Quattro anni di reclusione: questa la pena inflitta dal tribunale di Terni in composizione collegiale – presidente Simona Tordelli – al 61enne originario di Pisa, ex sacerdote ridotto allo stato laicale nel 2004, accusato di violenza sessuale su tre giovani ospiti di una struttura di accoglienza di Villanova di Orvieto. I fatti risalgono al periodo 2016-2020.
L’uomo è stato condannato per il primo capo di imputazione, riqualificato dal collegio giudicante, relativo alla violenza sessuale ai danni di un ragazzo che all’epoca dei fatti – estate 2017 – aveva 17 anni, ed anche per l’ipotesi di sostituzione di persona, data dal fatto che il 61enne – in questo caso fra il 2017 e il 2020 – avrebbe continuato ad indossare il collarino bianco, a celebrare messa e a qualificarsi anche con enti ed uffici pubblici come ‘prete’ per acquisire maggiore credibilità e autorevolezza. Nonostante non fosse più sacerdote dal 2004.
Il tribunale di Terni lo ha invece assolto per altri due capi di imputazione – perché il fatto non sussiste – relativi a un’ipotesi di prostituzione minorile, l’accusa era che aveva offerto soldi e formulato promesse, in cambio di prestazioni sessuali, ad un altro 17enne straniero, e un altro per violenza sessuale su un terzo giovane ospite minorenne della struttura orvietana. Contestualmente il collegio giudicante ha riconosciuto la prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti contestate, condannandolo alle pene accessorie ed anche a risarcire la parte civile – la società che gestisce il polo di accoglienza di Villanova – per un totale di 5 mila euro, oltre alle spese.
L’imputato, che si è sempre dichiarato estraneo alle contestazioni, era difeso dall’avvocato Emilio Festa che, anche alla luce delle motivazioni della sentenza che verranno depositate entro i prossimi 90 giorni, deciderà se ricorrere in appello. «Per il momento – afferma l’avvocato Festa – posso solo dire che il tribunale ha mostrato equilibrio nell’assolvere il nostro assistito da due capi di imputazione, condividendo i nostri stessi dubbi sulle età di due delle tre persone offese». La parte civile era invece rappresentata dall’avvocato Nicola Pepe, secondo il quale «il tribunale di Terni ha accertato la responsabilità penale per i gravi fatti commessi dall’imputato. Sono reati odiosi, di particolare allarme sociale e che devono essere perseguiti con severità in ogni sede». In aula l’accusa – pm d’udienza Giorgio Panucci – aveva chiesto una condanna a sette anni ed otto mesi di reclusione.