità. Auspichiamo quindi un serio e definitivo intervento delle istituzioni competenti per dare nuovo impulso e accelerazione all’iter per la realizzazione del nuovo ospedale cittadino, moderno e altamente tecnologico, al fine di realizzare quel centro di eccellenza punto di riferimento dell’Italia centrale.

Per quanto riguarda la nota vicenda stadio-clinica, siamo dell’avviso che un imprenditore che, con determinazione e serietà, voglia attuare importanti iniziative a Terni debba essere non scoraggiato ma, al contrario, supportato dalla classe dirigente politica e dalle istituzioni tutte, mettendo in campo tutte quelle attività che competono loro. Ciò perché un progetto di questa portata indubbiamente avrà risvolti positivi per la collettività tutta in termini economici e occupazionali. Si ritiene che la soluzione circolata nei giorni scorsi circa l’utilizzo dei proventi dei canoni idrici per la realizzazione dello stadio sia non solo inadeguata, ma anche non rispondente ai reali bisogni della comunità.

Nello specifico siamo dell’idea che la realizzazione del nuovo stadio sia un’attività che spetta all’imprenditore privato nell’ambito e nel rispetto dei patti che regolano i rapporti Comune-società sportiva e non certamente da realizzare a spese dei contribuenti tutti che hanno altre e diverse necessità e bisogni da soddisfare. In maniera propositiva riteniamo quindi che tali somme ben potrebbero essere utilizzate a favore della ristrutturazione dei piccoli impianti utilizzati dalle associazioni sportive lasciati attualmente in uno stato di degrado e abbandono. In alternativa e, in una prospettiva più legata al tema del caro energia, si potrebbe valutare l’ipotesi di modificare la legge regionale in materia e prevedere di destinare tali risorse – sotto forma di aiuti – a favore di famiglie e attività commerciali in difficoltà.

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