Il tema del seminario – in corso a Terni – è ‘Agenda urbana per l’Europa’ e vede messi a confronto «gli indirizzi all’interno dei quali ogni Regione (Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Toscana e Umbria; ndr) si è mossa per la definizione della propria». E viene fuori che quella ternana, in quanto a capacità di elaborazione progettuale è un’autentica eccellenza.
Co-progettazione Un aspetto interessante è rappresentato dal fatto che «la Regione Umbria ha stabilito che le amministrazioni comunali dei 5 poli urbani in cui sarà operativa l’Agenda urbana dell’Umbria – Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello e Spoleto – siano anche le Autorità Urbane che, in co-progettazione con la Regione Umbria debbano disegnare i Progetti di sviluppo urbano sostenibile, programmare le attività, e gestirle ed attuarle, nel rispetto di vincoli, tempi e regole dell’Unione Europea. All’Autorità di gestione dell’Agenda urbana (Regione) spetterà un ruolo forte di coordinamento e programmazione nella fase di definizione dei programmi dell’Agenda urbana, in una logica di co-progettazione con le Autorità Urbane coinvolte».
I fondi Le risorse finanziarie a disposizione, è stato spiegato, «ammontano ad oltre 35 milioni e mezzo di euro, 30.8 provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e 4.7 al Fondo sociale europeo (Fse). Una parte di queste risorse sarà garantita dalla Commissione europea e dallo Stato, mentre il 15% dovrà essere messo a disposizione dai Comuni».
Il dettaglio Per l’attuazione dei Programmi di sviluppo sostenibile, a Perugia saranno destinati 11 milioni e 627 mila euro, a Terni 9 milioni e mezzo, a Foligno 6 milioni e mezzo, a Città di Castello 4 milioni e 200 mila euro ed a Spoleto 3 milioni 700 mila euro. La cosa importante, emersa anche nell’incontro di giovedì, è che «Agenda Urbana non è un ‘cassetto’, finanziario in cui far confluire un gruppo di interventi, senza preoccuparsi se servano, se siano funzionali ad una vera strategia per la città, se siano ammissibili e se siano immediatamente cantierabili», ma invece si è privilegiato lavorare su iniziative davvero fattibili.
LA SCHEDA DI SINTESI PER TERNI
Il modello Terni L’obiettivo, si è detto, «è quello di elaborare programmi da cui emerga una ‘logica integrata’ che dimostri in modo adeguato coerenza della strategia individuata nel programma urbano, con la soluzione (anche parziale) delle principali criticità e valorizzazione delle principali opportunità presenti nella situazione di partenza; coerenza degli interventi puntuali individuati con il programma urbano (coerenza interna del programma) e con le indicazioni contenute nelle schede di azione Fesr e Fse e con gli altri indirizzi della programmazione regionale. Alla fine di settembre, la situazione è che due programmi sono stati approvati (Terni e Spoleto) e, nel caso di Terni, sono già stati sottoscritti gli accordi l’attuazione degli interventi.
Venerdì si firma per Spoleto La firma del documento è in programma alla sala dello Spagna del palazzo Comunale di Spoleto alle 11. Per il Comune di Spoleto firmerà il sindaco della città, Fabrizio Cardarelli, mentre per la Regione ci sarà il vice presidente Fabio Paparelli. Spoleto è la seconda città dell’Umbria, dopo Terni, a presentare il progetto. Per le altre tre città lavoro sta proseguendo e vanno ancora risolte alcune problematiche specifiche per Perugia (Turreno) e per Città di Castello (mobilità), mentre per Foligno ci sono ancora non pochi aspetti generai; e specifici da sistemare».
La Regione Il vice presidente Paparelli, spiega che «oltre il 50% delle risorse dell’Agenda urbana dell’Umbria sono destinate a mobilità e agenda digitale, perché sono priorità su cui abbiamo voluto scommettere per il nostro territorio e perchè sono i temi chiave per costruire città più ‘attrattive’, più ‘intelligenti’ e, più in generale, città europee. In concreto, significa città con meno auto, più facili da percorrere a piedi o in bicicletta, con più servizi digitali, con meno problemi di congestione da traffico, ma anche città più inclusive per tutti, anche per quei segmenti di popolazione più fragile. Vogliamo città capaci di progettare pensando al cittadino e ai servizi di cui ha bisogno, o meglio, non al cittadino in senso stretto, ma piuttosto al fruitore della città: chi ci abita, chi la visita per lavoro o come turista, chi ne fruisce come studente».
La macroregione Ma Paparelli allarga anche l’orizzonte: «Fino ad ora abbiamo coprogettato con le nostre città, ma sarebbe interessante aprire nuove forme di collaborazione con le altre regioni e le altre città. Una sorta di coordinamento permanente delle politiche urbane, in cui condividere esperienze, best practice, strumenti e anche criticità irrisolte e ostacoli da superare. Una sorta di la oratorio permanente grazie al quale crescere tutti meglio. Certo è che appare necessario porsi la questione delle dimensioni regionali all’interno dei processi di globalizzazione in atto e nel percorso che prosegue di integrazione dell’Europa. La Regione Umbria, così come previsto nel nostro Statuto regionale, “per la natura policentrica , della sua struttura territoriale e per la propria collocazione geografica, opera per piena cooperazione con le altre Regioni, e in particolare per l’interazione con quelle confinanti”».